Mostra e libro su Piero Dorazio e il Movimento FORMA

La casa editrice Skira ha da poco dato alle stampe “Spaces of Ligts” un volume che indaga il rapporto tra Piero Dorazio e il Movimento ZERO. Mostra e testo a cura della storica e critica Francesca Pola presso la Cortesi Gallery di Milano. Art Tribune ne ha pubblicato un articolo in data 6 ottobre 2021. Mostra presso la Galleria Tornabuoni di Firenze.

Maria Catalano Fiore

Questa Mostra Antologica è molto importante per ripercorrere il percorso artistico del grande Pittore e Leader Piero Dorazio che ho avuto il piacere di conoscere a Roma, in una sua mostra presso “il Tetto” in via Margutta, e poi membro, come me, di alcune Commissioni d’Appalto per Opere d’Arte nei Lavori Pubblici e con altri competenti personaggi. Una personalità eccezionale, simpaticissimo e realmente un docente accademico molto preparato. Stranamente poco celebrato, qui in Italia anche se assertore di una vera avanguardia del 900: l’Astrattismo.

Piero Dorazio (nato a Roma 1927 – Perugia 2005) è stato un pittore ed ottimo docente che ha contribuito dal 1945 in poi al diffondersi dell’astrattismo in Italia. L’Astrattismo nasce nei primi anni del secolo XX in varie zone della Germania. Il termine indica quelle opere pittoriche e plastiche che esulano dalla rappresentazione di oggetti reali. l’Astrattismo usa un linguaggio virtuale di forme, colori e linee con lo scopo di creare una composizione a se stante dal mondo reale. Una teoria diversa da quella artistica sino ad allora applicata e che rendesse palesi tutti i cambiamenti che si stavano verificando nella tecnologia, industrializzazione, storia, scienze, filosofia, sociologia ed arte stessa.

Dorazio parte da studi classici, frequenta con profitto la facoltà di Architettura, contemporaneamente inizia una collaborazione con un gruppo di artisti astrattisti: Lucio Manisco, Mino Guerrini e Achille Perilli. Frequenta anche lo studio di Renato Guttuso, ma si allontana ben presto dalle tesi del “realismo socialista”.

Per Dorazio fondamentali sono gli approcci con il “Fauvismo” guidato da Henri Matisse (Francia 1869-1954) e il “Cubismo” propagato dallo spagnolo Pablo Ruiz y Picasso (1881-1973): il primo esaltava l’uso non tradizionale del colore, il secondo perseguiva la semplificazione delle forme secondo l’ordine della geometria e dello spazio.

“Gruppo FORMA 1”

Nel 1947 figura tra i firmatari del manifesto del “Gruppo Forma 1” a cui si uniscono anche Ugo Attardi, Pietro Consagra, Carla Accardi. Sempre nel 1947 vince una borsa di studio dell’ “Ecole Nationale supérieur des beaux-Arts” di Parigi dove si traferisce per un anno.

Nel 1948 partecipa alla “Quadriennale Nazionale” di Roma.

Piero Dorazio in studio

Con Perili e Guerrini, apre nel 1950, in via del Babbuino, a Roma la libreria galleria “L’Age d’Or”, che nel 1951 si fonderà con il gruppo “Origine” di Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi ecc…. dando vita alla “Fondazione Origine” e pubblicando la rivista “Arti visive”

Nel 1953 Dorazio viene invitato a tenere varie conferenze all’Università di Harward e a Cambridge. Qui conosce Virginia Dortch che diventa sua moglie e si trasferisce a New York. Qui comincia ad esporre seriamente in personali e intreccia amicizie con Willem de Kooning, Mark Rothko, Jason Pollock, ed il critico d’arte Clement Greendeberg.

In questo periodo si concentra anche sugli scritti di Vasilij Kandinskij le cui teoria sugli aspetti immateriali della pittura lo influenzerà notevolmente.

Torna in Italia e frequenta varie gallerie a Milano, Venezia e la Tartaruga a Roma. Viaggia molto, nel 1960 fonda il “Dipartimento di Belle Arti” all’interno dell’Università di Architettura di Filadelfia, la migliore all’epoca negli Stati Uniti della quale sarà anche Direttore e docente sino al 1967.

Nel 1960 e nel 1966 viene invitato da Lionello Venturi, alla Biennale di Venezia. Nel 1988 gli viene dedicata una sala personale.

Dagli anni 60 in poi è un moltiplicarsi di importanti mostre e riconoscimenti all’estero. Nel 1966 instaura un sodalizio artistico e d’amicizia con il poeta Giuseppe Ungaretti (1888-1970). Nel 1967 Ungaretti scrive un saggio sulla sua pittura per la presentazione di un Catalogo, in seguito sarà Dorazio a realizzare una serie di grafiche per accompagnare la raccolta di poesie di Ungaretti “La Luce”.

Dopo un ciclo di insegnamenti all’estero tra il 1968 ed il 1970, nel 1971 si trasferisce direttamente a Todi dove acquista un antico eremo Camaldolese e qui continua a creare sino al 2005 anno della sua morte.

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