Il Mercato dell’Arte dal mecenatismo all’editoria d’Arte.
La più grande mecenate di tutto il 900 è senza dubbio, la famosa, Peggy Guggenheim. Ogni suo parere un ordine, sua la scelta, il sovvenzionamento ed il lancio di molti grandi artisti su scala internazionale.
Maria Catalano Fiore
L’Arte Contemporanea ha cambiato volto, è un dato indubbio, l’Arte segue e vive i cambiamenti sociali.
Utile un’indagine, anche se su larghe linee, età e problemi: epoche, movimenti, personalità, mercato. Utilissima, come al solito una rilettura dell’opera di Arnold Hauser “Storia sociale dell’Arte”, nonché di alcune riviste del settore.
Il mercato e l’aspetto economico stesso dell’Arte e degli artisti ha subito una veloce evoluzione soprattutto dal secondo dopoguerra ad oggi. Sono nate nuove figure e nuove possibilità di approccio anche per artisti alle prime esperienze.
Procediamo storicamente. La figura del “Mecenate d’Arte” è già presente in epoca Greca e Romana: è un committente benestante che sovvenziona un artista, architetto, scultore o anche poeta, affinché produca qualcosa di bello che faccia parlare di se anche dopo la sua morte.
Il termine Mecenate deriva da Caio Clinio Mecenate (68-8 a.C.), influente consigliere dell’Imperatore romano Augusto. Protettore delle arti e delle nuove generazioni di poeti augustei quali Orazio, Vario Rufo e Virgilio. Era un uomo ricco e temuto, ma per sua scelta non un Senatore. Virgilio scrive in suo onore “Le georgiche”. Orazio le “Odi”. Nessun altro ha mai avuto l’onore di legare il suo nome ad opere così importanti e di essere considerato un tale sostegno per gli artisti.
Nel corso dei secoli si sono avvicendate varie figure di grandi Mecenati, generalmente signori che intendevano abbellire le loro corti o città, esempio lampante la corte Sveva o come tutti i componenti della famiglia Medici di Firenze, in particolare, Lorenzo de’ Medici.
I Medici fanno grandi investimenti soprattutto in opere pubbliche, Palazzi, Chiese, fontane, un vero punto d’onore, per chi le commissionava, una proiezione del suo nome nel futuro. Basti pensare ai bellissimi Palazzi fiorentini ora sede dei più famosi Musei a livello mondiale, o alla grandezza ed al numero delle “Fontane di Roma” eseguite si per glorificare il committente, ma che abbellivano notevolmente la città oltre che a fornire un indubbio servizio pubblico.
Grande ruolo, nel mecenatismo, hanno avuto molte grandi donne, Regine, Principesse facoltose ed estremamente colte, donne nobili che sovvenzionavano ed ospitavano grandi Corti, poi Salotti letterari ed artistici. Senza scavare troppo nel passato abbiamo i validi esempi di Isabella d’Aragona che a Napoli, Milano, Bari ha sconvolto completamente un’epoca, senza parlare del sodalizio con Leonardo da Vinci che ha accolto da rifugiato, del suo essere la vera musa ispiratrice della “Gioconda”, ecc… Di sua figlia Bona Sforza Regina d’Ungheria, Imperatrice di Lituania e Duchessa di Bari. Di Vittoria Colonna musa e sovvenzionatrice di grandi letterati e di Michelangelo Buonarroti. Isabella d’Este la prima Mecenate donna citata in ampi trattati rinascimentali. donne divenute famose per la loro cultura ed anche per la loro testardaggine a tener testa a un mondo di artisti e letterati uomini che comunque da loro dipendevano, a volte in toto. Spesso erano loro stesse ottime artiste ed abili poetesse e scrittrici, ma preferivano restare nell’ombra delle loro Corti culturali.
Grande ruolo di committenza, ovviamente, lo ha anche la Chiesa: celebrazioni di Papi e Prelati, santi ecc….Interessante l’opera di Francis Haskell “Mecenati e pittori – l’Arte e la Società italiana nell’epoca barocca” Edizioni Einaudi.
Ovviamente con il Mecenatismo nasce anche il “Collezionismo” tutti i personaggi abbienti volevano addobbare le loro residenze con quadri, arazzi, sculture ed arredi di pregio. Era un uso atavico ormai… Come era in uso la figura del “Mercante d’Arte”. Il Mercante è un vero mediatore di vendite tra i collezionisti e gli artisti. gli artisti hanno bisogno di vendere per vivere, lui degli artisti per ritagliare un guadagno, i collezionisti per accaparrarsi buone opere a prezzi equi.
