I rococò napoletani
Il rococò oltre ad uno stile artistico-architettonico del 700 è anche il nome di un dolce napoletano, molto speziato e molto buono e….non è Natale a Napoli…senza rococò.
Maria Catalano Fiore
Si definisce rococò uno stile artistico, architettonico e decorativo. Un tardo barocco settecentesco sorto in Francia verso il 1700 ed in seguito diffuso in tutta Europa.
Le caratteristiche dello stile rococò sono riconoscibili per la sfarzosità delle forme, le ondulazioni ramificate in riccioli giocosi e l’utilizzo di colori festosi. Il termine rococò deriva dal francese “rocaille”, un tipo di decorazione eseguita con pietre, rocce e conchiglie, utilizzate soprattutto come abbellimento architettonico, ma anche in decorazioni su abiti sontuosi.
Rococò è l’epoca e lo stile di artisti come Giovanni Antonio Canal, detto Il Canaletto (1697-1768), Jean Honore Fragonard (1732-1806), Elisabeth Louise Vigee Lebrun (1755-1842), Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770), Francesco Guardi (1712-1793), il pugliese, molfettese, Corrado Giaquinto (1703-1766) uno degli artisti più acclamati del suo tempo, la pittrice ritrattista e miniaturista veneziana Rosalba Carriera (1673-1757), e tanti altri…
Rococò è sicuramente uno stile che influenza la corte Borbonica di Maria Carolina, sorella di Maria Antonietta di Francia, da qui forse l’attuale nome di questo biscotto partenopeo.
Ma rococò è anche un dolce napoletano molto speziato, prodotto con spezie, mandorle, zucchero, cotto in forno ed adatto al periodo che va dall’Immacolata a tutto Natale. E’ infatti tradizione partenopea chiudere il pasto dell’Immacolata con un buon Rococò.
Il rococò, o meglio roccocò, sono, infatti, grossi biscotti, di tradizione napoletana, a forma di ciambella schiacciata della dimensione di 10 cm circa. Hanno un impasto e spezie particolari possono essere sia duri, da pucciare (Ndr. inzuppare) nel Vermouth o in un buon vino passito, sia più morbidi, dipende solo dalla cottura.
L’origine del roccocò va attribuita alle monache del Real Convento della Maddalena che, nel 1320, sperimentarono la ricetta di questo biscotto diventato, in seguito, il tipico dolce natalizio partenopeo.
Preparare i roccocò non è difficile, difficile trovare quel misto di tutte le spezie definite in area napoletana “Pisto”, ma nell’epoca di Intenet si rimedia presto.
Ci sono ottime ditte storiche che vendono il “Pisto” su Internet, composto da: 15 g. di di Cannella, 5 g. di pepe, 5 g. di noce moscata, 2 g. di chiodi di garofano, 2 g. di anice stellato.
Ingredienti per i roccocò: ( circa 25-30 pezzi) 500 g. di farina 00, 400 g. di zucchero semolato, 400 g. di mandorle con buccia, buccia grattugiata di due arance ed un limone, due bicchieri d’acqua tiepida, 1 cucchiaino di cacao amaro in polvere, 3 g. di ammoniaca per dolci (che potete sostituire con una bustina di lievito per dolci), 10 g. di Pisto, 1 tuorlo d’uovo per spennellare ed alcune mandorle per decorare.
Preparazione: La preparazione è facile e veloce, si impastano a mano senza nessuna difficoltà. Potete prepararli morbidi o biscottarli, con una più lunga cottura.
Mettete in una bella ciotola, e miscelate man mano, la farina, il pisto, lo zucchero, il cacao amaro, l’ammoniaca (o lievito).
Aggiungete quindi la buccia grattugiata degli agrumi e le mandorle spezzettate grossolanamente (non tritate), infine l’acqua aggiunta poco per volta.
Va ottenuto un impasto compatto, morbido, ma non appiccicoso.
Una volta compattato il tutto, dividetelo in pezzi di circa 60/65 g. ciascuno. Quindi, aiutandovi con della farina, realizzate dei salsicciotti da chiudere ad anello. Schiacciate bene l’unione.
Spennellateli con del tuorlo d’uovo sbattuto, guarniteli, se volete con scaglie di mandorle e poggiateli in una teglia foderata di carta da forno ad una certa distanza (in cottura aumentano di volume).
Cuocete in forno a 180° per circa 20 minuti, se volete potete anche utilizzare la friggitrice ad aria.
Se preferite dei roccocò più duri, lasciateli ancora in forno per altri 15 minuti. Una volta pronti si conservano per circa 45 giorni in scatola di latta. Non resta che provare questi “storici e tradizionali” biscotti.
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