Miguel Gomez: Covid-19 tra la luce e la morte
Un’opera inedita di Miguel Gomez -nella foto di copertina- TEMPO INVERSO, acrilico su tela 70×100, che presentiamo in anteprima, è l’occasione che coglie Maria Catalano Fiore, nostra critica d’arte per disegnare i percorsi formativi dell’autre e commentarne l’opera.
Maria Catalano Fiore
L’Arte non può fermarsi, non deve, un artista coglie l’occasione per un pò di tranquillità e di riflessione ed …interpretazione.
L’Arte è anche un perenne confronto con il sociale, con quello che accade nel mondo, capace di capovolgere interi destini. L’Arte ritorna ad assere anche scuola, bottega, in cui idee e mezzi si confrontano come accade qui a Bari in Contraccademia. Chi è suo ideatore e maestro? un Maestro d’Arte con la M maiuscola Miguel Gomez. Attualmente anche art director di Bibart Biennale Internazionale di Bari, responsabile di Vallisa e Federico II onlus Miguel Gomez, opportuno un breve cenno alla sua vita artistica, senza dubbio una vita densa di sacrifici, ma con la soddisfazione di aver lavorato con veri grandi, di aver appreso da loro e di poter trasmettere a nuove leve di valore.
Riassumendo, anzi brutalmente sintetizzando, Michele Loiacono, suo vero nome, con genitori di origini baresi, emigrati per lavoro, come molti meridionali, è nato in Germania, si trasferisce poi in Spagna e quindi a Parigi dove frequenta gli atelier di Pablo Picasso e Bernard Dubuffet. Ma è l’incontro con Salvator Dalì che segnerà definitivamente la strada di Miguel, avvicinandolo all’arte in tutte le sue forme ed espressioni. Rientra a Bari dove frequenta con profitto il locale Liceo Artistico diplomandosi. A 19 anni, sceglie di intraprendere un anno sabbatico girando, per l’Europa, come artista di strada. Rientrato, sceglie di frequentare l‘Accademia di Belle Arti di Torino, dove comincia la sua carriera. Tra 1987 al 1994 si dedica soprattutto all’incisione collaborando con artisti del calibro di Emilio Greco, Aligi Sassù, Renzo Vespignani, Enrico Baj. Nel 1994 si dedica a nuove espressioni artistiche,,alla Pittura ed anche all’organizzazione con notevole successo di eventi in Italia e all’estero. Dal 2009 si esprime anche con la Body Art o Performace Art, Video Art ed Installazioni. Nel 2013 collabora, producendo un video Art e Performance per l’artista Vincenzo Lo Sasso (artista lucano che ha fatto parte della Factory di Andy Warhol) partecipando con un video Art “The creatureof bird and jorrow ” Alla mostra “I Fiori dell’Aglio“e con una performance “Naked Time“. Alla mostra, sempre per Vincenzo Lo Sasso nei Sassi di Matera, ed altre cose notevoli.
Il suo studio/atelier è situato, nella seicentesca Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, nel borgo antico di Bari. E’ lì la sua Controaccademia ed esposizioni, nonchè produzioni sue e dei suoi allievi. Anche altri luoghi Sacri possono essere sfruttati al meglio, possono essere meglio conosciuti da fedeli e non, sono veri e propri Musei aperti alla fruizione. Uno spreco tenerli chiusi al pubblico.
Questa ultima opera di pittura di Miguel Gomez per ovvi motivi, non ancora esposta al pubblico, è particolarmente forte sia se si considera il momento storico che il contenuto. Una donna, una madre probabilmente, seduta affranta, una bambina si rifugia verso di lei, sul suo volto l’incertezza e quasi la paura di chi non a riesce a comprendere. abbandona i giochi e si accosta alla madre, sgomenta. Cerca protezione, ma anche di capire. I due soggetti rendono appieno questo momento di sgomento, grazie anche all’uso della luce. La luce si focalizza prepotentemente con il suo uso e l’uso delle tinte: la donna veste con colori usuali, spenti, popolari, contro cui spicca la casacca rossa della bimba che contrasta con un indumento giallo lasciato li quasi casualmente. E’ un gioco di luci che attira, fa riflettere e fa quasi da baricentro a tutta la composizione. Mentre la donna è inerme, smunta, la bimba si gira cerca una luce, una speranza per poter riprendere la sua vita ed i suoi giochi. Ci sarà una speranza in questa infanzia violata?