Cattedrale di Bitetto: una Natività
Chicche di storia e di arte nella cattedrale di Bitetto
Maria Catalano Fiore
La nostra Nazione, la nostra Regione, i nostri Borghi racchiudono veri tesori, sconosciuti a molti. Sono davvero piccole chicche di Storia e di Arte, che spesso abbiamo sotto i nostri occhi, ma non ci facciamo caso.
Oggi il Maestro Lino Sivilli, valido ed intransigente, docente di anatomia umana presso il Liceo Artistico di Bari (tra teoria e tavole di anatomia, sono maturati ragazzi che, di anatomia, ne sanno più dei medici o osteopati stessi) ci segnala la foto di una natività a Bitetto (Ba).
Si tratta di un bassorilievo, in pietra, racchiuso tra le formelle del portale della Cattedrale. Tutta la Cattedrale di Bitetto, dedicata a Santa Maria Assunta, e successivamente, anche all’arcangelo Michele, è un vero gioiellino, edificata, secondo le fonti storiche, tra il 1026 ed il 1089. Riedificata nel 1335, rappresenta uno degli esempi più puri dello stile romanico pugliese. Complessa è la sua storia tra fasi di edificazione, distruzione, ampliamenti, ri-consacrazioni …
L’attuale aspetto, è fedele alla riedificazione del 1335, a seguito della distruzione della cittadina da parte di Guglielmo I il Malo (1120-1166), nel 1156 (Guglielmo I d’Altavilla, re di Sicilia, detto il Malo per la sua severità e ferocia contro i nemici).
Una ricostruzione voluta dal vescovo Giacomo Bonocore (dagli atti risulta vescovo di Bitetto dal 1302 in poi) ed eseguita dal maestro Lillo da Barletta, come riportato sull’architrave del portale principale.
La ri-costruzione viene agevolata, anche, da re Roberto d’Angiò (1276- 1343) che concede all’universitas Bitecti la facoltà di imporre dazi: “Pro aedificatione Bitecti ecclesiae” (per la costruzione della Chiesa di Bitetto).
Sulla sua facciata spiccano un elegante rosone coronato da un archivolto decorato con ampie foglie di acanto, sormontato da un’aquila, simbolo del potere regio. Tre bifore, in corrispondenza delle tre navate e tre portali coronati da archi a sesto acuto, tipici dello stile tardo romanico, ormai gotico.
Molto interessante tutta la loro decorazione scultorea, una summa o compendio di tante raffigurazioni tipiche del periodo medioevale. Tutte le varie scene, generalmente sulla vita di Gesù, sono avvolte da tralci e da figure emblematiche.
Tutte le scelte decorative sono dovute al “Magister di Barletta Lillo”. figure antropomorfe e drammatiche, ma anche formelle con scene di vita più semplici e più vicine al popolo.
Le varie formelle rappresentano l’Annunciazione, la Natività, l’Epifania, la Strage degli innocenti, la Presentazione di Gesù al Tempio, la Fuga in Egitto, la disputa con i dottori, il Battesimo di Gesù nel Giordano, le Nozze di Cana.
La formella con la Natività di Gesù, opera del “Magister Lillo da Barletta” è. senza dubbio, una delle prime raffigurazioni di un presepe, su pietra, nell’area barese. Un presepe arricchito da vari ed importanti personaggi, tutti ben distinguibili.
Poco si sa di “Magister Lillo” , detto anche “Lilium de Barulo” che scolpisce la sua firma e l’anno di esecuzione, sotto l’architrave del portale. E’ sicuramente una figura importante sia come scultore che come progettista capo-cantiere se si fregia dell’appellativo “Magister”, riservato solo alle figure più eccelse.
Molti i particolari interessanti che offre questa Cattedrale, ma in questo periodo, è senza dubbio importante la segnalazione di questo presepe realizzato in pietra, già intorno al 1335, fortemente voluto da un re importante, Roberto I d’Angiò, dal vescovo Bonocore e soprattutto voluto e realizzato da “Magister Lillo”.
Sicuramente opportuna una più accurata visita a questa cattedrale, al suo impianto, alle stupende opere d’arte contenute ed alle sue decorazioni scultoree, magari in compagnia di un’ottima guida come il Maestro Lino Sivilli, mio docente, all’epoca, di Anatomia Umana, ma anche un notevole artista di transavanguardia a livello internazionale.
Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Contatti: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it. Grazie.