La Ferragni apre L’Ambrosiano
Ormai con la gestione Franceschini il binomio Ferragni Musei italiani è sistematico. Peccato il patrimonio si impoverisca. I soldi andrebbero spesi meglio.
Maria Catalano Fiore.
L’Ansa di oggi (ndr. per chi legge di ieri), nonché “Milano on-line”, “Il Messaggero” ed altri quotidiani hanno annunciato che avantieri, Domenica, la nota influencer digitale, Chiara Ferragni, ha visitato la Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
L’ormai “imprenditrice digitale” ha visitato, nel rispetto delle normative del Covid, uno dei più prestigiosi ed antichi Musei della città di Milano che conserva al suo interno dei veri capolavori come i “Codici di Leonardo da Vinci” Caravaggio, Raffaello, Bernardino Luini, Sandro Botticelli e molti altri.
Il percorso ha preso avvio dalla Sala Federiciana e si è concluso nella Sala delle Rose, dove le sono stati mostrati alcuni manoscritti antichi e prestigiosi.
Con la sua visita Chiara Ferragni ha idealmente aperto le Sale della Pinacoteca Ambrosiana, che dall’11 febbraio torneranno ad accogliere il pubblico, inizialmente solo di giovedì dalle 14.00 alle 18.00.
Da vera influencer, la Ferragni, si è fatta immortalare davanti al “Cesto di frutta ” del Caravaggio, ma ci chiediamo se questa visita, con invito pilotato e spero non retribuito, abbia potuto giovare ad una Pinacoteca aperta solo per poche ore in un giorno lavorativo.
Chiara Ferragni, nello scorso luglio si è fatta immortalare in molti scatti all’interno del Museo degli Uffizi a Firenze, anzi addirittura sostituendosi, alla Venere del Botticelli, chiudendo, tra l’altro l’accesso agli spazi museali in uno dei pochi giorni di visita (prenotati e pagati in anticipo da turisti italiani e non). Una operazione “commerciale” ampiamente criticata, anche se il Direttore degli Uffizi Eike Schmidt ha affermato gongolante che la foto della Ferragni aveva totalizzato 455.900 visualizzazioni. Ma tali visualizzazioni a chi hanno giovato? Alla Ferragni sicuramente, mentre gli Uffizi, aperti a singhiozzo, per mancanza di personale, non credo abbiano avuto lo stesso numero di visitatori.
Da critica, attualmente, e da ex Direttore Storico dell’Arte del Mibact, incarico ricoperto sino a poco tempo fa, io quei denari li avrei investiti assumendo personale anche solo stagionale. Cosa ne è stato del Concorso per 2.950 addetti alla guida ed alla custodia museale diramato in epoca pre- pandemica? Mi appello per due cose all’eventuale nuovo governo: separate i Beni Culturali dal Turismo, anche se correlati, i problemi sono diversi e complessi; poi per carità affidate questi ministeri vitali per la nostra nazione a persone competenti che si intendano davvero di marketing e di gestione dei beni Pubblici. Dario Franceschini, aveva già fallito anni fa smembrando il Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali e creando quei “Poli Museali” che hanno disperso le forze lavoro e sono state un enorme fallimento con musei deserti come il Sahara!
Chiara Ferragni mi scusi, ma lei fa il suo lavoro, io il mio! La tutela e valorizzazione dei nostri beni e territori, mi sta troppo a cuore…
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