Perché proprio Dante come simbolo d’Italia nel mondo?
Dante tiene lezioni ai suoi seguaci, dipinto del 1500 circa
Maria Catalano Fiore
Vi siete mai chiesti perché sia stato scelto proprio Dante come simbolo di italianità nel mondo?
Autore, fine letterato, applicatore della lingua volgare valida per tutti, si certo, ma nella stessa epoca, anche amici, abbiamo anche Cecco Angiolieri, Guido Cavalcanti, poco dopo Francesco Petrarca…..perché Dante?
Noti studiosi, nonché la “Società Dante Alighieri” da tempo si sono posti la domanda a cui hanno fornito delle risposte, in occasione dei 700 anni dalla sua morte con risultati abbastanza sorprendenti per la popolarità della sua Opera, letta e memorizzata, anche contro il veto papale. Nelle scuole sarà inserita in programma solo molto tardi, obbligatoria solo dal ventennio in poi, eppure la gente comune ne conosceva alcuni passaggi a memoria.
Risaliamo storicamente: la “Commedia” che solo il Boccaccio (1313- 1375) comincia a definire “Divina” ebbe subito fortuna. Conosciamo dalle novelle del fiorentino Francesco Sacchetti (1399) che il popolo citava, alcuni passi, a memoria quando Dante era ancora in vita. Johannes Numeister, allievo stampatore di Guttemberg , a Foligno nel 1472 da alle stampe la prima edizione. Il Cardinale Pietro Bembo, grande umanista italiano, amico di Ludovico Ariosto e di Aldo Manunzio, pur contribuendo alla “codificazione dell’italiano scritto” la escluse dalla sua opera “Prose della volgar lingua” (1525) per l’abbondanza di termini popolari, rallentandone la diffusione in ambito europeo, probabilmente per il veto papale.
Michelangelo cita Dante in opere come l’affresco del Giudizio Universale; anche Raffaello lo pone tra i personaggi della sua “Stanza della Signatura; Ludovico Ariosto apre la sua epopea con l’incipit su donne, cavalieri, armi ed amori ispirato al XIV canto del Purgatorio (“Le donne e cavalier, li affanni e gli agi). Secondo alcuni Inghilterra e Germania Luterana apprezzano Dante, prima del 700 e in controtendenza con altre nazioni più cattoliche, non tanto come poeta, ma come autore politico. In effetti la Controriforma mette completamente all’indice la Divina Commedia. Per la ripresa della sua lettura ufficiale bisogna attendere l’enciclica di Papa Benedetto XV del 1921.
Durante la fase Risorgimentale la riscoperta di Dante politico, ed anche esoterico, lo qualificò per aver captato le forme linguistiche peninsulari, che tentava di unificare nella sua “Lingua Volgare”. Quel volgare che fa da ceppo alla lingua italiana. Dante però sognava soprattutto la cessazione delle lotte intestine tra i comuni.
Il suo sogno e il suo stile intriso di pathos, fu molto amato dai preraffaelliti, come Dante Gabriele Rossetti, e dal romanticismo, soprattutto artistico.
l’Illuminismo francese invece ritiene che la visione dantesca di Dio sia oscurantista, poiché Dante era uomo del Medioevo. Probabilmente sbagliavano di brutto vista la diffusione della Divina Commedia.
L’opera di Dante la troviamo persino in Giappone tra i Manga di GòNagai
GòNagai, uno dei migliori e più noti disegnatori di Manga giapponesi, (nato nel 1945) pubblica, nel 2009, un sontuoso volume di 600 pagine tra disegni e scritti sulla Divina Commedia in versione Manga. Prodigioso l’innesco tra la cultura Occidentale e quella Giapponese. E’ certo che questa pubblicazione gode di un posto assoluto nella storia del fumetto mondiale.
Nel Novecento, la cultura di massa ama il Sommo Poeta, tranne qualche studente, costretto suo malgrado, a cui non viene certo spiegato il perché dell’importanza di questa figura, il Sommo si diffonde attraverso internet e lo ritroviamo addirittura in alcuni Videogiochi e in culture Pop.
Se poi vogliamo parlare di Arte Dante è stato rappresentato, oltre che dai grandi del suo tempo, poi Michelangelo, Raffaello ecc… anche da artisti come dal surrealista Salvator Dalì (1904-1989); Odilon Redon pittore ed incisore francese, maggior rappresentante del Simbolismo (1840-1916)
Ancora, ispira il “Pensatore” di Auguste Rodin, e non solo, all’episodio di Paolo e Francesca si ispira per la grande scultura “Il Bacio”; lo troviamo tra il futurista Umberto Boccioni e il poeta Mallarmè.
Innumerevoli le opere d’arte che si ispirano all’opera dantesca.
La “Società Dante Alighieri” lancia un nuovo modo di interpretare la validità dell’italianità di Dante, in collaborazione con Giulio Ferroni e con il Patrocinio del Comitato dantesco 2021 nasce “L’Italia di Dante” riprendendo il profilo delle città, dei borghi, dei luoghi e dei paesaggi italiani che formeranno un percorso digitale che porterà una maggiore consapevolezza ed inquadrerà meglio i suoi versi.
Dante è sempre il nostro riferimento per una consapevolezza ed identità linguistica nazionale.
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