“Padova urbs picta”

Così la città di Padova è stata dichiarata dalla commissione dell’Unesco. Ovviamente indicando la parte storica 300esca della città e gli incredibili cicli di affreschi delle sue chiese e palazzi.

Maria Catalano Fiore

Da Giotto e la Cappella degli Scrovegni al Palazzo della Ragione, gli Affreschi del 300 a Padova sono stati riconosciuti come “Patrimonio Mondiale dell’UNESCO” nei giorni scorsi, in Cina, durante la 44 esima Assemblea dell’Organizzazione che si occupa di Tutela Culturale ed ambientale a livello mondiale.

Il percorso per arrivare a questo riconoscimento è stato lungo e non facile, avviato già nel 1996 e perseverato durante vari accertamenti, anche sulla conservazione e sull’afflusso di pubblico. Padova quindi aggiunge un secondo Sito d’eccellenza a livello mondiale dopo “L’Orto Botanico”, che ha ottenuto il riconoscimento nel 1997.

Comunque tutti questi affreschi a partire da quelli di Giotto sino ai vari “giotteschi” sino a quelli eseguiti da Giusto dei Menabuoi e dalla sua bottega per il Palazzo della Ragione, non sono stati selezionati solo per la loro indiscutibile bellezza, ma hanno un ben preciso significato di valenza non solo italiana.

Queste opere, anche piuttosto estese ed importanti, hanno in comune, infatti, oltre all’epoca di realizzazione, anche un preciso filo conduttore: rappresentano un percorso di ricerca sulla rappresentazione della prospettiva e della stessa caratterizzazione della figura umana. La prospettiva comincia ad assumere un reale valore e attraverso Giotto di Bondone ( 1267-1337) e tutta questa serie di affrescatori operanti Padova: Pietro ( 1280-1350) e Giuliano da Rimini , Guariento di Arpo, Giusto dei Menabuoi (1320-1391), Alticherio da Zevio attivo a Verona e Padova con notizie dal 1369 al 1384, secondo alcuni il più geniale pittore italiano del secondo 300. Jacopo Avanzi (1350-1416), che affresca le lunette della cappella di San Giacomo nella Basilica di Sant’Antonio da Padova, completate poi da Altichiero. Tutti questi artisti convogliano le loro ricerche, le esplicano nei loro disegni preparatori sino a traghettare il modo di rappresentare la prospettiva, nell’arte, nel suo periodo di maggiore splendore, il Rinascimento.

Cappella degli Scrovegni, affreschi di Giotto. Assegnazione del secondo Sito Unesco per la citta di Padova.

E’ nel Rinascimento che tutta la pittura, l’architettura, le arti, opereranno una significativa rivoluzione. Rivoluzione senza dubbio teorica, ma anche pratica proprio attraverso questi grandiosi cicli di affreschi padovani.

Il “Sito Padova” è stato suddiviso in 4 importanti aree:

La prima comprende la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto e il Complesso della Chiesa degli Eremitani, affrescato da Pietro da Rimini e da Giusto dei Menabuoi.

La seconda comprende il cuore commerciale della Padova antica: Il Palazzo della Ragione, con il suo avveniristico salone con la copertura a forma di carena di nave rovesciata, il Palazzo dei Carraresi, Piazza Duomo ed il Battistero.

Interno del Salone del Palazzo della Ragione, lungo 82 metri e largo 27. Antica sede dei Tribunali cittadini di Padova, una delle aule più grandi in Europa. Il Palazzo inaugurato nel 1218 era decorato da affreschi di Giotto, distrutti da un incendio nel 1420. Le decorazioni comprendono ben 333 formelle ripristinate dal Maestro Nicolò Miretto e della sua bottega.

La terza comprende la Basilica di Sant’Antonio, ed in particolare la “Cappella della Madonna Mora” e la “Sala del Capitolo”

L’ultima parte è costituita dalla chiesetta di San Michele affrescata da Jacopo da Verona, ed incentrati sul ciclo mariano. Una lapide ne conferma l’esecuzione e la committenza nel 1397.

Cappella del Battistero dedicato a San Giovanni Battista, opera di Giusto dei Menabuoi, commissionata da Fina Buzzacarrini, moglie di Francesco I da Carrara, signore di Padova. Sono evidenti le immagini bizantine del Cristo Pantocratore, ma rielaborate nelle immagini gotiche della Vergine e delle aureole elaborate come oeficeria.

Con Padova sale a 56 i numero delle bellezze italiane tutelate dell’UNESCO che portano l’Italia al primo posto in graduatoria. Due anni fa è toccato alle colline del Prosecco di Valdobiadene e Conegliano in provincia di Treviso.

Il prossimo sito UNESCO? Italiano ovviamente.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su Facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo  lavocenews.it grazie.