Da Natale all’Epifania: i capolavori che li rappresentano!
La Natività è, sin dalle origini, il tema più rappresentato nella storia dell’arte. Un tema, senza dubbio, di fortissima valenza religiosa. In copertina immagine di una natività di Filippo Lippi.
Maria Catalano Fiore
Contributi di Adriana De Gaudio
Scambiandoci i consueti auguri di Natale, la mia amica Adriana De Gaudio, poetessa, ma anche apprezzata docente di Storia dell’arte, mi ha ricordato quanti capolavori d’arte hanno come soggetto la Natività, la fuga in Egitto, sino all’Epifania.
Sono davvero tanti, i pittori illustri, o meno, che hanno dipinto Natività. Ogni artista ne dipinge almeno una nella sua carriera. Le origini di questa iconografia sacra risalgono già ai primordi del Cristianesimo tanto da finire per diventare una delle scene sacre più importanti dell’immaginario collettivo (almeno quello occidentale).
Il termine stesso “Natività” indica esclusivamente la nascita di Gesù , solitamente raffigurata all’interno di una grotta o di una capanna, con Maria e Giuseppe (componendo così la Sacra Famiglia) e gli immancabili animali.
Gli artisti di tutti i tempi hanno sperimentato e reinterpretato la Natività in numerosissimi modi, con santi, angeli, pastori, donatori, in questo ultimo caso spesso l’opera viene chiamata “Adorazione dei Magi”.
Tra le tante opere d’arte, tutte meritevoli e interessanti, ve ne segnalo alcune tra le più famose, nell’arco dei vari secoli.
La più antica raffigurazione di Gesù Bambino con la Madonna è quella ritrovata nelle Catacombe di Santa Priscilla, sulla via Salaria a Roma, dipinta da un ignoto artista del III secolo all’interno di un arcosolio del II sec.
Giotto (- m.1337) Dipinge una “Natività di Gesù” tra il 1303 ed il 1305, a Padova nella “Cappella degli Scovegni”, un ciclo di scene pittoriche dedicate a tutta la vita di Gesù.
Piero della Francesca (1415 c. – 1492) “Natività” dipinta tra il 1470 e il 1475 una visione innovativa già “oltre i canoni”: ambientata di giorno in un elaborato contesto prospettico-architettonico.
Sandro Botticelli (- m.1510) “Natività mistica” datato al 1501, un’opera forse destinata ad un committente, anche questa è un’opera rivoluzionaria, non certamente rispondente a canoni rinascimentale ma, piuttosto, “simbolista”.
Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi” dipinto datato 1600, che era conservato nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, trafugato nel 1969 e mai più recuperato. Il suo valore attuale è stimato, dall’Fbi, intorno ai 20 milioni di dollari. E’ inserito nella lista mondiale dei dieci capolavori rubati più importanti.
Questo furto ha ispirato e continua ad ispirare notevoli autori e cineasti: Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Sergio Sollima, ecc…
Tra le opere di arte moderna la più commovente è senza dubbio l’opera di Paul Gauguin (1848-1903), dipinto in cui si ritrovano numerosi riferimenti religiosi. Realizzato nel 1896 “Te Tamari non Atua” è anche conosciuto come “La nascita di Cristo, figlio di Dio”. Qui la Madonna è raffigurata con i tratti di una donna tahitiana, con capo circondato da un’aureola. Il Gesù, appena nato, è in braccio ad una balia, sullo sfondo una stalla con bovini, come nel più classico dei presepi.
La scena è pregna di significati religiosi, ma contiene anche un riferimento ad una esperienza intima dell’artista: un figlio appena nato, nel 1896, morto prematuramente. Questo particolare è indicato dal copricapo nero indossato dalla balia, che culla dolorosamente il bambino.
Queste sono solo una infinitesima parte delle grandi opere dedicate alla Natività. Per la “Fuga in Egitto” e “L’Adorazione dei Magi”, aspettate che il “tempo si compia” (citazione Biblica).
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