Vincent Van Gogh: scoperto autoritratto sconosciuto
Nascosto sul retro della “Testa di contadina”
Lidia Petrescu
National Galleries of Scotland di Edimburgo hanno rinvenuto un autoritratto nascosto di Vincent van Gogh, una scoperta definita “sensazionale” dal museo scozzese. Trattasi di un’opera in precedenza sconosciuta; l’immagine misteriosa viene trovava sul retro della Testa di contadina dipinta nell’aprile 1885 a Neunen, conservata presso il museo scozzese, grazie ad una radiografia eseguita sul dipinto in vista del prestito per la mostra A Taste for Impressionism in programma dal 30 luglio al 13 novembre presso la Royal Scottish Academy di Edimburgo. I fortunati visitatori potranno vedere per la prima volta la straordinaria immagine, trovata con i raggi X, attraverso un lightbox appositamente predisposto nel percorso della mostra della Royal Scottish Academy.
L’autoritratto era coperto da due strati di colla e cartone, che sarebbero stati sovrapposti prima di un’esposizione all’inizio del XX secolo.
“Quando abbiamo visto la radiografia per la prima volta eravamo certamente super-eccitati”, ha commentato Lesley Stevenson, conservatrice del museo scozzese. “Sono momenti incredibilmente rari”, ha aggiunto la conservatrice delle National Galleries of Scotland Frances Fowle. “Abbiamo scoperto – ha continuato – un’opera sconosciuta di Vincent Van Gogh, uno degli artisti più importanti e popolari del mondo”.
Van Gogh riutilizzava spesso le tele per risparmiare denaro. Tuttavia, invece di dipingere su opere precedenti, girava la tela e lavorava sul rovescio. Secondo gli esperti della National Galleries of Scotland, ci sarebbe la possibilità di scoprire l’autoritratto per esporlo alla vista, ma il processo di rimozione della colla e del cartone richiederà sicuramente un delicato lavoro di conservazione, e adesso il museo sta cercando di capire come si possa ottenere questo risultato senza danneggiare la Testa di contadina.
L’opera appena scoperta mostra un soggetto barbuto con un cappello a tesa con un fazzoletto da collo legato alla gola. Fissa lo spettatore con uno sguardo intenso, il lato destro del viso in ombra e l’orecchio sinistro chiaramente visibile. La condizione dell’autoritratto sottostante non è nota, dal momento che per adesso l’immagine ci è nota soltanto dalla radiografia: se sarà possibile scoprirla, aiuterà a gettare nuova luce sull’artista. Realizzato molto prima rispetto alla Testa di contadina, l’autoritratto appena scoperto fu probabilmente dipinto in un momento chiave della carriera di Van Gogh, all’epoca del suo trasferimento a Parigi.
La professoressa Frances Fowle, Senior Curator di arte francese presso le National Galleries of Scotland, ha dichiarato: “Momenti come questo sono incredibilmente rari. Abbiamo scoperto un’opera sconosciuta di Vincent van Gogh, uno degli artisti più importanti e popolari al mondo. Che regalo incredibile per la Scozia! E sarà per sempre sotto la cura delle National Galleries. Siamo molto entusiasti di condividere questa emozionante scoperta nella nostra grande mostra estiva “A Taste for Impressionism”, in cui l’immagine a raggi X dell’autoritratto sarà visibile a tutti”.
La Testa di contadina è entrata nella collezione del museo della capitale della Scozia nel 1960, come parte della donazione di un avvocato di Edimburgo, Alexander Maitland, in memoria di sua moglie Rosalind. Risalente a un primo periodo della carriera di Van Gogh, il dipinto mostra una donna della città di Nuenen, nel sud dei Paesi Bassi, dove l’artista visse dal dicembre 1883 al novembre 1885. Dipinto a marzo o aprile 1885, sembra avere una somiglianza con Gordina de Groot (nota come Sien), che posò per il primo capolavoro di Van Gogh, “I mangiatori di patate” del 1885, conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam. I suoi lineamenti del viso, il copricapo bianco e i semplici abiti da lavoro sono disegnati ad olio, utilizzando ampie pennellate e colori terrosi tipici degli artisti realisti francesi come Jean-François Millet, del quale Van Gogh era grande ammiratore.
Nel 1886 l’artista si trasferì a Parigi per vivere vicino al fratello Theo, che fu uno dei primi sostenitori degli impressionisti. Esposto al lavoro di questo rivoluzionario gruppo di artisti, Van Gogh alleggerì la sua tavolozza e sperimentò un nuovo linguaggio, fatto di pennellate spezzate. Nello studio di Fernand Cormon, dove prese lezioni di pittura, incontrò gli artisti dell’avanguardia come Henri de Toulouse-Lautrec ed Emile Bernard. Conobbe anche il lavoro di Georges Seurat e Paul Gauguin, sotto la cui influenza iniziò a dipingere in modo più espressivo, usando colori più luminosi. Nell’estate del 1887 Van Gogh stava compiendo esperimenti sui ritratti, usando gli amici e anche se stesso come modello. Theo era fuori città e non era in grado di aiutarlo finanziariamente, quindi Van Gogh riutilizzò le sue tele per risparmiare denaro. Van Gogh morì nel 1890 e suo fratello lo seguì sei mesi dopo, a quel punto l’intera opera dell’artista fu lasciata alla vedova di Theo, Jo Van Gogh-Bonger.
Probabilmente intorno al 1905, quando la Testa di contadina fu prestata per una mostra allo Stedelijk Museum di Amsterdam, fu presa la decisione di incollare la tela su cartone prima di incorniciarla. A questa data la contadina era evidentemente considerata più “finita” dell’autoritratto di Van Gogh. Il dipinto passò di mano più volte e nel 1923 fu acquisito da Evelyn St. Croix Fleming, il cui figlio, Ian, divenne il celebre autore dei libri di James Bond. Fu solo nel 1951 che arrivò in Scozia, essendo entrato nella collezione di Alexander e Rosalind Maitland.
L’autoritratto nascosto fa parte di un gruppo di molti di questi autoritratti e altre opere dipinte sul retro di tele precedenti del periodo di Nuenen. Cinque autoritratti si trovano nel Van Gogh Museum di Amsterdam. Altri si trovano in giro per il mondo al Metropolitan Museum of Art di New York, al Wadsworth Atheneum Museum of Art, al Kunstmuseum dell’Aia. I documenti del Van Gogh Museum confermano infine che nel 1929 il cartone fu rimosso da tre delle opere del periodo di Nuenen dal restauratore olandese Jan Cornelis Traas, rivelando i ritratti sul retro.
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