Ritrovamento importante sotto il Maschio Angioino di Napoli
Sotto lo stupendo Maschio Angioino di Napoli si celavano una serie di magnifiche opere
Maria Catalano Fiore
Tra marzo ed aprile scorsi, una squadra di manutentori, mentre verificava dei danni strutturali nei sotterranei del Maschio Angioino o Castel dell’Ovo/Nuovo di Napoli si è ritrovata difronte ad una importane scoperta. Dei locali, non segnalati sulla mappa pieni di opere d’arte.
Le opere, circa 400, databili tra il 1300 ed inizi 800, erano state completamente dimenticate. Varie le ipotesi, certo una grossa mano lo daranno le datazioni. Probabilmente si tratta di una massiccia messa in salvo di opere d’arte per tutelarle in una situazione bellica o di calamità naturale, ma gli ambienti scelti, non sono stati i più opportuni, la troppa umidità, e la conseguente muffa, ne ha determinato un grosso stato di danneggiamento.
Un tesoro notevole per il quale il Comune di Napoli ha già stanziato 150.000 euro per i primi interventi di restauro e di messa in sicurezza delle opere. La sola enorme tela di Luca Giordano ( m.4.00 x 2.50) ha un valore inestimabile. Sicuramente destinata ad una dimora nobile o a un complesso religioso napoletano. Luca Giordano ( Napoli 1634 – 1705), denominato Luca fa presto per le numerose commesse che riceveva e per la velocità nell’esecuzione. Attivo tra Napoli e Madrid, Firenze Venezia e Roma, quasi 50 anni di attività, è senza dubbio uno dei pittori più famosi dell’epoca tardo barocca.
Quindi un vero tesoro si cela in quel prezioso scrigno che è il Maschio Angioino o Castel dell’Ovo, comunque vogliate chiamare il Castello di Napoli. Al suo interno la Cappella Palatina, un vasto Museo Civico, con sale al Primo e Secondo piano dedicate a grandi capolavori e delle sale adibite a sale espositive temporanee. Ma è il Castello Stesso ad essere una miniera d’Arte con preziosi dettagli quali il magnifico portale a cui hanno lavorato i migliori scultori e architetti tra il 300 ed inizio 700, Per non parlare dei preziosi affreschi, tra cui quelli definitivamente perduti, di Giotto, nella Cappella Palatina. Un Castello di cui bisogna assolutamente parlare.
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