Contro-immagine

In copertina, Luigi Guerricchio, il carro della Bruna, lui non rinuncia alla cultura nel suo sud, alla sua Matera, a tutto quello che era stato fatto a Bari.

Maria Catalano Fiore

Il Maggio di Bari finisce silenziosamente. Solo Luigi Guerricchio combatte, compie un tentativo di ri-aggregazione effettuato proprio fondando i gruppi Contro -immagine e, successivamente, Nuova Puglia. Una operazione di ricomposizione tra artisti e territorio meridionale, ma…. Comunque gli anni 70 saranno anni frementi per la cultura artistica che si ricollocherà sulla scena nazionale nel 1976, come vedremo, con Expo Arte e proprio in quella stessa Fiera del Levante

Una lettura particolare del Maggio e del suo svolgimento dal 1951 al 1968, sarà fatta nel 1996, proprio durante un Expo Arte, da Pietro Marino in una mostra di locandine, foto e qualche opera. La Galleria che non c’è.

Locandina originale dell’evento

Varie le presenze di prestigio, ovviamente gli assessori comunali, il Corrispondente del Giornale dell’Arte Michele Campione, Raffaele Nigro, Gustavo Delgado, come uditore per un settore ancora poco considerato, la Transavanguardia, il critico Achille Bonito Oliva, Clara Gelao come Direttrice della Pinacoteca Provinciale di Bari, una “comparsata” di Vittorio Sgarbi, che perorava altro in galleria. Un racconto stringato di Pietro Marino.“Tra ferite e mutilazioni il corpo del Maggio di Bari, ha messo in luce qui la sua storia che è quella dell’arte e del gusto degli anni 50/60 e di come è stata vissuta a Bari. La lunga, ma non troppo, predominanza degli artisti definiti allora figurativi e delle rappresentanze delle scuole “Romana” (Orfeo Tamburi, Mario Cagli, Raphael e Myriam Mafai, Domenico Purificato sino al favolistico Franco Gentilini); i grandi nordici come Bruno Cassinari, ecc…Ancora la Scuola napoletana di Michele De Giosa. Parallelamente lo sviluppo di quel filone specifico di tensione meridionale del dopoguerra chiaro nelle opere di …

Renato Guttuso, Un angolo dello studio di via Pompeo Magno , olio su tela 40×50

Renato Guttuso, uno dei primi commissari e promotori del Maggio di Bari. Carlo Levi, Domenico Cantatore. Il fronte astrattista di Giulio Turcato, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Arnaldo Pomodoro.

Ma tutti hanno driblato sulla mancanza di una Galleria di Arte Moderna e Contemporanea a Bari, e sulla collocazione ed inventario, inesistente, delle opere vincitrici.

Parlare del Maggio di Bari, del Premio Ramoscello d’oro o del Premio Primavera, non è solo una rievocazione, ma una provocazione a rivisitare la storia di una cultura complessa e tormentata dalle occasioni colte o perdute. Ancora nel 1998 ci fu una riproposizione del maggio artistico.

……..continua…….

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