Rosoni di Puglia
A volte abbiamo davanti agli occhi splendidi gioielli d’arte, ma non ce ne rendiamo conto, forse perché in Italia ed in Puglia abbiamo troppo di tutto, troppa arte, troppe bellezze naturali, troppo….. In copertina il Logo dell’evento creato dal creativo pubblicitario Massimo Danza.
Maria Catalano Fiore
E’ da un po’ che se ne parlava, ma in questi giorni si è andato delineando un vero e proprio progetto: inoltrare richiesta affinché i Rosoni delle Cattedrali Pugliesi diventino Patrimonio dell’UNESCO.
L’idea è partita dal giornalista e scrittore Antonio Gelormini, che insieme, alla “Compagnia dell’Exultant”, ha portato a galla questa idea. Si è formato quindi un apposito “Comitato Scientifico” e inoltrata la candidatura dei famosi “Merletti architettonici” per un giusto e doveroso riconoscimento.
Va da se che nominare “Patrimonio dell’UNESCO” un Rosone, coinvolge l’intera facciata e la Cattedrale o Chiesa. E’ una vera genialata a tutela delle nostre splendide Cattedrali, distribuite su tutto il territorio pugliese e ascrivibili al periodo romanico, gotico e barocco, in un arco di circa 5 secoli.
Cattedrali e Chiese che necessitano di continua manutenzione e restauri a cui spesso il Ministero per i Beni Culturali non riesce a far fronte.
Da un primo elenco abbozzato, ma non ancora ufficializzato, dal Comitato, presieduto dal Rettore Emerito dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, i rosoni da inserire sono circa 33 partendo dalle antiche raggiere delle Cattedrali di Troia, Ostuni, Otranto, città simbolo di una religione storicamente consolidata.
Ma cosa significa la presenza di una Rosa o Rosone applicato su di una facciata delle chiese romaniche, gotiche o barocche? Ha un’origine storica assai antica: rosoni sono presenti già nelle basiliche romane del V-VI secolo d.C., ma il loro utilizzo, non prettamente architettonico, si sviluppa intorno al XII secolo in tutta l’Italia Settentrionale, ad esempio nel Duomo di Parma, datato 1178 o in San Zeno a Verona nel 1217.
Parallelamente si assiste ad una fioritura di Rosoni anche in Puglia, terra degli Svevi che governano dalla Germania alla Sicilia, nonché di traffici commerciali importanti. Nascono così, a volte su preesistenti strutture le Cattedrali di Bitonto, Ruvo, Trani ecc…con i loro stupendi Rosoni. In alcuni casi questo Rosone risente ancora delle radicate influenze bizantine e viene incorniciato da un archivolto sostenuto da colonnine laterali, come a Bitonto o a Troia.
Il Rosone, inoltre risponde a determinati canoni architettonici e numerici ed ha una precisa simbologia cristiana. La sua forma circolare deve centrare esattamente la facciata della Chiesa e corrispondere ad un preciso allineamento con l’asse centrale della navata laterale, in qualsiasi Cattedrale. Inutile ricordare che ogni impianto deve avere una forma a Croce Latina in un rapporto di 1 a 3, che i bracci della Croce devono delimitare la massima estensione delle navate laterali. L’eventuale presenza di urne mortuarie o altro deve essere delimitato entro questi canoni e non ostacolare comunque la visualizzazione dell’intero interno. Solo in epoca barocca le cappelle dei notabili assumeranno una maggiore decorazione, a volte troppo ridondanti e celebrative, ma sempre contenute in determinati spazi. Comunque sulle normative numeriche e calcoli canonici, imprescindibili, sulle edificazioni delle Chiese vi è una lunga dissertazione, poco in auge nella costruzione di moderne Chiese, davvero “Brutte” a cui è strano che la Curia abbia dato parere favorevole.
Il Rosone rappresenta, inoltre, una gran ruota a raggi che simboleggia il dominio di Cristo sulla terra. Spesso al centro si trova la figura di Cristo o un suo simbolo: il Cristo è al centro di tutto il progetto di Redenzione. Non dobbiamo meravigliarci se in particolari momenti dell’anno, il sole allineandosi con questi Rosoni, proietta determinati punti di luce che corrispondono a disegni, a volte esoterici, sul suo pavimento o sull’altare come succede ad ogni solstizio dell’estate, il 21 giugno, alle ore 17.00, nella Cattedrale di San Sabino a Bari. Un vero evento che richiama credenti, curiosi ed altri….