Con l’affermarsi della piccola nobiltà ed anche della borghesia il collezionismo si incrementa ulteriormente, tutti vogliono avere opere almeno nel “salotto buono”. E’ opportuno ricordare come alcune collezioni private sono a tutt’oggi alla base di nuclei di importanti Musei.
Con lo sconvolgimento dell’assetto societario della “Civiltà industriale”, tutto il mondo cambia, varia come varia la figura stessa dell’Artista che pare sciogliersi dai vincoli della “committenza” per esprimersi più liberamente e con nuove tecniche e sperimentazioni.
Nascono le grandi “Esposizioni Universali” e si consolida una nuova figura “Il Gallerista”. Generalmente è una persona dotata di cultura e di un capitale iniziale, investe acquistando opere da determinati artisti che prende in “Scuderia” e proponendole in mostre o “Personali”, si incrementano le esposizioni, nascono le prime Gallerie stabili in città importanti. Il Gallerista ricopre un preciso ruolo, fondamentale per il successo di un artista o la crescita di una “Raccolta d’Arte” di qualità. E’ necessario avere una buona preparazione sull’Arte e le sue tecniche.
Una spinta a questa evoluzione è data dai pittori “Impressionisti”: il pittore bohemien o meno cede le sue opere a poco, il mercante o il Gallerista le acquisiscono e programmano per lui. Un impressionista agisce liberamente solo condizionato dalla sua sopravvivenza.
I grandi Galleristi si sviluppano soprattutto dopo i due conflitti mondiali sono soprattutto i grandi curatori di esposizioni ed eventi; occupano un ruolo fondamentale nel mondo dell’Arte tanto da garantire e favorire il successo dell’artista o la crescita di una raccolta d’Arte di qualità. Essere un buon gallerista implica una notevole ed eclettica competenza, doti manageriali ed un grandissimo fiuto.
La selezione degli artisti comporta anche instaurare con loro rapporti di stima reciproca e una buona amicizia. Deve ampliare tutti i suoi contatti con altri galleristi, enti, musei, istituzioni e case d’aste, curare i rapporti con i Critici d’Arte e con la stampa; aggiornarsi continuamente sul panorama dell’Arte e sulle varie quotazioni; la partecipazione costante, con una accurata selezione di artisti, alle Fiere nazionali ed Internazionali.
Gli artisti ed i collezionisti non dovrebbero mai sottovalutare questa figura ed il suo ruolo di interlocutore importante al quale affidarsi per ottenere una vera crescita professionale. Tra i grandi Galleristi del 900 spicca la figura di Peggy Guggenheim (1898-1979) la più grande Mecenate e Gallerista di tutti tempi. Figlia di Benjamin e nipote di Salomon creatore dell’omonima Fondazione di Musei in tutto il mondo. Si autodefiniva così: “Mi sono dedicata interamente alla mia collezione. Una collezione impegnativa. Ma è quello che desideravo e ne ho fatto il lavoro di una vita. Io non sono una collezionista. Io sono un Museo.”
E’ ricca, di origine ebraica, con una immensa fortuna in campo minerario, sua madre appartiene alla famiglia di banchieri più influenti in America. Si sposa, si trasferisce a Parigi dove lega, tra gli altri, con Costantin Brancusi e Marcel Duchamp. Nel 1938 apre una sua Galleria d’Arte a Londra dando inizio ad una carriera che influenzerà tutta l’arte contemporanea. Duchamp le fa conoscere artisti e le fa comprendere la differenza tra l’Arte Astratta ed il Surrealismo e così via…. Porta Vassily Kandinsky in Gran Bretagna e tanti altri. Nel 1939 acquista una scultura di Jean Arp ed apre un Museo d’Arte moderna a Londra, assume a dirigerlo lo storico dell’arte britannico Herbert Read che si impegna a seguire un dettagliato elenco di presenze artistiche. “Il mio motto era comperare un quadro al giorno e l’ho seguito alla lettera”. il suo impegno costante è quello di arricchire le sue collezioni con un effetto ben specifico. Durante il conflitto mondiale acquista opere di Georges Braque, Salvator Dalì, Piet Mondrian, Francis Picabia e Fernand Leger, lascia l’Europa solo quando i tedeschi invadono Parigi con i suoi figli e Marx Ernst, che sposerà in seconde nozze.
