11 settembre 2001
Un giorno che non dimenticheremo mai
Cinzia Montedoro
Se non ricordiamo non possiamo comprendere.
Edward Morgan Forster
Una data stampata nella storia, 11 settembre 2001, l’inizio di un mutamento, “We Never forget” che noi non dimenticheremo mai. È il giorno in cui il terrorismo ha sconvolto l’intero pianeta cambiando per sempre la percezione del nostro mondo, e forse delle nostre sicurezze.
La mattina dell’11 settembre 2001, diciannove terroristi presero il comando di quattro aerei di linea passeggeri, dirottandoli e usandoli come razzi per attaccare il cuore degli Stati Uniti. Gli attentati si svolsero tra il World Trade Center con l’attacco alle Torri Gemelle, il Pentagono, nella contea di Aarligton e uno dei quattro aerei che non raggiunse l’obiettivo della Casa Bianca si schiantò in un campo vuoto vicino Shanksville, in Pennsylvania, l’attacco fu ordinato da Osama Bin-Laden, leader dell’organizzazione terroristica di matrice islamica Al-Qaeda.
I morti furono circa tremila, tra chi si trovava negli edifici, a bordo degli aerei, per le strade, oltre quattrocento i soccorritori morti, tra questi più di trecento erano pompieri. La paura fu il filo conduttore che unì il mondo intero, l’attacco al cuore dell’America ebbe effetti a lungo termine, basta pensare ai voli in aereo, all’economia, ai rapporti sociali.
Eppure molti ragazzi oggi, non conoscono un granché di questa data e sugli eventi avvenuti.
I video visti sui social e i fotogrammi che raccontano una parte di quella devastante tragedia che ha falciato non solo l’America ma anche le coscienze del mondo intero, non toccano la reale paura provata da tutti coloro che in quel momento l’hanno vissuta e chi come noi era a casa incollati alla tv con edizioni straordinarie, che si susseguivano sovvertendo i palinsesti televisivi. Ininterrottamente c’erano loro, le immagini degli schianti, delle torri gemelle che crollavano, degli uomini che per fuggire dalle fiamme si gettavano nel vuoto. Nella memoria di tutti noi rimarranno scolpite le immagini di coloro che si lanciavano dalle finestre del World Trade Center, ed i tanti volti impolverati e rigati dal sangue.
Se non ricordiamo non possiamo comprendere, ed è partendo da questa citazione che abbiamo deciso di raccogliere alcune testimonianze, riflessioni in memoria di quell’11 settembre 2001. Momenti che raccontano a distanza di vent’anni il dolore, il disorientamento e la paura, infondo l’America non era poi tanto lontana.
LE TESTIMONIANZE:
Isabella: Lo ricordo benissimo quel giorno, ero a Pinarella di Cervia, lavoravo per la stagione estiva. Erano circa le 15.00 ed ero in pausa; fui informata da alcuni colleghi dell’attacco terroristico, non potevo crederci! Quel maledetto pomeriggio le tv dell’albergo erano sintonizzate tutte sullo stesso canale, le immagini degli aerei che fuori controllo si dirigevano nel centro di New York, quelle torri che crollavano come birilli, tutto quello che c’era intorno era solo polvere e detriti, impressionante fu ascoltare gli ultimi messaggi di gente intrappolata nelle torri e che sapeva di non poterne più uscire viva, vedere chi si lanciava dai balconi mi straziava il cuore.
Ci vollero giorni per metabolizzare l’accaduto, riguardavo continuamente in tv l’America ferita, temevo che fosse solo l’inizio di una lunga serie di attacchi, temevo per l’Italia. Ero giovane, una ragazzina ma piena di paura, ero sola e lontano dagli affetti più cari, non vedevo l’ora di tornare a casa per sentirmi al sicuro.
Marianna: Io e mio marito stavamo lavorando, improvvisamente arrivò mio suocero ad avvisarci dell’accaduto, ci pervase una sensazione di smarrimento, di vuoto ed incredulità, l’America era stata colpita al cuore , come poteva essere possibile? Chi era stato? E perché?
Accendemmo la tv e insieme ci rendemmo conto dell’immane tragedia, era tutto molto strano sembrava di vedere un film, ma la realtà era ben altra cosa.
Stefano: Quel giorno andai in campagna per lavorare, era da poco iniziata la stagione della vendemmia, ricordo che era una bella giornata soleggiata. Il lavoro era duro e al termine del mio dovere, ormai stanchissimo mi diressi verso casa e fu così che appena accesa la televisione vidi in diretta il secondo attacco e ascoltai: “un secondo aereo si è schiantato sull’altra torre gemella, a 870 chilometri l’ora” sobbalzai!
Nel giro di un’ora entrambe le torri crollarono, la gente correva impaurita, non potevo crederci, cosa stava succedendo?
Rosaria: Ero appena arrivata al lavoro, fui subito informata dai miei colleghi di ciò che stava avvenendo in America, non credevo a quello che mi stavano dicendo!
Accesi la televisione e rimasi pietrificata di fronte a ciò che vedevo, ero stravolta, incredula. Finito a mezzanotte il turno andai a casa ma non riuscì a chiudere occhio, continuai a seguire tutti gli speciali e le dirette televisive facendo zapping. Il mio pensiero era rivolto alle tante persone coinvolte in questa tragedia ma anche ad una mia amica che vive proprio a New York, temevo per lei.
Ci vollero venti giorni prima che riuscissimo a parlare, era impossibile poter comunicare con l’estero. La mia amica americana è un’insegnante e mi raccontava che molti suoi alunni avevano perso persone care, genitori, parenti, ed era davvero difficile gestire classi con bambini che avevano subito questi tremendi lutti, difatti molti di loro furono seguiti da medici e psicologi. Una ferita che fatica a rimarginarsi e che ogni 11 settembre inesorabilmente si riapre.
Dopo quel tragico 11 settembre, sono passati vent’anni, il mondo ha visto l’avvento dell’euro, dei social, ancora guerre, in America si sono succeduti quattro Presidenti, dopo sei secoli un Papa ha abdicato, l’incendio di Notre Dame, abbiamo nuovamente toccato la paura con la pandemia da coronavirus, e molto altro ancora.
Vorrei credere che i tanti ragazzi che studieranno questa pagina di storia acquisiscano nuove consapevolezze, vorrei credere che quel carico emotivo di cui tanto abbiamo scritto porti a cambiare almeno in loro la visione del mondo, noi dal canto nostro continueremo a raccontarlo.
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