Bernard e Mary Berenson due grandi critici
In libreria questi giorni il volume “Voci e riflessioni 1941-1944” edito da La nave di Teseo che contiene i diari del grande storico dell’arte Bernard Berenson presentati da Vittorio Sgarbi. Ma il grande storico deve appoggio e competenza anche a sua moglie Mary.
Maria Catalano Fiore
In libreria in questi giorni “Voci e riflessioni 1941-1944” diari tenuti in quegli anni di guerra dal grande storico dell’arte Bernard Berenson. Diari interessanti che portano a rievocare due grandi storici e critici d’arte.
Mary ovviamente meno conosciuta, ma fondamentale, per definire una delle figure più carismatiche di storico dell’arte a cavallo tra 800 e 900: Bernard, spinto, ed integrato da Mary, scrive recensioni, scopre opere d’arte, scrive diari, proprio nel periodo del secondo conflitto mondiale, quando con la sua famiglia vive ormai da tempo nei dintorni di Firenze in “Villa I Tatti”.
Villa prima fittata, poi acquistata ed ampliata, che rappresentò per tutti gli studiosi una meta per ammirare una delle più ricche collezioni d’arte private e la straordinaria biblioteca dei Berenson. La coppia riteneva di dover costituire” una biblioteca in cui ogni studioso doveva poter trovare il materiale necessario per ampliare il proprio campo di studi”, per poi lasciarla in gestione all’Università di Harvard. Biblioteca curata da Elisabetta (Nicky) Mariano dal 1917, che ne diventa direttrice dal 1945 al 1959, anno della morte di Berenson.
Villa frequentata da Gertrude Stein, Gabriele D’annunzio e tanti altri che volevano incontrarli o usufruire della ricca biblioteca. La Villa è attualmente sede museale “Bernard e Mary” ed è amministrata, come nelle loro volontà, dall’Università di Harvard.
Ricapitoliamo: Bernard Berenson nato Bernhard Valvrojenski (Lituania nel 1865, morto a Firenze 1959), di famiglia ebrea, è figlio di Albert, uomo di cultura, emigrò con la famiglia a Boston nel 1875. Diventano cittadini americani nel 1880, assumendo il cognome Berenson. Vissero e studiarono tutti come americani.
Frequentando la Boston University, laureato a 19 anni, Bertrand si distinse per il suo talento e fu ammesso, nel 1884, all’ Università di Harvard dove proseguì i suoi studi linguistici frequentando contemporaneamente il Museum of Fine Arts. Qui ha i primi approcci con la Storia del Rinascimento italiano. Durante il 1887 grazie ad una borsa di studio di Harvard, visita Parigi, Londra ed Oxford, dove incontrò la sua futura moglie Mary Whitall Smith (USA 1865- Firenze 1945) proveniente da una distinta famiglia di Filadelfia, sposata con il politico Francis C. Costelloe. Con lei comincia una relazione culturale, ma non solo.
Mary è sposata, ha due figlie, ma è una studiosa d’arte con una mente molto aperta. Sua madre era Hannah Whitall Smith una ricca ereditiera ed esponente del femminismo statunitense, ebbe una grande influenza su di lei e sulle sue scelte. Laureata ad Harvard dove conosce l’avvocato e politico irlandese Frank Costelloe, con cui si sposò nel 1885 andando a vivere in Inghilterra. La coppia ebbe due figlie: Rachel (nota come Ray Strachey 1887-1940) e Catherine (nota come Karin Stephen 1889-1953) sposata con Adrian Stephen, fratello minore di Virginia Woolf). Mary frequentò i circoli culturali di Harvard, dove conobbe Bernard Berenson.
