Le Signore dell’Arte – storie di donne tra 500 e 600
Ignota -Iconografia ” Maddalena Penitente” Arte barocca 1600 circa.
Maria Catalano Fiore
Poche sono le donne-artiste del passato ricordate. Qualcosa di veramente anomalo poiché donne pittrici, anche molto importanti nelle loro epoche ci sono sempre state. Solo dagli anni 80 del XX secolo si è cercato di ricolmare questi vuoti. Queste Artiste hanno subito una vera e propria “rimozione forzata” da parte di chi ha scritto la Storia ed anche la Storia dell’Arte.
Questa Mostra in progetto già dal 2020, ma ovviamente rinviata più volte sino a questi giorni del marzo 2021.
E’ una mostra molto ben organizzata ed estesa a tutto un secolo di intensa produzione pittorica. 34 Donne- Artiste riscoperte tra 130 opere e documenti a volte inediti, a volte ristudiati. Una Mostra davvero da non perdere (confidiamo in un catalogo o una diretta streaming) a Palazzo Reale di Milano programmata sino al 25/7/2021 ed organizzata dalla “Artemisia Arte e Costume s.r.l”
Un singolare ed appassionante racconto di donne già “moderne”. Artiste note e meno note non solo al grande pubblico, ma anche a molti critici come la nobile romana Claudia del Bufalo.( XVI sec. Figlia del pittore Orazio e rimasta nella bottega del padre) Opere esposte per la prima volta provenienti da strutture pubbliche o patrimoni privati in una certosina curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapiè. Un grande lavoro di individuazione per mettere insieme queste 130 opere provenienti da ben 67 prestatori tra cui Il Museo degli Uffizi di Firenze, il Museo di Capodimonte, l’Accademia di Brera, La Galleria Nazionale dell’Umbria, la galleria Borghese di Roma, I musei Reali di Torino, la pinacoteca Nazionale di Bologna, il Musèe des Beaux Art di Marsiglia e il Muzeum Narodave di Poznan (Polonia).
Questa lunga carrellata storica racconta non solo la maestria di queste pittrici, ma anche il ruolo sociale che hanno rivestito nel loro tempo, alcune affermate presso grandi corti internazionali, altre vere e proprie singole imprenditrici di se stesse, tutte capaci di confrontarsi con i propri ideali e con diversi stili di vita.
Stranamente il primo biografo a parlare di queste donne artiste è Giorgio Vasari ( Arezzo 1511-Firenze 1574). Strano ma non troppo, considerando il suo girovagare tra corti e famiglie importanti, Medici, Farnese, Venezia ecc.. Vasari, nella sua vita ha fatto di tutto in una vastissima rosa di interessi, ad esempio come architetto, la sua opera più famosa sono gli Uffizi a Firenze, poi Pale d’altare di notevole pregio. Ha cavalcato tutta la fase centrale del Rinascimento, come un ottimo “manierista”.
Senza dubbio il nome di Giorgio Vasari è legato, in modo indissolubile a “Le vite dei più eccellenti Pittori “. La sua indole curiosa, da buon figlio di un mercante di tessuti, e il vivere a stretto contatto con personaggi lo hanno spinto a fare un po’ il pettegolo e a raccontare anche accadimenti e un po’ di faccende intime di questi personaggi. Tutt’ora è una lettura scorrevole e piacevole, che strappa spesso qualche ironica risata immaginando Duchi, Cardinali, Grandi artisti dediti a cose poco consone al loro ruolo. Grazie a lui abbiamo conosciuto il vero aspetto di Leonardo da Vinci e di Raffaello Sanzio e autentici particolari sulle loro vite reali.
Il Vasari analizzò, a volte in modo leggero, altre volte soffermandosi meglio la “categoria delle Donne Pittrici” constatando che oltre ad essere sempre esistite, ma considerate “Aiuti di Bottega” si potevano classificare in due modi: figlie o allieve di pittori famosi che le utilizzavano, in completo anonimato; oppure nobili, ma costrette dalle famiglie, come dalle norme in uso, a rinchiudersi in Conventi dove, occupando posti di prestigio, anche Badesse a volte, potevano dedicarsi alle loro inclinazioni preferite e quindi dipingere miniature, affreschi, Pale d’altare, che abbellivano il monastero e la vicina cappella o Chiesa.
Molti sono i nomi di queste artiste e gli aneddoti e fatti ad esse legati come la scelta del Conte Anguissola, di Cremona che, a metà del 1500, per incrementare la dote delle sue quattro figlie le fa studiare nella Bottega di Bernardino Campi. Tra queste spiccherà la figlia Sofonisba, la cui vita e le opere meritano un discorso a parte.
La stessa motivazione porta Lucrezia Quinistelli della Mirandola ad essere allieva di Alessandro Allori.
La veneta Irene di Spilimbergo (1541-1559) allieva del Tiziano e di Sofonisba Anguissola, sfortunatamente morta molto giovane.
Frequente la presenza di donne artiste nell’area bolognese, probabilmente seguendo la fama di Caterina dei Vigri ( 1413- 1463) nobile educata alla corte di Ferrara dove si è distinta sia come pittrice che per le sue qualità al punto di essere canonizzata con il nome di Santa Caterina da Bologna.
Abbiamo poi Properzia De Rossi (1490-1530) Un’ottima artista di cui purtroppo non abbiamo molti documenti che la riguardano. Ma ci restano alcune opere veramente notevoli.
Properzia era figlia di un notaio, il Vasari la ricorda in un suo capitolo come particolarmente virtuosa in campo artistico, per la sua bellezza tanto nota e celebrata da creare un vero mito. Molto abile anche come scultrice ed intagliatrice da riuscire a intagliare 60 teste su un nocciolo di pesca.
Gioiello conservato presso il Gabinetto delle Gemme del Museo degli Uffizi di Firenze. Un altro esempio della sua maestria è il Gioiello commissionato dalla Famiglia Grassi, attualmente presso il Museo Civico di Bologna che rappresenta un’aquila a due teste in filigrana d’argento con ben 11 noccioli di pesca intagliati e incastonati con figure di apostoli.
Lunga la carrellata dei nomi di artiste che si affermarono soprattutto nelle grandi Corti Europee come Ritrattiste personali, ma anche come consigliere ed acquistano un ruolo di potere molto importanti come la citata Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana (1552-1614), Marietta Robusti (1554-1590) figlia del Tintoretto, Fede Galizia, Artemisia Gentileschi, sicuramente la più famosa ed indipendente, Elisabetta Sirani, ed altre.
Personaggi di cui parleremo più ampiamente in questi giorni, avendo a disposizione qualche opera o documento in più.
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