Il Casino di Villa Boncompagni Ludovisi, a Roma, viene messo all’asta per quasi mezzo miliardo
La notizia è su giornali e riviste del settore. Uno dei più bei complessi architettonici romani verrà messo all’asta a gennaio, per beghe ereditarie…..come in tutte le famiglie.
Maria Catalano Fiore
Il Casino di Villa Boncompagni Ludovisi, uno dei più bei complessi architettonici del barocco romano, costruito a metà del 500, zeppo di opere di incredibile valore come l‘”Affresco dell’Aurora” del Guercino, e l’unico affresco del Caravaggio, andrà all’asta il prossimo gennaio.
Base d’Asta pazzesca, ma all’altezza: 471 milioni di euro. Oltre alla costruzione, e posizione, che li vale da soli, ci sono una marea di opere d’arte ed arredi.
Gli eredi Boncompagni Ludovisi, tre figli, contro una terza moglie non si mettono d’accordo sulla spartizione del Bene. Ma questa famiglia non è nuova a liti decennali per soldi e/o proprietà.
Tutto parte dalla morte e due testamenti, variati in poco tempo, del Principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, erede di un paio di Papi: Gregorio XIII Boncompagni e Gregorio XV Ludovisi, che hanno lasciato ai loro eredi un patrimonio sconfinato.
Solo la lottizzazione della proprietà di famiglia a Roma esteso da Villa Borghese alla Stazione Termini, ha fatto nascere il Rione Ludovisi e l’intera via Veneto.
La grande Villa non esisteva già più, spazzata via dalla fame di costruire della giovane capitale d’Italia a fine 800, ma è si è salvato il “Casino dell’Aurora” che ospita appunto il famoso affresco del Guercino. Giovanni Francesco Barbieri, definito Guercino, per un suo difetto visivo, pittore barocco di ambito bolognese (Cento-Ferrara 1591-Bologna1666). Allievo dei Carracci, apre a Cento una sua Accademia, è in contatto con Tiziano Vecellio e Jacopo Bassano.
Nel 1621 è a Roma con il preciso incarico di decorare il Casino di Villa Ludovisi che completerà nel 1623.
Il Casino ospita inoltre l’unico affresco che Michelangelo Merisi da Caravaggio ( 1571-1610) abbia mai eseguito, nel 1597 circa: Giove, Nettuno e Plutone è un soffitto ad “Olio su affresco intonacato di 300×180”. Una rappresentazione allegorica eseguita su commissione del Cardinale Francesco Maria del Monte, protettore del Merisi, subendo, poi, diverse proprietà. La notizia è accertata da Giovan Pietro Bellori (Roma 1613-1696) “Le vite de’ pittori, scultori et architetti moderni” un suo dettagliato scritto del 1672. Il Bellori era un noto cronista barocco, scrittore e storico attendibile. Questo testo appare ripubblicato da Einaudi nel 1976. Studio ripreso da Maurizio Calvesi (Roma 1927-2020) Storico, Critico e Accademico dei Lincei ed altro, nel 1990 ed ancora nel 1999.
Il Principe Nicolò morto 8 marzo 2018, ha redatto come per legge: la proprietà tocca al 50% alla moglie e il resto da dividere tra i tre figli.
Poi invece, è saltato fuori un successivo documento in cui il Principe dispone che tutto sia diviso in parti uguali tra la terza moglie Rita e i tre figli nati dal primo matrimonio con Benedetta Barberini Colonna di Sciarra: Francesco Maria, Ignazio Maria e Bante Maria.
Tra le due mogli una terza, la russa Ludmilla, ma lei ha la sua vita. La diatriba con i figli sarebbe partita da prestiti milionari fatti dai figli al padre nel 1991, sempre in rosso, finiti addirittura in tribunale. Figli finiti in tribunale anche per varie beghe in Italia ed all’estero su carte di credito o furti fittizi nelle loro proprietà. In seguito i rapporti paiono peggiorati.
L’entità della contesa è stata stimata dallo Storico dell’Arte Alessandro Zuccari, nominato dl tribunale di Roma
Il bene è’ vincolato già dal 1967 quale “Monumento di Valenza Nazionale”. Infatti, la Soprintendenza responsabile ha inviato quattro tecnici competenti per effettuare un sopralluogo, per valutare le condizioni dell’edificio.
L’americana, vedova, Rita Jenrette, attrice ed agente immobiliare, non sarà un avversario semplice. Prima di sposare il Principe nel 2009, negli Usa è stata moglie di un deputato democratico ed ha fatto un famoso servizio fotografico su Playboy.
Tutti sull’osso quindi, sulla incantevole villa Boncompagni Ludovisi decantata da Stendhal, Goethe, e contesa a partire dallo “Scandaloso Plutone” dipinto dal Caravaggio con gli attributi virili bene in vista.
Come finirà la disputa? Chi farà l’offerta esorbitante? Lo Stato Italiano, pur avendo diritto di prelazione, non ha disponibilità finanziaria, gli eredi devono monetizzare quello che resta e ……qualche avido di gloria Sceicco plurimilionario?
Aspettiamo, la contesa appare assai ghiotta.
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