I De Filippo

Giovedi 30 dicembre in prima TV va in onda il film diretto da Sergio Rubini sui fratelli De Filippo, sicuramente valido, ma la loro storia è così particolare e fuori dalle righe che va raccontata.

Maria Catalano Fiore

Il Racconto Cinematografico/ televisivo parte da inizio 900 con la morte del “patriarca” Edoardo Scarpetta, grande attore, scrittore ed impresario dalla metà dell’800 in poi, famosissimo in Italia ed all’estero.

Grande folla al suo funerale, testimoniata da questa rara foto d’epoca, ma l’avvenimento è molto sentito sia dal popolo che dagli intellettuali. Edoardo muore nel 1925, all’età di 72 anni. Dopo gli imponenti funerali viene imbalsamato e deposto in una bara di cristallo; riposa nella cappella delle famiglie De Filippo, Scarpetta e Viviani al “Cimitero di Santa Maria del Pianto” a Napoli.

Per comprendere la vera storia personale e teatrale dei tre fratelli De Filippo: Edoardo, Titina e Peppino, bisogna fare un passo indietro proprio sulla storia di Edoardo Scarpetta, loro padre biologico.

Odoardo Lucio Facisso Vincenzo Scarpetta, semplicemente Edoardo sulla scena è stato il più importante attore e autore del teatro napoletano, e non solo, tra la fine dell’800 i primi del 900, capostipite della dinastia teatrale degli Scarpetta – De Filippo, ma… non solo.

La sua vita molto sopra le righe e la sua famiglia molto “allargata” hanno dato e danno ancora molto al teatro, alla musica ed anche al Cinema italiano, è infatti uno dei primi attori a mettersi in gioco davanti ad una Cinepresa, e con soggetti e sceneggiature sue.

Edoardo Scarpetta fotografato dal grande Mario Nunes Vais: il fotografo dei grandi attori ad inizio 900

Edoardo nasce a Napoli nel 1853, dove morirà il 29 novembre 1925, lasciando il testimone (solo quello) ai tre figli Edoardo, Titina e Peppino, illegittimi e quindi l’eredità in solido passa all’unico figlio, nato dal matrimonio: Vincenzo. Al figlio (del re), Domenico, viene corrisposto, da sempre, un assegno mensile da Casa Savoia, con il semplice divieto di calcare le scene teatrali. Quindi Domenico è l’unico figlio di Scarpetta a non fare l’attore.

Edoardo Scarpetta, di classe medio borghese, comincia la sua carriera a soli 15 anni, scritturato come apprendista dalla “Compagnia di Antonio Petito di cui diventa capocomico nel 1879.

Dal 1870 comincia il suo successo personale interpretando Felice Sciosciammocca, personaggio che comincia ad affiancarsi a Pulcinella nelle sue farse.

Scarpetta era ambizioso, arrivista, mirava ad emergere ad ogni costo, passa un periodo a Roma, interpretando un grandissimo Pulcinella, al suo rientro a Napoli, nel 1878 rientra al San Carlino dove ottiene un grande successo con la commedia “Don Felice maestro di calligrafia”. L’anno successivo fu scritturato per una tournée a livello nazionale.

Edoardo Scarpetta sulla scena

Nel 1880 ottiene un prestito di £ 5.000 per rinnovare e riaprire il vecchio e glorioso “Teatro San Carlino” con grandissimo successo. Comincia così un crescendo di grandi successi, che lo portano a diventare un vero IDOLO, acquista, per abitarvi, un palazzo in via Colonna, progettato dallo stesso architetto del “Teatro Bellini” Vincenzo Salvetti, oltre a carrozze e cavalli.

Ormai è a livello non solo del popolo, ma della Napoli elegante e mondana, con gli incassi delle commedia “Na Santarella” si fa costruire una villa sulla collina del Vomero, chiamata appunto “Villa la Santarella” sulla cui facciata principale campeggiava “Qui rido io!”.

Il suo successo più grande “Miseria e Nobiltà” che in seguito ebbe ben tre trasposizioni cinematografiche (memorabile quella del 1954 con Totò) scritta per introdurre il dodicenne figlio Vincenzo nel ruolo di Peppiniello, con la nota battuta “Vicienzo m’è pate a mme!”, che diventa negli anni la parte con cui esordiranno tutti i “piccoli” di casa Scarpetta, compresi i fratelli De Filippo.

Scarpetta è stato abbastanza prolifico anche di figli, 9 tra legali, illegali e riconosciuti postumi.

Eduardo, Luisa e i loro tre figli Titina, Eduardo e Peppino.

Nel 1876 sposa la figlia di un commerciante, la diciottenne Rosa De Filippo, da cui ha due figli Domenico, figlio però di una relazione di Rosa con Re Vittorio Emanuele II, già accennata, e Vincenzo.