Nel Medioevo, comunque, dominava anche una precisa ideologia centrica in tanti campi, la Tavola Rotonda di re Artù, ad esempio lampante e tutto quello che ne consegue. Dante stesso suddivide la sua “Commedia” in gironi. La forma del cerchio per tutti i matematici, geometrici, esoterici ecc… rappresenta una “Linea infinita” con al centro Dio che diffonde salvezza.
L’elenco dei “Rosoni importanti”, circa 33, spazia quindi dalla Cattedrale di Bari alla Chiesa di San Domenico a Taranto, dalle Cattedrali di Ruvo e di Troia sino alla spettacolare Chiesa di Santa Croce a Lecce, con la facciata recentemente pulita e restituita a tutto il suo antico splendore.
A questi si aggiungono ben due Rosoni a Gravina in Puglia quello della sua Basilica – Cattedrale e quello altrettanto noto, ed UNICO, sulla facciata della Chiesa-Santuario della Madonna della Grazia. Un rosone inserito nello stemma di Mons. Vincenzo Giustiniani che nel 1602 edificava, su una preesistente cappella rupestre, la Chiesa pensando di stabilirsi lì in periodo estivo. La corona dell’aquila e il suo occhio sono decorati da pezzi di vetro che conferiscono un eccezionale impatto visivo.
Una Puglia romanica, gotica e barocca custode di tutte queste esperienze e testimonianze visibili, ma raramente apprezzate dai pugliesi. Questa idea-studio e conseguente richiesta darà vita ad un progetto lungo e laborioso che richiederà non meno di 5 anni per formulare e proporre, alla Giuria UNESCO, un dossier corposo, credibile e dettagliato. Non sarà solo uno studio estetico-architettonico-culturale, ma anche una ricostruzione di documenti, testimonianze, fonti e maestranze. Un vero lavoro certosino mai affrontato nella storia delle Cattedrali di Puglia, ma soprattutto credibile e convincente.
Non ci resta che aspettare e proporci per non farci sfuggire questa occasione di un vasto recupero identificativo della nostra regione.
Sento il bisogno di aggiungere qualcosa, a titolo personale: molti anni fa, ero una ragazzina appena iscritta al liceo, sono partita, per una specie di Tour con uno zio, R.i.p. cugino ecc….in giro per l’Europa, un paio di mesi, in estate, per visitare quello che ci andava….in Francia, dopo Parigi, i suoi Musei, Notre Dame ecc.. ho espresso il desiderio di andare a Chartres e visitare la sua Cattedrale. Quella Cattedrale sapevo che era il centro cattolico di tutta la Francia, ma ero soprattutto curiosa di vedere la sua facciata, il suo magico rosone e le proiezioni di luce nel suo interno. Mai desiderio e stato così bello da realizzare: entrare in quel posto saturo di misticismo ed esoterismo, vedere quella luce policroma proiettata sul rosone marmoreo del pavimento e provare l’impulso di fare quello che avevo letto, stendermi per terra, a faccia in giù, in quella luce e spalancare gambe e braccia sul tipo dell’uomo Vitruviano di Leonardo è stata una esperienza unica! Non descrivibile. Ho visitato altre Cattedrali, il Duomo di Colonia, in Germania, la Cattedrale di Westminster, a Londra, ma non ho provato lo stesso impulso. Molti anni dopo, ero già in Soprintendenza, stavo completando la mia tesi di Laurea su: ” La città di Trani in periodo Svevo – Angioino” lo stesso impulso l’ho provato in quella Cattedrale, alta, scarna, proiettata verso il cielo, e sul mare, un momento indescrivibile. Altre persone sensibili che ho accompagnato a Trani, nel corso degli anni, hanno provato lo stesso senso incredibile di pace, essere fuori dal mondo….Sindrome di Stendhal? Non credo, non era un disturbo, ma una indefinibile pace che filtrava in Cattedrale attraverso la luce diffusa dal suo stupendo Rosone.
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