Mediterraneo Frontiera di Pace: recensione
Con questi nuovi eventi artistico/religiosi/culturali prosegue il percorso di ecumenismo episcopale, avviato già nello scorso ottobre, in previsione del ritorno a Bari di Papa Francesco.
Maria Catalano Fiore
Bari e la Puglia, terra di ponti, si prepara ancora una volta a questo incontro di riflessione e preghiera nel segno del dialogo ecumenico. Vernissage ieri sera, nel magnifico scenario della chiesa tardo barocca di Santa Teresa dei Maschi, sita nel cuore della città antica di Bari della collettiva d’arte “Mediterraneo frontiera di Pace”.
Un evento espositivo promosso dalla Conferenza Episcopale che ha come protagoniste sia opere che presenze artistiche notevoli provenienti dai tre continenti che si affacciano sul Mediterraneo, ormai drammaticamente mare di transito anche di uomini, donne e bambini in fuga; Europa, Asia ed Africa, scalo e tratta di commercio di merci e di esseri umani, una ”questione mediterranea” è ormai, da tempo, tema scottante di scontro internazionale sul tema dei migranti.
La produzione artistica, ormai è un dato di fatto, da sempre rispecchia i problemi sociali, in questa esposizione, appunto, si è richiesto ad artisti di varie provenienze e culture una dimostrazione sinergica di questo malessere sociale universale.
Spagnoli, italiani, siriani, libici e irakeni, si sono qui confrontati. L’arte è senza dubbio una comunicazione di grande impatto. l’arte non può mai essere puramente decorativa, ma esprime sempre una realtà, a volte in maniera molto dura.
Ci sono opere che colpiscono come uno schiaffo: è il caso de l’approdo, olio e grafite su legno di Amedeo del Giudice (Telese terme), uno scafo malridotto, alla deriva su si erge una figura di donna in nero, spettrale e dolorosa.
Le sculture del barlettano Paolo de Sario, legno scolpito e rivestito da una lamina dorata come sarcofaghi dalle espressioni doloranti.
L’opera scultorea del maestro lucano Donato L’Insalata “la città di mezzo” groviglio di culture e mondi.
Non può non attirare il “passaggio” della lombarda Angela Piazza: un mediterraneo/mar rosso che si apre in maniera frastagliata davanti ad una bimba innocente, con la sua camiciola bianca che traina, con un piccolo cordino un gommone di disperati, camminando tra i flutti che si aprono dinanzi ad una novella figura biblica.
“Il cammino della speranza “ di Miranda Santoro che rievoca una migrazione universale e senza tempo, forse un riferimento ai nostri migranti? quelli che in vari periodi hanno fatto grande l’America…o i nostri figli e cervelli che sono costretti ad andare via? che dilemma….
Ricche di significati ancora più dolenti le due opere del maestro Ferruccio Magaraggia, soprattutto la tavola su pioppo “a mezzo di un’alba che non verrà”, imbuti vuoti in cui precipita il mondo, nonostante le vele spiegate di golette baroccheggianti, ormai obsolete.
Significati profondi e dolorosi nelle opere degli artisti siriani, irakeni, libici. Con una problematica ed un vissuto da analizzare assai approfonditamente.
E non è da meno l’opera del coordinatore artistico della manifestazione, il m.ro Miguel Gomez, “speranza”: fili spinati protetti da miliziani, uomini e donne che pressano, solo un bimbo, nel suo pigiamino, è al di qua, seduto, in attesa….sperando.
Non ci sono più parole…
Ma ci soccorrono le parole di Mons. Antonio Parisi …. ”l’espressione artistica può contribuire a promuovere il dialogo della pace per l’intero bacino del Mediterraneo. L’arte può diventare un piccolo tassello per la costruzione di un ponte tra Oriente ed Occidente in cui la Puglia, da sempre votata all’ecumenismo, può esserne promotrice e protagonista. Già in passato Giovanni Paolo II ribadiva che Bari e la Puglia devono sempre ricordare la loro vocazione verso il Mediterraneo, da sempre una via di comunicazione che ha agevolato l’incontro tra civiltà e culture. La Puglia è la regione che più di ogni altra può accogliere questa sfida.”
L’assessore alla cultura del comune di Bari, Ines Pierucci, ha poi, ulteriormente, sottolineato, nel suo intervento, come questa mostra è un evento collaterale all’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo frontiera di Pace” in programma a Bari dal 19 al 23 febbraio. Incontro dal carattere fortemente simbolico che riunisce rappresentanti delle Chiese di 20 paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e che vedrà a Bari la presenza del Santo Padre Papa Francesco, domenica 23 febbraio.
Gli enti organizzatori ringraziano S.E. Mons. Francesco Cacucci Vescovo di Bari Bitonto, la Regione Puglia, l’assessorato alla cultura del Comune di Bari, per la Direzione artistica: Mons. Antonio Parisi e Miguel Gomez, con l’organizzazione Vallisa cultura, Federico II eventi e BiBart, ma soprattutto gli artisti espositori che hanno realmente messo a nudo la solo anima, sensibilità ed il loro doloroso vissuto.