Come nasce un’opera d’Arte?
Un artista sui generis che studia e sperimenta continuamente per raggiungere risultati particolari con precisi riferimenti storico-artistici.
Maria Catalano Fiore
….Come Venere dalle acque bisognerebbe proprio dire in questo caso…. o dalla Ricerca ininterrotta di un artista sui-generis quale è Roberto Capriuolo!
I suoi soggetti, le materie usate, i metodi non sono mai monotoni, anzi, a volte proprio criptici. Quando, poco tempo fa mi ha mostrato il suo bozzetto, attraverso uno scatto Wa, l’ho consigliato di andare avanti, curiosa di vederne le fasi progressive sino al risultato finale.
Una donna emerge da qualcosa, forse una grande conchiglia, ma cosa vorrà dire? “Maria sto lavorando per la Bibart!” ok prosegui.
Finalmente potrà tenersi la Bibart, Biennale Internazionale d’Arte 2021, slittata per ovvie ragioni, due mesi di mostre, performance, video art, letteratura, convegni. Al via anche la seconda edizione del premio letterario nazionale “Vittorio Stagnani“. Un anno durissimo, quello appena trascorso, ma l’arte intende risorgere, anche se non si è mai fermata, ma ha bisogno di una vetrina. Questa opportunità è data proprio dalla Bibart, dove artisti giovani o collaudati approfittano di questa vetrina come un vero trampolino di lancio. Ebbene Roberto è stato selezionato e si sta dando un gran da fare come tutti. Cominciando da questa idea…..
Proseguiamo…foto n.2.
La cosa mi incuriosisce….la Conchiglia più famosa in Arte? Botticelli e la Venere, la famosa Simonetta Vespucci. Venere nasce dal mare. Risaliamo, Venere in latino Venus, deriva dalla dea greca Afrodite che non è nata da un’unione carnale o promiscua, tipica degli antichi Dei, molto più svegli di noi comuni mortali; Venere secondo il filosofo Esiodo nasce dal seme di Urano caduto in mare. Secondo Omero Venere sarebbe figlia di Giove e della Ninfa Dione che ne raccolse il seme in una conchiglia. Ok, sin qui ci siamo, ma Venere non poteva nascere ventenne in quella enorme valva, circondata già da ancelle come nello stereotipo Botticelliano datato 1485. Ma si sa una dea non ha età…
Simonetta Vespucci, nobildonna, amata da Giuliano de Medici, idolatrata da Sandro Botticelli che ne fece la sua musa, morta precocemente di tisi, in sua memoria Lorenzo il Magnifico scrisse addirittura un sonetto, diventa lo stereotipo della bellezza femminile. Grazie anche al contributo di Giorgio Vasari che nel 1550 la accomuna alla “Primavera”, sempre del Botticelli, che si riferisce però al poeta Ovidio, che fa approdare la dea Venere, scivolando su una conchiglia, sulle sponde dell’isola di Cipro. Avanza con la sua bellezza e grazia innegabile, sospinta dal soffio di Zeffiro, vento fecondatore.
Comunque Roberto prosegue la sua opera. varie sono le Veneri e in svariate pose immortalate in opere d’arte dalla celebre “Venere di Milo” , alla “Venere” di Paolo Veronese, del Correggio (1528), di Velasquez, “Venere di Urbino” di Tiziano Vecellio (1538 – sempre agli Uffizi di Firenze) sino alla “Venere e amori” di Salvator Dalì del 1925…. Ma Roberto va oltre, cita un ….. Cabanel nello Zeffiro che osserva la Venere dandole vigore e la prevalenza del colore turchese simbolo di Venere. L’Angelo non è il Giuliano de Medici di Botticelli ma piuttosto il Lucifero inserito da Alexander Cabanel.
Inusuale la conoscenza delle opere di Alexander Cabanel, (1823-1889)…
Cabanel era un “Pittore Accademico” che ha studiato per lungo tempo a Roma, proprio quella Storia epica greco-romana. Qui la Venere galleggia sulle acque spumeggianti contornati da amorini, tra un un piccolo Lucifero. Sdraiata, esangue, e non poche critiche ha sollevato all’epoca. Sedate dal re Napoleone III, piuttosto passionale. Ma non ci siamo ancora! Venere nasce dall’acqua, da una conchiglia, bellissima e senza età.
Venere nasce da una conchiglia, ma quale? Noi siamo abituati a pensare alle conchiglie come contenitori vuoti, ritrovati sulle spiagge, ma prima hanno contenuto un mollusco vivente, poi integrato nella catena alimentare marina. Roberto sceglie una conchiglia particolare dalla madreperla sempre viva come simbolo della bellezza della natura, ma anche per la sua configurazione geometrica rappresentata dalla sua particolare sezione aurea eterna ed infinita: il Nautilus.
La Conchiglia Nautilus è stata osservata e studiata, per la prima volta, solo nel 1829 ed è classificata come “Fossile Vivente”. La sua preziosa conchiglia è molto usata in oreficeria. E’ una grossa Spirale entro il quale vive un corpo molle con una testa ed occhi grandi, i tentacoli sono numerosi e servono per catturare i piccoli crostacei dei quali si ciba.
Il suo interno è bellissimo, oltre che traslucido ha quasi una forma architettonica, è il rifugio ideale sia per l’incubazione del seme di Giove, sia per la la sua riproduzione e trasformazione nella Dea Venere.
Ora tutti i richiami sono palesi, la conchiglia è viva, poiché Venere vi è nata e cresciuta, viene sospinta verso la riva da Zeffiro altera ed elegante, così come descritta da Ovidio; I lunghi capelli sono contenuti in un turbante di seta turchese, colore preferito di Venere così come i suoi fiori preferiti.
Tante sono le Veneri nell’Arte e innumerevoli le recensioni. Io ho scorto alcuni elementi che rendono unica questa “Nascita di Venere” di Roberto Capriuolo a partire dalla scelta della conchiglia.
Tra tante recensioni, a mio parere, forse perché è stato un mio mentore, nell’inculcarmi la collocazione delle opere nel loro contesto storico e nelle loro motivazioni, anche se, purtroppo, era già anziano, ma i suoi studi e scritti restano. Carlo Giulio Argan evidenzia, più volte, nei significati impliciti del dipinto, la corrispondenza fra il mito della nascita di Venere dall’acqua marina all’idea cristiana del battesimo, il rifiorire delle acque, spesso la colonna battesimale ha in cima una bacinella a forma di conchiglia, perché? La Natura è espressa nei sue elementi (acqua, aria, terra) e rende la conchiglia un simbolo fondamentale di tutta l’opera.
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