“Arte italiana 1920 – 1945” GAM Torino 5 maggio-17 settembre
Emilio Vedova un artista vero, un’artista immerso nella sua arte, per me non esiste una foto più bella, dopo quella di Pollock e della sua action painting.
Maria Catalano Fiore
E’ in itere presso la GAM, Galleria d’Arte Moderna, di Torino, una mostra bellissima ed imperdibile. Se Torino è lontana, c’è un bellissimo catalogo, a cura degli organizzatori Annamaria Bava, Riccardo Passoni e Rischa Paterlini, dove ad affiancare le foto delle 130 opere esposte troviamo le schede artistiche relative ai vari artisti, opera non da poco.
Questa mostra così importante si avvale del prestito espositivo della collezione privata dell’avvocato e collezionista “Giuseppe Iannaccone”, di opere presenti nella GAM, e di opere di proprietà dei Musei Reali. Il suo ricavato sarà devoluto a favore della Fondazione Piemontese della Ricerca sul Cancro.
In particolare l’avv. Iannaccone attualmente è uno dei maggiori collezionisti italiani, un collezionista che non si è fermato nonostante le restrizioni Covid, ma che rimpiange molto l’assenza di mostre e fiere di settore. Per lui l’arte non va vista su strumenti digitali, ogni opera va conosciuta, toccata, verificata confrontandosi con i colori ed emozioni che sprigionano. La sua grande ambizione creare un Museo o Fondazione per ospitare opere d’Arte Contemporanea. L’allestimento di un Museo contemporaneo sarebbe un’opera altamente educativa, soprattutto per i giovani che, anche a scuola, difficilmente conoscono l’Arte moderna e contemporanea. Importante è inoltre una collaborazione ed interazione tra collezioni pubbliche e private. Mostrare dei capolavori è un obbligo sociale. Questo ed altro afferma Iannaccone in una sua lunga intervista pubblicata nel numero di Artribune del 21 aprile 2021.
Sono pienamente d’accordo con lui, lo studio della Storia e della Storia dell’Arte non può fermarsi ad inizio Novecento, ma dovrebbe far comprendere davvero quello che ha comportato e significato il secolo scorso. Da storica reputo questo periodo particolarmente importante nella Storia dell’Arte Italiana e non solo. Il periodo tra i due grandi conflitti mondiali, è un periodo di grande fermento, innovazioni, scoperte e variazioni sui modi di vivere che coinvolge l’intero mondo. Sono solo 25 anni, ma così ricchi da far vivere di luce riflessa l’intero secolo. L’Arte ricopre, indubbiamente, un ruolo fondamentale in questi anni, è la spinta che muove correnti e mode, il propulsore verso aperture mentali impensabili sino a qualche anno prima; ha influenza sulle manifestazioni politiche e di popolo. Il popolo stesso appare coinvolto in tantissimi avvenimenti e ancora di più lo sarà in seguito.
L’alfabetizzazione obbligatoria, operata nel ventennio, fa si che anche nei posti più remoti si conoscano bellezze e luoghi d’Arte.
Tutto parte da spinte del primo pre-conflitto mondiale, ma si ampliano notevolmente, L’interventismo del futurismo, la sua implosione dopo la guerra, le sue trasformazioni e ramificazioni in vari campi, si pensi a Fortunato Depero, le sue scenografie, arredi e moda. Molti dovrebbero servirci da esempio sul come riemergere dopo periodi molto bui e lasciare realmente un valido messaggio.
Comunque le 130 opere selezionate per questa mostra, davvero hanno un lungo filo conduttore, rappresentano gruppi di artisti che credevano realmente nelle molte espressività dell’Arte. Abbracciano una spazialità enorme, una “Poesia del quotidiano” come nelle tele di Ottone Rosai (1895-1957), presente sul fronte dove conosce i futuristi, studia Paul Cézanne ed il Cubismo in seguito aderisce al “Gruppo di Lacerba” diventa amico del poeta, saggista, scrittore e critico Giovanni Papini (Fi 1881-1956), entrambi fiorentini ed accesi polemisti sociali.