Mary ha dato un contributo notevole ai suoi scritti, insieme i loro interessi finirono per lasciare il passo alle arti figurative ed in particolar modo allo studio della pittura italiana. Nel 1889 Costelloe muore, Mary raggiunge nel 1890 Berenson, trasferitosi a Firenze, che iniziò con Mary, una serie di viaggi attraverso la Toscana, l’Umbria, l’Emilia, le Marche e l’Italia settentrionale, le basi per le sue eccezionali conoscenze della pittura italiana. I due conoscono a Roma Giovanni Morelli (1816-1891), noto storico dell’arte e politico italiano, e Giovan Battista Cavalcaselle ( 1819-1897) il più noto, con Adolfo Venturi(1856-1941), suo allievo, tra gli storici e critici d’arte italiani di tutto il secolo sia per i suoi vari studi tra Italia e Inghilterra, sia per aver catalogato tutti gli scritti di Giorgio Vasari e dato alla luce le sue “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori” ed altri studiosi. Esperienza non da poco per i loro studi.
Nuovamente a Londra, grazie ad ulteriori sovvenzioni private, Mary gli presentò la sua famiglia: suo fratello Logan Pearsall Smith, scrittore, ed il cognato, il filosofo Bertrand Russell.
Per vivere Berenson, spinto da Mary, divenne il consulente di famosi collezionisti americani. E’ proprio Mary che gli presenta il collezionista Herbert Cook che a sua volta gli fa visitare altri collezionisti privati che vivevano nelle campagne inglesi.
Nel 1890 Mary raggiunge nuovamente Berenson a Firenze con il marito. Mary si considerava e vantava di essere sua allieva, ed ovviamente, collaborano strettamente. Mary pubblica anche alcuni saggi (con il nome Mary Logan) come la “The Guide to Italian Pictures at Hampton Court” nel 1894. Anche Bernard Intorno al 1894 pubblicò a New York un primo nucleo di volumi, i primi riscrivendo dei lavori di Mary, poco accettati dalla critica in quanto donna.
Nel 1994 Bernard pubblicò a Londra e New York “The Venetian Renaissance” con enorme successo, un primo nucleo di scritti ristampati più volte in molte lingue.
Nel dicembre 1900 Berenson sposò Mary, cattolica, dopo aver ricevuto precedentemente il Battesimo, proprio nella cappella di “Villa I Tatti” vicino Firenze.
In Italia divenne conoscitore ed expertis dell’arte italiana riconoscendo opere e scartandone altre “Opere di Bottega” con occhio infallibile. Mary è la sua più valida collaboratrice, molte recensioni sono di suo pugno.
Nel 1935 Mary si ammalò di una malattia degenerativa che l’ha resa in gra parte invalida. Nel 1940 perse la figlia maggiore per complicazioni chirurgiche.
Nel 1938, in seguito alle “Leggi Raziali”, Berenson, per quanto protetto, rientrò prima in America, lasciandola a Firenze con una sua collaboratrice, poi rientrò, ma non sempre in villa. Amici lo aiutarono, rappresentava una figura troppo importante per l’arte Italiana. In questa situazione nascono i suoi “Diari” che riassumono i tempi difficili della guerra e di cui solo adesso possiamo comprenderne i passaggi.
Mary, dopo lunghe sofferenze morì, poco dopo il rientro in villa di Bernard, nell’aprile del 1945.
La grandezza di Berenson andò anche oltre l’arte italiana: è stato uno dei primi ad apprezzare l’arte post-impressionista di Paul Cézanne e di Hanry Matisse, dando così un contributo inestimabile ad una corretta valutazione di questa esperienza dell’arte contemporanea.
Sino alla sua morte continuò a pubblicare le sue opere, ancor oggi valide, con stile colloquiale, una conversazione nella quale si alternano descrizioni ed episodi vari, un trattato di saggezza, è questo che lo ha portato a divenire una autorità incontrastata, famoso in tutto il mondo come “Il più grande conoscitore d’arte italiana”. Vastissima la sua produzione, sempre sostenuta da Mary sino a che ha potuto.
Bernard Berenson morì il 6 ottobre 1959 e venne sepolto vicino alla moglie Mary in quella stessa cappella dove si erano sposati.
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