Dalla relazione con la maestra di musica Francesca Giannetti, nasce Maria, che abbandonata dalla madre, Scarpetta e sua moglie Rosa, subito adottano.

Dalla relazione, o meglio, dalla nuova famiglia che Scarpetta ha creato con Luisa De Filippo, nipote di Rosa, di 25 anni più giovane, nascono Annunziata (detta Titina), Eduardo e Giuseppe (detto Peppino). La sua seconda famiglia vive in un palazzo poco lontano.

Luisa De Filippo

Dalla relazione con Anna De Filippo, sorellastra della moglie Rosa, nasce Ernesto Murolo (padre di Roberto Murolo), Eduardo (in arte Passarelli) e Pasquale.

Alcuni episodi della sua vita sono raccontati nel film “Qui rido io” del 2021 diretto da Mario Martone.

I tre De Filippo non erano definiti illegittimi, ma “I figli Del bottone” e chiamavano Scarpetta “zio”. Bottone perché Luisa che collaborava come sartina teatrale, veniva spesso chiamata dal capo per….ricucire un bottone. Rosa sapeva e tollerava, lei stessa aveva un figlio “riconosciuto”.

Scarpetta frequentava quotidianamente le due case e quando andava fuori Napoli portava con se la famiglia secondaria.

La prima dei tre De Filippo a debuttare in teatro è la grande Titina (1898-1963), a soli 7 anni nella commedia “Miseria e Nobiltàsempre nella parte di Peppiniello. Ma non solo, le assegnavano sempre ruoli maschili, sino all’adolescenza, poco adatta a ruoli maschili e non pronta per i femminili.

I tre De Filippo

Nel 1909 Scarpetta, amareggiato da una lunga causa, durata tre anni, e vinta, contro Gabriele D’annunzio sulla parodia comico/ironica de “La figlia di Iorio”, trasformata in “Il Figlio di Iorio”, si ritira lasciando la direzione della compagnia a suo figlio Vincenzo, valido musicista, diplomato al conservatorio di Napoli, ma obbligato a recitare come Felice Sciosciammocca. Nel 1912 Vincenzo la scrittura definitivamente. Titina ha solo 14 anni, ma è adatta a ricoprire i ruoli di attrice giovane. In seguito troveranno scrittura anche i suoi fratelli.


Titina incomparabile interprete di Filumena Marturano

Titina nel 1921, cambia compagnia e qui conosce l’attore Pietro Carloni che sposa l’anno seguente. Dal matrimonio nasce Augusto Carloni (1923-1997). Dal 1924 interpreta alcune commedie di Michele Galdieri ed in seguito è stato un crescendo di successi.

Una prestigiosa carriera che la vedrà poi non solo come attrice, ma anche autrice e sceneggiatrice teatrale e cinematografica.

Nel 1925, alla morte di Eduardo Scarpetta, i tre De filippo ereditano solo il suo mestiere, devono sgobbare ed esibirsi più di altri. Sono stimati da tutti. Profondamente amici con Luigi Pirandello.

I De Filippo con Luigi Pirandello

Nel 1931 i De Filippo fondano una loro Compagnia . Hanno un loro repertorio, Eduardo scrive e porta in scena dei capolavori come il 25 dicembre del 1931 “Natale in Casa Cuppiello”, ecc…Oggi Titina la ricordiamo in interpretazioni memorabili come quella di Filumena Marturano.

Eduardo e Lina Sastri in una registrazione di “Natale in Casa Cuppiello”

Nel 1937 i De Filippo debuttano nel Cinema, comincia un sodalizio con Totò. Titina è stata unica nel ruolo della moglie possessiva e avara in “Totò Peppino e i fuorilegge” ed altro.

Nel 1945, per alcuni dissensi Eduardo e Peppino si dividono, Titina resta con Edoardo che forma con lei la “Compagnia di Edoardo”, portando in scena i trionfi di “Napoli milionaria”(1945) e “Filumena Marturano”(1946) scritta per lei e che ricorda molto la loro madre Luisa. Nel 46 accusa i primi sintomi di malessere cardiaco.

La compagnia si scioglie nel 1951, per dedicarsi autonomamente o insieme al Cinema, il nuovo Futuro. Titina vince anche un “Nastro d’Argento” per la migliore sceneggiatura di “Due soldi di speranza”, nel 1952 diretto da Renato Catellani. Nel 1959 i tre fratelli tornano insieme in “Ferdinando I Re di Napoli”. Rifiuta la partecipazione al Film “Il Giudizio Universale” di Vittorio De Sica, nel 1961.

Matrimonio all’Italiana

Subito dopo la sua morte De Sica le dedica il film “Matrimonio all’Italiana” con Sofia Loren e Marcello Mastroianni (1964) trasposizione di Filumena Marturano. Autrice di 21 commedie e di tantissime sceneggiature, Titina si spegne il 26 dicembre 1963.

