Sicilia e i suoi preziosi Presepi
La Sicilia ha tanti Presepi di tante fogge e materiali dai più preziosi ai più poveri. Vediamo qualcosa.
Maria Catalano Fiore
I Presepi siciliani sono una vera scoperta per materiale e per qualità artigianale dal più prezioso al più povero.
La tradizione del presepe in Sicilia ha tradizioni antiche e differenziate. E’ certo che dal 1500 sono presenti Maestri del presepe detti “Pasturari e Santari” che si ispirano alla tradizione napoletana, ovviamente.
Il presepe è ancora appannaggio degli ambienti ecclesiastici, ma tra la fine del 600, il 700 e l’800 si diffonde tra gli ambienti aristocratici, una vera moda ed ostentazione, infatti le varie famiglie importanti cominciano a commissionare presepi sempre più preziosi.
Parallelamente, in questa stessa epoca si diffonde l’uso delle statue di Gesù Bambino in cera, da tenere come oggetti devozionali, nonché oggetti d’arte, nelle camere da letto più importanti.
Tra i più rinomati “Cirari” troviamo gli artigiani siracusani che producono, oltre a bambinelli dormienti, interi Presepi, anche questi protetti da teche di vetro ed ostentati nelle camere da letto.
La “ceroplastica”, in origine, era una attività praticata all’interno dei monasteri fin dal Medioevo. Veri e propri oggetti unici ed artistici.
A Trapani si diffondono invece presepi realizzati con materiali molto più pregiati come il corallo rosso, a volte utilizzato insieme all’avorio, alla madreperla, all’alabastro, all’oro, alla pietra lavica dell’Etna.
Si possono ammirare dei bellissimi esempi al Museo Conte Agostino Pepoli di Trapani. A Trapani i pescatori di corallo, oltre che sotto costa raggiungevano anche le sponde africane per procurarsi i coralli migliori da affidare poi ai gioiellieri per la lavorazione. Il Museo Regionale Conte Agostino Pepoli è attualmente ospitato in uno splendido Convento Carmelitano del 300, rimaneggiato in epoca barocca, che oltre ad importanti dipinti, offre le sale dedicate all’ “Arte in rosso dei maestri Curaddari”.
Il nome degli artisti è rimasto quasi sempre sconosciuto, ad eccezione di Andrea Tipa attivo a Trapani all’inizio del 700 ed autore di suggestivi paesaggi dove l’effetto scenico è dato dall’introduzione di altri materiali preziosi. Tra le altre sculture opere di Andrea Tipa rimane la celeberrima campana di “San Michele che discaccia i demoni, donata a Ferdinando IV di Borbone e alla moglie Carolina in occasione della loro visita a Trapani nel 1801. Pare che questo capolavoro, per la sua unicità, Carolina lo invierà, poi, a Vienna dove è tutt’ora.
Presso il Museo Cordici di Erice. Il Museo Comunale “Antonino Cordici” viene istituito il 2 gennaio 1876 per “Collocarvi tutti gli oggetti d’arte pertinenti alle soppresse Corporazioni come quadri, statue ed altro, per poter formare così un Museo cittadino. Nel 2011, passa sotto la tutela del “Polo Museale” del Mibac e lo trasferiscono nei più ampi locali dell’ex convento di San Francesco.
La Gioielleria Graffeo e Damiano, ancora li produce su specifiche richieste. In questo laboratorio due giovani corallai trapanesi, Giusi Damiani e Alfonso Graffeo utilizzano e riscoprono l’antica tradizione trapanese della lavorazione del corallo e non solo provvedono anche al restauro e ripristino degli antichi capolavori.
A Caltagirone, invece, patria della terracotta si producono presepi con scene di vita contadina e pastorale, ma sono presepi semplici, di derivazione napoletana, comunque di ottima fattura come tutte le ceramiche di Caltagirone.
Spero di essere riuscita a condensare in questo scritto un campo artistico bellissimo ed affascinante. Sereno Natale a tutti.
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