Chiude Museo Pompidou a Parigi

Anche l’Arte francese è in crisi Macron chiude un simbolo…..

Maria Catalano Fiore

Cosa dire? Aver compagni al duol scema la pena? Ci consola che non solo noi abbiamo politici ottusi, anche in Francia gareggiano….Il Presidente della Repubblica Francese Emmanuele Macron e il ministro della Cultura e comunicazione Francoise Nyssen con intesa Europea di Frank Riester, bilaterale con il nostro Mibac , accordo stipulato il 27 febbraio 2020, prendono decisioni assurde.

Una di queste è la chiusura del “Centro Nazionale d’Arte e Cultura Geoges Pompidou, a Parigi in Rue Beauborg 19. Le motivazioni sono vaghe, certo è necessaria manutenzione ordinaria, ma di contro c’è di certo che è uno dei Musei più visitati al Mondo, quindi un’operazione inutile ed inspiegabile.

Ecco il centro nella sua collocazione nel cuore di Parigi.

Costruito in maniera avveniristica su progetto di Renzo Piano e Richard Rogers, su ferma volontà del Presidente francese George Pompidou , in carica dal 1969 al 1974, che vuole creare nel cuore di Parigi una Istituzione all’insegna della multidisciplinarietà, una interessante vasta biblioteca, un museo di design, attività musicale e cinematografica.

Inaugurato il 31 gennaio 1977 dal successore di Pompidou, Valery Giscard d’Estaing e dalla vedova di Pompidou.

Alla fine degli anni 90 viene fatta una radicale ristrutturazione, sempre ad opera di Renzo Piano, eliminando pannelli che contenevano amianto, ormai fuori legge, riapre dopo poco il 1 gennaio 2000.

Custodisce circa 70.000 opere di arte del 900. Il desiderio di Pompidou era quello di frenare il declino di Parigi, nel mondo dell’Arte, a favore dell’emergente centro di New York.

Il Centro attualmente ingabbiato in impalcature e pannelli

Quando l’estate scorsa, il Centro, riaprì dopo tre mesi di lockdown, gli applausi si levarono dal piazzale antistante, segno dell’importanza di questo centro. Un vero centro culturale, ora chiude per una serrata sino al 2027, ma sicuramente prolungata. La Direzione afferma di non avere scelta. Qui dove la creatività è sovrana, dove Italo Calvino discuteva con Renzo Piano su come ripulire i vetri….

Pablo Picasso : Arlecchino, uno della serie eseguita tra il 1915 ed il 1923.

Comunque dopo quasi 44 anni di vita pare che siano ancora presenti diversi pannelli di amianto che devono essere rimossi dalla facciata. Un lifting da 200 milioni di euro, che poteva essere fatto per blocchi, tutelando l’interno e non proibendo l’afflusso del pubblico. Ci sono varie possibilità, anche quella di entrare solo in determinate ore. Molti professori hanno sollecitato i loro alunni a visitarlo prima della chiusura. Le 70.000 opere ospitate sono fondamentali per tutta l’arte mondiale che si sviluppa tra fine 800 e tutto il 900. Dove saranno collocate o conservate e come? I quesiti sono tanti da parte di storici, critici e restauratori……

Marc Chagall “Doppio ritratto con bicchiere di vino 1910”

E’ un museo che parla del 900, nato dalle rivolte 68ine e dalla passione vera per l’Arte. E’ un simbolo di libertà e di aggregazione frequentato da tutti i ceti sociali. Tra le opere di Chagall o Henry Matisse si mescolano accademici e studenti oltre che turisti. Giovani artisti circolano liberi con le loro tele, ispirandosi o mostrandole al pubblico.

Giorgio De Chirico: “Il Ritorante” 1940

Ecco perché la notizia di questi lavori cosi lunghi, che potrebbero protrarsi, ma non solo, potrebbero finire con un cambio di destinazione d’uso e la perdita non solo di un contenitore culturale, ormai simbolo dell’arte rinnovata, ma soprattutto perché chiudere anche la biblioteca dove tutti possono accedere e i laboratori vari? E soprattutto le centinaia di persone che lavorano nel Centro che fine faranno? Altri disoccupati…e tutto si potrebbe evitare con un po’ di buonsenso ed eseguendo i lavori per comparti.

Chi vivrà vedrà ! La perdita economica sarà ingente.

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