Biennale d’architettura a Venezia
Aperta sabato 22 maggio la 17esima mostra Internazionale di Architettura a Venezia, curata dall’architetto Hashim Sarkis, che lancia nuove sfide in campo urbanistico.
Maria Catalano Fiore
Dopo tanti rinvii, finalmente è in corso la Biennale d’Architettura a Venezia. Rinviati gli altri appuntamenti artistici.
La storia della Biennale comincia nel 1895 con la “Prima esposizione Internazionale d’Arte” che attraversa tutto il 900 per arrivare, nel 2019 alla 58esima edizione. Nel 1932 la Biennale dà vita alla “Mostra dell’Arte Cinematografica”, il primo Festival Cinematografico mai organizzato.
Date ufficiali 22 maggio – 21 novembre 2021. Inaugurata dal ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini il 21 maggio, preceduta dalla Conferenza Stampa. Da quella data è partito il servizio biglietteria e prenotazione, nelle remore del Covid.
L’architettura come ambito disciplinare fa la sua comparsa in Biennale solo dal 1975, quale ampliamento del “Settore Arti Visive”, durante la presidenza di Carlo Ripa di Meana (1929-2018) storico, giornalista, politico ed ambientalista, e con la Direzione dell’architetto Vittorio Gregotti (1927-2020) docente e progettista di grandiose prospettive urbane.
L’autonomia del Settore Architettura viene istituita per la prima volta durante il quadriennio di Presidenza di Giuseppe Galasso (1928-2018) negli anni 1979-1983, storico e docente, come Ministro per i Beni Culturali promulga la famosa “Legge Galasso” sulla necessaria Tutela Ambientale e Paesaggistica, la Direzione è affidata all’architetto e storico dell’Arte Paolo Portoghesi. Nel corso degli anni celebri architetti e tecnici dell’architettura si sono alternati da Francesco Del Co (Ferrara 1945) storico dell’architettura ed accademico, nominato da Paolo Portoghesi, a Richard Burdett, (Londra 1956) professore di studi urbani alla London School Economics, David Chipperfield (Londra 1953) Architetto con studi a Londra, Berlino, Milano e Shanghai, Rem Koolhaas (Rotterdham 1944) architetto, urbanista e saggista olandese sino ad Alejandro Aravena (Santiago del Cile 1967) uno degli architetti cileni più importanti e conosciuti.
In effetti questa manifestazione cosi importante doveva tenersi nel 2020, poi man mano spostata. Curatore di questi padiglioni l’architetto americano, di origini libanesi, Hashim Sarkis, un architetto realmente innovativo che propone questa rassegna con un interrogativo: “How will we live together? Ossia “Come vivremo insieme?” Una domanda aperta…
Sarkis, che era pronto già dallo scorso anno, ha avuto modo di raffinare ulteriormente questo concetto, elimina dal centro della scena gli “Archistar” che negli ultimi trent’anni hanno progettato ed edificato palazzi, musei, teatri, negozi, centri commerciali ed aereoporti imponendo il loro modo ormai “manierista”. Ma l’architettura odierna è davvero altro, si basa sui modi di vivere e di convivere di varie etnie. Spariscono le architetture periferiche, orrende, ispirate ai casermoni abitativi delle città industriali tedesche, ed anche di contro le architetture giardino, definite architetture giocattolo, ma fuori da ogni cognizione urbanistica.
Proporre architetture, ribadisce Sarkis, ha tempi più lunghi della produzione artistica, costruire qualcosa non è come dipingere un quadro o scolpire, richiede una lunga fase di progettazione, approvazione e costruzione. Quindi l’attuale biennale abbraccia una ricognizione in molti studi d’architettura nel mondo, strutture aperte, fluide, cosmopolite, nelle quali si parlano lingue diverse ma che possono addirittura mangiare alla stessa tavola, convivere ed interagire.
E’ un passo piuttosto all’avanguardia, ma non impossibile anche se tanti popoli sono ancora fieri di esprimere la loro diversità culturale, un indubbio valore. La contraddizione però esiste, sino a che l’unità di misura sarà il nucleo famigliare che ne sottolinea i confini. Tra i siti dell’arsenale ed i Giardini veneziani spiccano diversi interventi particolarmente notevoli come quello dell’architetto sloveno Tomas Libertiny che organizza architetture come fossero alveari, in perfetta simbiosi con la natura o l’architettura rumorosa dell’argentino Arcangelo Sassolino che crea arte architettonica con sacchetti di plastica. Ecco innestarsi il tema della sensibilità ambientale elemento ineluttabile nel dibattito contemporaneo, da qui la domanda: “Come potremo salvare il nostro pianeta o almeno non accelerarne la fine?” E di conseguenza….”Siamo davvero sicuri di essere noi quelli che troveranno qualche soluzione?”
Mai come ora al primo posto c’è il concetto di POLIS città, ma prima di tutto comunità dove stiamo provando a vivere insieme. Sin dai primi comunicati e poi in conferenza stampa Haskim Sarkis cita anche un vecchio brano musicale degli anni 70 “Why Can’t We Live Together?”, “La debolezza dei modelli politici proposti oggi ci costringe a mettere lo spazio al primo posto e a guardare al modo in cui l’architettura plasma l’abitazione per immaginare potenziali modelli di come potremmo vivere insieme”.
In questa edizione sono presenti 112 partecipanti di 49 paesi con un’ampia presenza femminile.
La Giuria Internazionale è composta da 4 donne ed 1 uomo, presieduta dall’architetto giapponese Kazuyo Sejima (Hitachi 1956) una perfezionista, amante della semplicità, che ha rilanciato un approccio diverso all’Architettura Moderna. La Premiazione è prevista per il 30 agosto 2021.
Il Leone d’Oro alla carriera verrà assegnato all’architetto spagnolo Rafael Moneo per il quale è stata allestita una mostra di lavori presso i Giardini. Josè Rafael Moneo Vallés, più conosciuto solo come Rafael Moneo (Tudela, Spagna 1937) dalla brillante carriera internazionale, tra i suoi lavori l’ampliamento del Museo del Prado a Madrid, Museo d’Arte Moderna a Stoccolma, Chiese e Cattedrali, Municipi, Stazioni di Metropolitana. Numerosi i suoi scritti sulla Storia dell’architettura ecc….
La Biennale d’ Architettura di Venezia si conferma come una delle Esposizioni più progressiste ed importanti, come sempre, punto di riferimento per esperti ed appassionati.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su Facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie