Dante: a Firenze l’albero del Paradiso in piazza della Signoria
Dante dalla sua statua guarda un po’ accigliato, non credo gradisca questo omaggio…….
Maria Catalano Fiore
Sfogliando i quotidiani di oggi, emerge ancora Dante, ovviamente, ma non era prevedibile questa versione.
A Firenze sono già presenti alcune statue dantesche, una accanto a Santa Maria Novella, è realmente molto bella, posizionata li nel 1971.
E’ una statua conforme ai canoni danteschi e con una espressione intensa.
Il 25 marzo, giorno del Dantedì è stata inaugurata una nuova opera, in occasione dei 700 anni della morte del Sommo Poeta. Un’opera artistica che lascia abbastanza scettici….posizionata per di più proprio al centro di piazza della Signoria. Si tratta di un abete monumentale di oltre 22 metri una metafora del Paradiso dantesco opera di Giuseppe Penone, la più grande collocata nel centro di Firenze.
Il tronco e i rami sono stati realizzati in una fusione di acciaio inossidabile avvolta da un reticolo, i 18 elementi che lo arricchiscono sono stati eseguiti in bronzo. Inutile dire che i fiorentini sono rimasti allibiti.
Questo albero intirizzito e spoglio. “Una pianta secca con rami penduli”, così la descrive Giulia Ronchi su “Artribune” insomma come si fa a pensare al Paradiso idilliaco, guardando …..”il pensiero vegetale” definito da Penone.
Un’opera difficile e anche se alla sua inaugurazione sono intervenuti il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il Sindaco di Firenze Dario Nardella e il Direttore del Museo degli Uffizi Eike Schmidt.
Proprio Schmidt spiega: “Questo albero dantesco che nell’intenzione dell’artista si rifà ai versi dell’Alighieri mescola un’idea astratta della natura, non a caso il materiale è in contrasto con la consistenza tutta petrosa nel centro di Firenze”. Una fase criptica che conferma come questa opera metallica sia veramente stridente in un centro storico realizzato in pietra. Assente il Soprintendente ai B.C.
Senza nulla togliere all’opera di Giuseppe Penone, proprio realizzate da lui ne ho viste di migliori, e comunque esistono leggi di “Rispetto” per i monumenti o altri artefatti che prevedono nuove istallazioni, o modifiche urbane solo oltre i 300metri. Il Progetto di tale opera sarà sicuramente stato sottoposto ad approvazione sia della Soprintendenza, sia Ministeriale. Solo un intervento del vertice del ministero dei beni colturali spiegherebbe certe omissioni.
Non si tratta di una innovazione o di una istallazione che deve spiccare, è semplicemente fuori luogo. Ammiro le opere di Giuseppe Penone, 1947, ottimo artista, diplomato all’Accademia di Torino e alunno di Michelangelo Pistoletto con il quale entra a far parte del “Movimento dell’Arte Povera” nel 1967.
In Penone emerge forte un rapporto tra uomo e natura.
Forse ha sua opera più bella ed inserita nella natura e nel suo evolversi è a Parigi nel Giardino di Versailles. infatti è pluripremiata.
Ma questo evolversi della Natura, a Firenze appare assente. Come possono rappresentare la natura l’acciaio inossidabile e il bronzo, note fusioni non presenti in natura ed il Paradiso dantesco quei rami spogli?
Vittorio Sgarbi, dalle pagine de “Il Giornale” tuona che quest’opera appare solo come la replica di “Spelacchio”, l’albero di Natale arrivato a Roma nel 2017.
E cosi come “Spelacchio” fece insorgere i romani così questo “Albero del Paradiso fa insorgere, giustamente i fiorenti. Forse Sgarbi ha proprio ragione?
Attendiamo sviluppi…….
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