Eduardo, il secondogenito, sicuramente il più famoso per la sua attività di commediografo, drammaturgo oltre che di attore, sceneggiatore, poeta e regista. Napoli 1900-1984. Comincia a lavorare come Peppiniello e continua sino alla morte ad 84 anni.

E’ considerato uno dei più importanti attori teatrali del 900. Per i suoi meriti artistico/culturali è nominato senatore a vita dal Presidente Sandro Pertini e gli sono conferite due lauree honoris causa in lettere dall’ Università di Birmingam nel 1977 e dall’Università la “Sapienza” nel 1980.

Ulteriore bellissima Versione con Regina Bianchi

E’ stato anche proposto per il “Premio Nobel per la Letteratura”

Dopo aver calcato il palcoscenico già da piccolo, la sua vera scrittura gli viene nel 1915 dal fratellastro Vincenzo Scarpetta. Parlare di Eduardo è cosa infinita, magari lo faremo a parte, aggiungiamo solo qualche notizia.

Il suo primo lavoro teatrale è l’atto unico “Farmacia di turno”. Partito per il militare, anche li si diletta a recitare. Nel 1928 conosce e sposa l’americana, in vacanza in Italia, Doroty Pennington. Il matrimonio viene annullato nel 1952 dal tribunale della Repubblica di Marino, poi convalidato da quello di Napoli nel 1955. Nel 1956 sposa Thea Prandi, (1925-1961) attrice, cantante, madre dei suoi figli Luca (1848-2015) e Luisella (1950-1960).

La famiglia di Eduardo De Filippo nel 1959

Nel corso di pochissimi anni sopporta gravi lutti famigliari: Prima la morte, a soli 10 anni della figlia Luisella il 5 gennaio 1960, per un aneurisma celebrale a seguito di una caduta; poi l’allontanamento e la morte della moglie nel 1961; in seguito la morte di Titina nel 1963.

Infine Isabella Quarantotti, (1921-2005) scrittrice e sceneggiatrice che sposa nel 1977. Isabella ha una figlia, Angelica Ippolito, nata nel 1944, dal precedente matrimonio con l’ingegnere e industriale napoletano Felice Ippolito. Anche Angelica debutta in teatro con Eduardo nel 1975.

La grandezza del Teatro di Eduardo è che man mano abbandona quel “provincialismo” per scrivere commedie di più ampio respiro. Il tal senso è stato fondamentale l’incontro ed amicizia, dal 1933 il poi, con Luigi Pirandello.

Nel 1948 Eduardo acquista il semidistrutto Teatro San Ferdinando, investendo tutti i suoi averi e guadagni nella sua ricostruzione completata nel 1954. Nelle sue opere conferisce al napoletano la dignità di lingua ufficiale, ma travalicò tutto rendendo l’italiano/napoletano una lingua UNIVERSALE.

Alla sua morte la camera ardente venne allestita in “Senato” e le sue esequie trasmesse in diretta televisiva. Tutto il mondo lo rimpiange.

Eduardo e suo figlio Luca bravissimo attore, precocemente scomparso

Peppino, terzogenito della nidiata (1903-1980) non ha un rapporto facile con il padre (costretto a chiamare zio) é cresciuto da una balia a Caivano, poi in collegio, trascurato da tutti, tuttavia riesce ad esordire anche lui nella Compagnia di Vincenzo Scarpetta, ma frequenta e lavora anche per altre compagnie teatrali non napoletane.

Sino a che, con i Fratelli fonda la “Compagnia De Filippo”.

Peppino si distingue dai fratelli per la sua comicità dolce, meno amara della loro, comicità che lo porterà ad un maggiore successo di Cinema, dove esordisce sin dal 1932 e poi in Televisione.

Dal suo sodalizio di ferro con Totò nasce una delle più grandi coppie del cinema italiano.

Ma non solo, Peppino Lavora con i migliori registi: Mario Monicelli, Federico Fellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica ed altri.

In TV nasce la famosa maschera di “Gaetano Pappagone”.

Peppino De Filippo / Gaetano Pappagone

Dal primo matrimonio è nato il figlio Luigi (1930-2018) che segue la sua carriera di attore, sceneggiatore e scrittore soprattutto per la Rai.

Luigi De Filippo

Scrive un libro di ricordi biografici e famigliari intitolato “Una Famiglia difficile” dove affronta senza mezzi termine e censure i segreti di casa Scarpetta.

L’anno scorso Tony Servillo ha recitato in “Qui rido io”, trasposizione cinematografica di tutte queste vite.

Gli Scarpetta – De Filippo

Ora in tv quest’ultima trasposizione cinematografica, ma sarà detta tutta la verità? Difficilmente in una famiglia abituata a recitare anche nel ruolo di se stessi. Ma poi….giudicare? E perché ? Saranno sempre dei Grandi Uomini e Grandi Donne al loro fianco.

Comunque non perdetelo! Giovedì 30 dicembre RAI 1 ore 21.25

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