La Pandemia
Ho notato queste immagini, sia come mezza vagliese, sia come critica d’arte e non potevo non scrivere qualcosa o diffonderle. Davvero bravi gli scultori Carmine e Enzo Lo Sasso e la comunità.
Maria Catalano Fiore.
Vaglio Basilicata è un borgo, nelle vicinanze di Potenza in Lucania, è il termine che preferisco, Lucania perché terra ricca di millenni di Storia, disseminata di Scavi Archeologici. I più antichi, ascrivibili all’VIII sec. A.C,. sono proprio a Vaglio in località Serra. Un Borgo che ha subito dominazioni, tragedie, traversie e terremoti anche recenti, ma che si rialza sempre.
Questa volta il suo Santo Protettore, San Faustino martire del quale ricorreva il duecentocinquantenario dell’arrivo in paese, proveniente dalle catacombe romane, l’ha protetto davvero da contagi e infezioni. Grandi sono stati i disagi, come per tutti i paesi nel non potersi muovere, per i lavoratori, l’ospedale, la farmacia, le visite mediche specialistiche, anziani soli, ecc…. inutile ripetersi all’infinito.
Due artisti del posto, Carmine ed Enzo Lo Sasso, ovviamente con il permesso del Comune e del Sindaco ing. Antonio Senise, hanno realizzato questa opera in pietra, poi posizionata nella Piazza Principale, molto interessante. Il Mondo stretto nella morsa del Covid 19.
Ringrazio la comunità di Vaglio, per avermi inviato diverse foto e notizie e soprattutto Rosario Angelo Avigliano, per il suo collage e Faustino Tarillo autore di foto che pubblico. Faustino Tarillo, nella solitudine ed illuminazione notturna è riuscito a cogliere più intensamente il significato doloroso dell’opera. Grazie soprattutto a Carmine Lo Sasso ormai provetto scultore che ha coinvolto anche suo figlio Enzo in questa sua passione. Non mi sento di aggiungere altro, troppo si è detto e si dice ancora a volte a sproposito….pazienza. quindi unisco solo dei versi del poeta Luciano Zampini.
Ciao Mondo
Ciao Mondo, salva almeno me.
Oggi non riesco a guardarti
tu urli contro tutti il tuo dolore.
Il Tormento di mille è ancora nelle voci senza vita.
Mi invadono dentro.
Oggi non ho voglia di ascoltarti, ma fai paura,
ho paura, tremo al solo guardarti.
Tutte quelle lacune mi scivolano sulla pelle
Quelle urla conficcate come aghi dentro l’anima
e le ossa scricchiolano come vecchi navigli.
Le vedi quelle braccia, si agitano senza appigli?
Oggi no, su tempesta, sei disprezzo, sei fierezza,
sei corazza, sei tenerezza, sei urlo
sei melodia dell’amore. Io piccolo narratore,
sono solo con parole prestate dalla muta voce
di chi è rimasto vinto.
Luciano Zampini, poeta
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