Una voce lucana
Un argomento che abbiamo lasciato in sospeso….per parlare di donne maltrattate e ….purtroppo di Maradona. Ma la vita continua, anche se abbiamo perso un idolo, i problemi restano.
Maria Catalano Fiore
Dopo il mio ricordo del 23 novembre 1980, una mia amica lucana, Giosanna Milano, mi ha dato il permesso di divulgare questi versi scritti da sua madre Giacinta Brancati, qualche giorno dopo il sisma. Sono ironici, amari e veri purtroppo. Li copio poi ve li traduco.
Lu terramot a Putenza
Lu terramot a Putenza, /tra li ruin e la paura.
Putenza , va netett, mur mur.
Prima, eram sol arretra, Mò , somm pur terremotat.
Tutt discin: “la rifaremo”, / ma sarà una barca senza remi.
La Stor d’ Putenza e sera assai, /gnè mancav pur stu uaio.
Chi è attaccar alla Pretoria, soffr r’ chiù,
e disc: “Putenza nostra è furnù.
Nchè chi risc: n’hanna rifà / Si sta barc riesc a camminà.
Mo ca t’ha vist chiù d’angun. / T’assegnan nà vera fortuna.
Mai s’era avutt a Putenza,/ la visit d’ tant eccellenz.
Fascegnm curagg, doppst’onor,
Ca’ nun ngnamma fa scurdà da tutt sti signor
Cà non succer, comm a la Sicilia / Dà è rumast semp vigilia.
D’ li dinar accot ra tutt lu monn,/mun s’è capit mai lu funn.
La gente è rumasta terremotata./ Lu Pais, s’è rifatt a barracc.
Giacinta Brancati, dir. riservati.
Il terremoto a Potenza, /tra le rovine e la paura,
A Potenza si cammina piano, muro muro.
Prima eravamo solo arretrati/ adesso siamo anche terremotati.
Tutti dicono :”La rifaremo”, /ma come una barca senza remi?
La Situazione di Potenza era già seria,/adesso mancava pure questo guaio.
Chi viveva, in centro, intorno a via Pretoria, sta peggio di tutti.
C’è ci dice: “Potenza nostra è finita”,/chi dice ” c’è la devono rifare”.
Ma se questo barcone ricomincia a navigare…
Abbiamo visto tanta gente verificare danni e fare perizie,
ma bisogna essere molto fortunati.
Mai si era avuto a Potenza/ la visita di tante Eccellenze.
Facciamoci coraggio che dopo tutti questi onori,
Non dobbiamo farci dimenticare da tutti questi Signori.
Che non succeda come in Sicilia/ è rimasta, in attesa, come ad una Vigilia.
Dei denari raccolti in tutto il mondo/ non si è capito mai dove sono finiti.
La gente è rimasta terremotata/ il Paese rifatto con baracche.
Mi pare piuttosto chiara l’analisi di questa signora, infatti non ha sbagliato, ne per il 1980, ne per i terremoti successivi. I Denari raccolti per l’Aquila o per Amatrice, dove sono finiti? Addirittura non sono state rimosse neanche le macerie!
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