Gian Maria Tosatti

Chi è questo artista, giovane, quarantunenne ma non certo inesperto né sconosciuto, che esporrà da solo nel padiglione dell’Italia alla prossima Biennale di Venezia?

Maria Catalano Fiore

La 59 Esposizione Internazionale d’Arte si svolgerà a Venezia dal 23 aprile al 27 novembre 2022. Sotto la Direzione di Cecilia Alemani, s’intitola “Il Latte dei Sogni”.

Si concentrerà attorno a tre aree tematiche: rappresentazione dei corpi e loro metamorfosi; individui e tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra. L’anticipazione: “Se gli eventi degli ultimi mesi hanno dato forma ad un mondo lacerato e diviso la mostra prova a immaginare altre forme di coesistenza e trasformazione”.

Cecilia Alemani

Il Padiglione Italia in programmazione per questa prossima Biennale ha operato una scelta estrema: presentare un solo autore Gian Maria Tosatti.

Curatore del Padiglione Italia è il Critico d’Arte Eugenio Viola, 47 anni, che ha al suo attivo alcune collaborazioni con Vittorio Sgarbi ed altri. Il suo gesto di scegliere un unico Artista sembra un po’ un atto di superbia, ma….già anni fa si è verificata una situazione simile quando il Commissario del Padiglione Italia ha invitato solo tre artisti.

E tutti gli altri, giovani, vecchi, attivi tra una Biennale e l’altra, non meritano? Certo che si, ma non si può trasformare la Biennale in una fiera di paese.

Comunque Gian Maria Tosatti è supportato dalla Galleria d’Arte Napoletana “Lia Rumma”, le sue opere pubblicate e recensite dalla “Treccani Arte” non è certo un pivello.

G.M.Tosatti : Istambul

Gian Maria Tosatti nato a Roma nel 1980 da subito comprende che il suo futuro è rappresentato dalle arti visive. Oggi vive tra Napoli e New York, i suoi progetti artistici sono come indagini, si è formato a Roma nel campo delle performance realizzando installazioni, tra il 2008 ed il 2018, viaggia anche in altri paesi ed indaga sul concetto di identità.

Nel frattempo Tosatti è stato nominato Direttore artistico della Quadriennale si Roma per il triennio 2021-2024. Si sta tentando di stimolare e riabilitare la Quadriennale romana, purtroppo morta da tempo.

G.M. Tosatti un interno Napoletano

Forse utile ricordare che, in epoche passate, anche di fascismo o di guerra Biennale e Quadriennale furono guidate da artisti: La Biennale da Antonio Maraini (1886-1963) noto scultore e critico d’Arte, poi anche politico, curatore della Biennale di Venezia dal 1927 al 1942 (una sua nipote è la scrittrice Dacia Maraini) e Cipriano Efisio Oppo (Roma 1891-1962) pittore, critico e politico vero ideatore della “Quadriennale Romana” che guida in veste di Segretario dal 1931 al 1943. Poi con l’avvento della Repubblica, l’incarico per la Direzione della Quadriennale, è passato a Storici e Critici d’Arte come Roberto Longhi, Francesco Arcangeli, Cesare Brandi, Giulio Carlo Angan, Maurizio Calvesi, Giovanni Carandente, Lorenza Trucchi, nomi che non hanno bisogno di presentazione, poi? Capitolo chiuso, noooo Un capitolo ri-apribile se si vuole.

Undici anni fa anche Vittorio Sgarbi è stato chiamato a dirigere il Padiglione Italia della Biennale e, nella sua megalomania, ha convocato ben 4.000 artisti e 300 letterati una scelta, in ogni regione poi una nuova cernita, molto criticata questa vasta espansione, il suo intento era quello di fotografare lo stato dell’Arte italiana nelle sue mille sfaccettature anche antropologiche.

Oggi che ci sia un Commissario che sceglie un artista solo pare quasi una autoritaria prepotenza. Ed ecco che Eugenio Viola in un dialogo sulle pagine della storica rivista “Flash Art” diretta da Giancarlo Politi : “A parte le riflessioni, torna Venezia. Checché se ne dica un appuntamento importante. E’ vero che noi (critici) facciamo il possibile per screditarlo, ma anche se la Biennale vacilla, ma Venezia fa il miracolo. Cosa è successo in questi ultimi anni?…….anche Germano Celant (1940-2020) ha invitato solo tre artisti Cucchi, Cattelan, Spalletti, poi per due edizioni viene abolito il Padiglione Italia, poi arriva Sgarbi con tutta la sua corte, Quest’anno solo un uomo al comando (io). Certo chiedendo, tuti mi dicono che la “genialata Sgarbi è stata un fatto politico, a tanti ha dato (o venduto) illusioni.”

G.M. Tosatti Hotel de la Lune

Sgarbi recrimina sulle pagine di Panorama che: “Per una nazione ricca d’Arte come la nostra, uno solo non va bene, un solo artista non può rappresentare la complessità italiana con artisti giovani di livello, che attendono di essere in Biennale e non ce la fanno.”

Gian Maria Tosatti prende la parola: “Non posso trascurare tanti episodi storici legati alla Biennale, tanti oscuri o fumosi, vale fra tutti lo sbraitare di insensibilità di Renato Guttuso, quando dopo la “strage di Marzabotto” Giorgio Morandi presenta una “Natura morta con bottiglie”, per poi scusarsi dopo la guerra. Il vero problema è che tutti vogliono fare i sociologi, gli scultori fanno film, gli scrittori gli artisti ei galleristi? Ma i galleristi sono sempre presenti anche in questo soliloquio Eugenio Viola/Lia Rumma/Gian Maria Tosatti. alla fine la parola è sempre del mercato che sceglie!”

G.M. Tosatti: La Peste

Ed ancora: “Il fatto è che il Padiglione Italia ogni volta SOFFRE. Questa volta invece S’OFFRE. Viola e Tosatti ci credono, Lia Rumma, come gallerista, è una garanzia. Aldilà dei giudizi espressi da chi vede una Biennale destinata a pochi e chi plaude ancora Sgarbi, che a dirla tutta fece veramente un mercato delle pulci. In effetti chi ha partecipato quell’anno, spesso lo sorvola….

Comunque c’è da precisare una cosa: chi sceglie il Curatore? Sull’atto di Fondazione e funzionalità della Biennale è specificato che il Curatore è scelto dal Ministro della Cultura, anche attraverso il Direttore Generale della Creatività contemporanea Onofrio Cutaia, che ne è commissario. Negli ultimi anni e già con i precedenti Direttori Generali la procedura si è fatta concorsuale. Quindi Cecilia Alemani, non ha avuto molta scelta. Dalle varie proposte tra titoli e soggetti esce il prescelto, ma senza assegnargli precise regole e condizioni, lasciando al Curatore la Libertà di esprimere qualsiasi idea o capriccio.

G.M. Tosatti: vita che rinasce

Comunque il tema dell’Esposizione non è la solitudine ed è lo stesso Gian Maria Tosatti a dichiarare: “Non ho mai pensato che si potesse scrivere una sola pagina di Storia dell’Arte che fosse una storia di solitudini. La Storia dell’Arte è una sinfonia di confronti, serrati, aperti, illuminati”. Quindi una sfida? Ma il confronto con chi?

Tante le incognite, e poche le risposte, probabilmente sarà il pubblico, e gli investitori in Arte a decretare il successo o meno, e se questa formula sarà un rilancio o meno.

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