Sopravvissuti all’estinzione: storie di uomini e di animali
Arte, musica, performance, amore per la natura, per gli animali anche selvatici, da preservare, per il proprio territorio si sono fusi in una bellissima performance di Roberto Capriulo, artista a 360° dalle mille risorse.
Maria Catalano Fiore
Domenica 9 ottobre si è svolto un evento didattico, organizzato da NaturArt TREKKING, che ha proposto di affrontare, in mattinata, un breve trekking, e poi, in serata, una conferenza divulgativa sulle specie animali di interesse comunitario: storia, biologia ed ecologia delle specie, interazioni con l’uomo, racconti e testimonianze.
Sulla Murgia, ed in particolare, sul suo versante verso la Basilicata, sin dai tempi più remoti, le storie di uomini e animali si sono intrecciate fra loro. Lo stesso nome “Lucania”, dal termine greco che indica “lupo”, e dal termine latino “lucus” (bosco sacro), testimonia il forte legame tra i suoi abitanti e la natura selvaggia che la rende unica.
Un legame atavico tra sacro e profano, tormentato da storie di persecuzioni, da credenze popolari di fortuna e malocchio. Una storia che custodisce il segreto della resistenza e caparbietà che contraddistingue tutti i lucani, uomini o animali.
Creatrice di questo incontro e di approccio con il territorio e gli animali che lo popolano Erika Ottone, medico veterinario specializzato TePACS e GpCert EXAP, con esperienza nel soccorso, cura e riabilitazione di animali selvatici, monitoraggi faunistici ed educazione ambientale. La sua passione, per gli animali a rischio di estinzione, la porta a rientrare nella sua Lucania, dopo aver concluso gli studi e, dopo vari incarichi riabilitativi su varie specie, a lavorare, dal 2017, per l‘Ente Parco del Pollino occupandosi di monitoraggio e accertamento delle predazioni al bestiame da parte di selvatici nell’ambito del progetto “Convivere con il lupo, conoscere per preservare”. E’ inoltre responsabile delle attività didattiche ed educative del “Centro Visite SIC Bosco Difesa Grande in Gravina in Puglia (Ba)” ed è cofondatrice dell’associazione apulo-lucana NaturOffice ETS con lo scopo di valorizzare e promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio.
Il trekking nel suggestivo scenario della gravina, si è rivelato imperdibile anche grazie all’affascinante performance dell’artista Roberto Capriuolo, nella quale natura ed arte si sono fusi, generando uno spettacolo unico, incredibile ed irripetibile.
Roberto, in questa sua performance, ha seguito un percorso artistico-didattico a ritroso: l’uomo contemporaneo è succube dell’inquinamento, anche mentale. E’ sempre collegato al cellulare, ignora volutamente o meccanicamente tutto ciò che lo circonda.
In questo meraviglioso scenario l’uomo contemporaneo, sempre al cellulare, assente, non guarda, non vede neppure tutta la gente che ha difronte. Ignora la sia la natura che i suoi simili.
Si sveglia dal torpore per intraprendere un lungo percorso purificatore in cui ci ripropone quell’acqua purificatrice in cui l’Ofelia, eroina di shakesperiana memoria, muore per il suo Amleto e si purifica nell’acqua tornando, sulla sponda, verso Gea dea della Terra e madre generatrice del nuovo mondo per passare, poi, attraverso il bacio delle due lune.
Gea, Madre Terra, è sulla sponda, aspetta, ha le braccia aperte. Gea rappresentata come generatrice del vecchio mondo, ma anche ri-generatrice del nuovo mondo.
L’uomo quindi, seguito dal pubblico, attraversa campi e colline sino ad essere circondato da una recinzione di filo spinato, moderna barriera, non solo per l’uomo, ma anche per un lupo, sopraggiunto, che ri-trova pace solo all’interno della sua tana rifugio. Ma anche l’uomo, è vulnerabile, ha bisogno di un rifugio…
In un processo involutivo questo uomo, ormai isolato, ritrovandosi nella tana del lupo, cerca di ritrovarsi, lecca il telefono, compie dei gesti, si spoglia di parte dei suoi abiti. Mostra una svastica, ma non quella hitleriana, questa è un antico segno delle antiche civiltà, poi, anche greca e romana, come testimoniato su molte ceramiche coeve.
L’origine di questo segno è antica. E’ un segno ed un simbolo magico-religioso costituito da una croce a bracci uguali ripiegati alle estremità ad angolo retto. E’ presente in area litica (Sudan occidentale, Guinea superiore ecc…). Nei paesi germanici era impiegata come oggetto apotropaico e come motivo ornamentale. Nei paesi scandinavi è associata al mantello del Dio Thor. Persino in Tibet ha un profondo significato religioso.
L’uomo comincia a ritrovare il contatto con la terra, con i suoi vari materiali e colori. Sente il bisogno di toccarli e di spalmarli sul suo corpo.
Con la terra ricopre il suo viso, le braccia, il corpo, ha contatto con il lupo. Soprattutto riprende il contatto con la Madre Terra, cerca di ritrovarsi cercando nei materiali naturali, anche, i mostri che lo circondano. Mostri radicati nelle tradizioni, nelle nostre menti. Mostri con i quali convivere come il lupo, un animale predatore per istinto, ma innocuo se non viene attaccato, e soprattutto una specie da tutelare.
Numerosa l’affluenza del pubblico, di varie età, che ha partecipato al trekking e poi ha molto gradito questa performance- artistico-didattica di Roberto Capriuolo.
Capriuolo è, senza dubbio, un artista dalle mille sfaccettature, ma soprattutto ama la sua Murgia, sua Madre Terra ispiratrice.
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