23 Maggio 1992. Strage di Capaci 30 anni dopo.

Si avvicinano le manifestazioni per ricordare questo Grande Uomo nel trentennio dalla scomparsa

Nunzia Zampino

Il 10 dicembre del 1992 è stata costituita a Palermo la Fondazione Giovanni Falcone ” Per un futuro senza mafia”, con l’impegno di promuovere la legalità, attraverso attività di studio e di ricerca, nella società, ma soprattutto tra i giovani.
La Fondazione è impegnata a realizzare un’educazione ai valori dell’antimafia, soprattutto in età scolare, spiegando e tenendo viva in loro, la memoria di tante persone, che per vivere all’estremo della legalità hanno sacrificato la vita.

Giovanni Falcone

Questa Fondazione negli anni si è perfezionata nelle attività investigative e giudiziarie, impegnate nella prevenzione della criminalità organizzata è favorito la cooperazione tra i sistemi giudiziari, europei ed internazionali per un efficace coordinamento tra di loro.

Nel 1996 la Fondazione ha ottenuto dall’ ONU il riconoscimento, come organizzazione non governativa presso l’ ECOSOC ( Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite) svolgendo funzioni nell’ambito delle materie che ricadono nella competenza del Consiglio. con riferimento ai campi dell’ Economia Internazionale, delle problematiche sociali, culturali ed educative.

Maria Falcone

Presidente della fondazione Maria Falcone, sorella di Giovanni il magistrato ucciso dalla mafia a Capaci il 23 maggio 1992.
Docente di diritto, dopo la morte del fratello ha dedicato la sua vita alle affermazioni dei valori della legalità e dell’ antimafia.
A migliaia di ragazzi e persone comuni ha raccontato il coraggio ed il valore del fratello e di tutti gli uomini che si sono sacrificati per la giustizia. Vicepresidente Giuseppe Ayala, magistrato che per anni ha lavorato accanto a Giovanni Falcone.

Falcone ha rappresentato la pubblica accusa nel maxiprocesso, il primo grande processo ai clan mafiosi palermitani, istruito dal pool guidato da Antonio Caponnetto, legato da una profonda amicizia al giudice.
Dopo la morte di Falcone, Caponnetto ha portato nelle scuole il lavoro dei colleghi uccisi, ritenendo che la battaglia culturale sia un’arma decisiva contro la mafia.

Giovanni Falcone, un magistrato. un uomo dello Stato che ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia. Investigatore attento e dall’intuito straordinario, in un’ epoca in cui si negava finanche l’esistenza di Cosa Nostra.
Ha istruito, insieme al collega Paolo Borsellino, il primo maxiprocesso alle cosche, scardinando il mito di una mafia invincibile ed impenetrabile. Inventò un metodo investigativo, ancor oggi insostituibile, basato sul seguire i flussi finanziari di determinati affari sospetti, che portano inevitabilmente alla scoperta dei colpevoli

da sx. Paolo Borsellini, Giovanni Falcone e Antonio Caponnetto

Il 23 maggio del 1992 è stato assassinato insieme alla moglie, Francesca Morvillo, ed alla scorta.
Resta viva la sua eredità morale e professionale, ha creato un metodo investigativo, diventato modello nel mondo, ancor oggi insostituibile, basato sul seguire i flussi finanziari di determinati affari sospetti, che portano inevitabilmente alla scoperta dei colpevoli.

Francesca Morvillo

Fu eccezionale il suo impegno nel guidare i colleghi per portare alla sbarra 475 boss e gregari, prima del maxi processo assolti per anni per mancanza di prove.
Non si è mai sentito un eroe, ma un uomo dello stato chiamato a fare il proprio dovere.
Diceva: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni ha un principio, una sua evoluzione ma avrà una fine”.
Una vita intensa tra scorrettezze, anche da parte di colleghi ostili, tanto che ad un certo punto della sua carriera si rende conto di trovarsi isolato.
Possiamo concludere che è stata una persona combattuta, contrastata, abbandonata al suo destino, sotto tutti i punti di vista.

Maxi processo

Il 30 Gennaio del 1992, con una sentenza storica, la Cassazione riconosce tutte le accuse contro i mafiosi. La corte suprema ripristina gli ergastoli e le condanne. Il maxiprocesso ha retto alla prova finale, una sorta di prova del fuoco.
La sua tenacia ha fatto sì, che la Giustizia facesse il suo corso, anche se l’apice del suo successo sarà proprio l’inizio della fine dei suoi giorni.

Ma la morte di Giovanni Falcone rappresenta l’inizio della fine di Cosa Nostra. Palermo si sveglia, e scende in piazza a gridare il suo forte “No alla mafia”.

Strage di Capaci

Spetta ora a tutti noi mantenere vivo quell’esempio lasciatoci in eredità da questo Grande Uomo, e portare avanti le lezioni di legalità, di amore per lo Stato che Giovanni Falcone con il suo martirio ci ha lasciato.

Giovanni Falcone: “Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole …”.

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