A New York una nuova Galleria-Museo. Nel 1943 offre a Jackson Pollock la sua prima personale e uno stipendio, lo promuove attivamente, vende le sue opere gli commissiona grandi tele. Pollock è senza dubbio tra i pionieri dell’ Espressionismo astratto americano e, poi, dell’ Action Painting. Peggy ha sicuramente un ruolo di primo piano nella diffusione di questa nuova corrente americana.
Nel 1947 Peggy rientra in Europa, dove alcuni pezzi della sua collezione vengono esposti alla “Biennale di Venezia” del 1948. A Venezia Peggy acquista Palazzo Venier dei Leoni, un edificio settecentesco sul Canal grande, dove si trasferisce definitivamente. Nel 1949 comincia ad organizzarvi mostre. Nel 1950 organizza la prima personale di Pollock in Europa. La sua casa è aperta al pubblico, per alcuni pomeriggi a settimana, tutti possono ammirare la sua collezione.
Continua ad acquistare opere di Pietro Dorazio, Tancredi Parmeggiani, Emilio Vedova, Karen Apphel, Francis Bacon e tanti altri. Nel 1962 viene insignita della cittadinanza onoraria della città di Venezia. Nel 1970 Peggy decide di donare il Palazzo e nel 1976 la sua collezione alla Fondazione Salomon Guggenheim. Una fondazione nata già nel 1937 per volere di suo zio per costituire “Uno o più Musei” a partire dalla splendida costruzione del famoso Museo a Spirale realizzata dall’architetto Frank Lloyd Wright sulla 5th Avenue di New York. Peggy muore nel 1979, le sue ceneri, per suo volere sono nel giardino del suo Palazzo veneziano. Da allora, sotto la supervisione della Fondazione Salomon Guggenheim è diventato uno dei maggiori Musei di opere d’Arte moderna al mondo.
Da diversi decenni si è sviluppato un nuovo metodo di fare e commercializzare arte attraverso l’Editoria d’Arte, senza dubbio un nuovo Mecenatismo d’Impresa con caratteristiche innovative.
Rappresenta un processo di trasformazione delle idee di un artista in contenuti disponibili ed accessibili a tutti. Comprende le seguenti fasi: selezione degli originali, preparazione delle bozze, cura del progetto grafico, stampa. Tutto ha inizio nel XIX secolo con l’editoria musicale.
Sono disponibili opere, ovviamente firmate ed a tiratura limitata o anche “Libri d’Arte” numerati o esemplari unici, vere opere d’Arte, definiti “Unique”. Promotori di questa nuova formula sono i “Futuristi”, è un modo di farsi pubblicità aggirando i tradizionali sistemi galleristici, diffondere idee e creare opere economicamente convenienti e più fruibili da tutto il pubblico.
Nei primi anni 70, il libro d’artista comincia ad essere riconosciuto come un genere distinto ed arrivano gli apprezzamenti critici e popolari. Biblioteche e collezioni di Musei cominciano a diffondere anche i “Libri d’Artista”. La produzione si intensifica e con questa la collaborazione con Musei d’Arte.
Senza dubbio un nuovo Universo. la Treccani, Istituto Enciclopedico Treccani fondato da Giovanni Treccani, aderisce a queste iniziative con un nuovo comparto: La Treccani Arte interamente dedicato all’Arte contemporanea ed al design.
Promuove la conoscenza attraverso la produzione di mostre, multipli d’Artista e pubblicazioni; promuove il confronto fra studiosi ed istituzioni nazionali ed internazionali; sostiene attivamente le eccellenze italiane favorendo una vasta serie di collaborazioni.
Multipli a tirature limitata, pubblicazioni speciali, serigrafie e opere inedite e un’ampia interazione con i Musei Italiani. Uno dei Musei a stretto contatto con la Treccani Arte è il MAXXI di Roma – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
Il compito attuale dell’Arte, secondo me, non è quello di adeguare l’Arte alla ristrettezza mentale delle masse odierne, ma quello di allargare, per quanto è possibile, il loro orizzonte. La via che conduce ad una vera comprensione dell’arte passa per la cultura. L’educazione alla cultura ed all’apprendimento.
Ma cosa significa MAXXI, come e quando prende vita, chi ne è la progettista e via discorrendo lo chiariremo in seguito.
Seguitemi.
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