Filippo De Pisis (1896-1956) intimo amico di Giorgio De Chirico, artista che vive tra Ferrara, Roma e Parigi cavalcando le varie avanguardie e soprattutto l’impressionismo e trasferendole nell’arte Italiana.
L’espressionismo della “Scuola di via Cavour” fondata, a Roma, da Mario Mafai, Scipione ed Antonietta Raphael. Mario Maffai Volpe (1902-1965), nato da una ragazza madre, con un cognome attribuito, ed inventato, dalla levatrice, prende nel 1935 il cognome Volpe dal compagno della madre, da vita con la sua compagna Antonietta Raphael Mafai nel 1929 ,nella loro casa a questa associazione artistico-letteraria. Una vera Scuola e fucina di nuovi talenti, tra cui sua figlia Miriam Mafai. Nella sua associazione facevano parte anche i poeti Giuseppe Ungaretti e Leonardo Sinisgalli.
Un lavoro di scavo nel reale operato da Fausto Pirandello (Roma 1899-1975), figlio del famoso scrittore siciliano Luigi, nato e vissuto a Roma è uno dei precursori della cosiddetta “Scuola Romana”.
Realista come lui, siciliano trapiantato a Roma, Renato Guttuso, ideatore del “Fronte Nuovo delle Arti”, molto più legato all’espressionismo tedesco, con forte impegno nel sociale e poi, con la Repubblica, anche in politica.
Alla corrente “SEI” di Torino, sono legati Carlo Levi, Enrico Paolucci ed altri. Carlo Levi (To1902-Roma 1975), di origine ebraica, scrittore, pittore, medico ed antifascista, particolarmente noto per il suo “Cristo si è fermato ad Eboli” che lo ha reso, insieme con i suoi quadri, uno dei maggiori portavoce della Questione meridionale nel secondo dopoguerra.
Di contro il “Chiarismo lombardo” di Umberto Lilloni, (Mi 1898-1980) dopo il suo impegno al fronte, si iscrive e poi diventa pittore e docente dell’ Accademia di Brera, poi di Parma. Riprende il chiarismo nella pittura a fondo chiaro, tipico della storica pittura lombarda. Negli ultimi anni della sua vita preferisce vivere e dipingere nelle valli svizzere.
Una bellissima carrellata storica sino alle forze innovatrici dei pittori ed innovatori di “Corrente” tra poesia, letteratura e coinvolgimenti nel sociale di Ernesto Treccani (1920-2009) , Aligi Sassu (1912-2000), Giuseppe Migneco (Mestre 1908-Mi 1997) con una vasta preparazione accademica, il veneziano Emilio Vedova (1919-2006) pittore e scultore, una Fondazione ospita le sue opere.
Bruno Cassinari (1912-1992) pittore e scultore, Sudia a Piacenza, sua città natale, quindi all’Accademia di Brera a Milano con Ennio Morlotti, sono cofondatori di “Corrente di Vita Giovanile” a cui aderiscono anche altri, tra loro un profondo legame anche di rifugiati nel secondo conflitto mondiale.
Non certo da ultimo l’argentino Lucio Fontana (1899-1968) un messaggio forte nei suoi tagli o buchi: Solo tagli o qualcosa in più? Sicuramente un vasto concetto spaziale e materico molto aldi la di qualsiasi avanguardia.
Tutta questa carrellata espositiva, rappresenta un’originale ed importante testimonianza di una stagione creativa complessa e vitale dell’Arte italiana del 900. La mostra si articola in varie sezioni tematiche: interni, figure, paesaggi, così come presentata in Catalogo.
Per informazioni ed eventuali prenotazioni potete contattare la GAM allo 011-5211788.
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