Luca Ward “Il Talento di non essere Nessuno”
Attore, doppiatore, direttore del doppiaggio, ma soprattutto un uomo che vive la sua vita un po’ sopra le righe.
Maria Catalano Fiore
Scusatemi, ma al di là della recensione, quest’uomo mi fa ridere di mattina o di sera tardi con le sue battute ironiche da perfetto giullare.
In effetti Luca Ward è popolarissimo sui social, per questo suo fare….e per l’autoironia che lo contraddistingue e poi….se queste str……le ascolti dopo le 23,00 lette da lui, con quella sua voce inconfondibile, nello stile “Gladiatore” non puoi non ridere. Se “Sono Decio Massimo Meridio ecc…al mio via scatenate l’inferno!” diventa “Donne! è arrivato l’arrotino, mola tutte le forbici, coltelli, ecc….” o altro, sei fritta! E un pizzico di sana ironia non fa certo male in questo periodo.
In questi giorni è uscita una sua autobiografia, un racconto più che altro, di una avventura chiamata VITA.
Luca Ward è un uomo dinamico, attore, doppiatore, direttore di doppiaggio ed altro, in questo periodo di “Stallo” ha pensato di non piangersi addosso e di sfruttare l’idea dell’editore: “Sei la voce più famosa del cinema, perché non racconti di te, della tua vita, del tuo mestiere cosi sconosciuto e difficile ai più? A sfida accettata è nato questo libro “Il Talento di non essere nessuno” (Sperling & Kupfer).
Con quella sua voce certamente “acchiappa” se poi ti legge Prévert, ti devi sciogliere, ma il suo mestiere di “Doppiatore” è molto difficile, sei al di là dell’attore, reinterpretare il suo personaggio, seguirne perfettamente il labbiale, entrare sempre più in quella parte anche con il cuore….e con orgoglio, i doppiatori italiani, di lunga scuola, sono i migliori, sia che doppino il grande attore in Italiano, sia in altro linguaggio.
Tutto il Cinema Italiano è diventato grande grazie al doppiaggio. Il famoso regista Sergio Leone quando entrava in sala di doppiaggio diceva: “Adesso cominciamo a fare il film…”
Luca Ward ha una solida carriera temprata da suo padre Aleandro (1915- 1973) anche lui attore, “Guai ai vinti” (1955) o “Tre passi nel delirio” (1968), attore caratterista nelle compagnie di Erminio Macario e Nino Taranto, attore televisivo, io lo ricordo perfettamente nello sceneggiato tv sul “Commissario Maigret”, troppo piccola all’epoca, ma mia figlia ha acquistato i cofanetti in DVD e ci siamo veramente goduti un grande Gino Cervi, (a detta di George Simenon, l’autore di Maigret, il suo migliore interprete, sorpassando anche la versione francese interpretata da Jean Gabin, bravo, ma forse anziano) e un suo solerte aiutante, segretario, proprio Aleandro Ward. Le scene in cui lui, da segretario, porgeva la birra a Cervi a fine giornata, in attesa, il modo di quest’ultimo di gustarla, sorseggiarla, pulirsi i baffi, era veramente unico. Commentava mia suocera “Questo fa venire sete!”. Luca quindi è figlio d’arte e doppiatori anche suo fratello Andrea e sua sorella Monica, nonché la sua figlia maggiore Guendalina.
Anche il cognome Ward è autentico ereditato da quel nonno, William Ward, Comandante della marina americana, che a Ventimiglia, si era invaghito di sua nonna l’attrice Jane Bolgheri. Nasce Aleandro, ma l’amore sfuma. Jane però conosce e sposa, in seconde nozze l’attore Carlo Romano. Carlo Romano (1908- 1975) un grande del Cinema italiano, attore, sceneggiatore e doppiatore. Ruoli di grande impegno con Alessandro Blasetti “4 passi fra le nuvole”, Federico Fellini e Alberto Lattuada, non ché i tanti film in cui fa da spalla a Totò, come “I Falsari”. Carlo è la voce di Jerry Lewis, di Gianni e Pinotto, dei Fratelli Marx, Louis de Funés, di Rod Steiger, dei grandi attori Hollywodiani. E’ lui che conduce Aleandro e poi Luca sui set di Cinecittà e soprattutto nelle sale di doppiaggio.
Quindi il doppiaggio scorre proprio nelle vene di Luca e dei suoi fratelli, soprattutto dopo la prematura morte del padre per un aneurisma il 3 dicembre 1973. Luca ha solo 13 anni (n.31 luglio 1960). Sua madre dimostra grande coraggio nel crescere tre bambini contro tutto e tutti. Luca studia e fa un po’ di tutto, bagnino, barman, camionista ecc… prima di cominciare ad essere retribuito seriamente per i suoi doppiaggi.
In una intervista al settimanale “F “ racconta anche le vicissitudini per la malattia della figlia minore Luna, a soli 9 anni le diagnosticano una malattia genetica rara. Attualmente in cura a Lione, ma è dura andare su e giù a causa anche dei restringimenti del Covid, ma lui lotta sempre e con lui la mamma di Luna, sua seconda moglie, Giada Desideri. E’ un uomo deciso, suo figlio lo ha chiamato Lupo.
In una ulteriore intervista: “Ai ragazzi di oggi che dicono “Ci hanno rubato il futuro” Cosa ha da dire? ” Che il futuro te lo devi andare a prendere. Il futuro la mia generazione se l’è conquistato, nessuno ci ha regalato niente. Da una generazione che ha lottato per farcela hai solo da imparare”. Concordo pienamente, anche io appartengo a quella generazione e ancora peggio “donna” e so bene di quello a cui si riferisce.
“Non era facile la vita dell’attore ieri, non lo è oggi. I Set hanno ripreso a lavorare, ma il problema grosso è il teatro: è fermo da 13 mesi e per ripartire ha bisogno di programmazione, non di via libera a caso. Ci vuole tempo, non si può dire riaprite tra 20 giorni o a settembre, lo ammazzi. Il ministro Dario Franceschini, sembrerebbe intelligente, ma forse non conosce il nostro settore e bisogna che qualcuno glielo spieghi. C’è gente disperata che non merita improvvisazioni”
E’ un finale amaro, la politica non va…non si vedono orizzonti. E’ lo scritto di un uomo che parla con sincerità di tanti risvolti della VITA.
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