8 maggio anche festa dei coniugi dei militari
Oggi negli Stati Uniti si celebra anche la giornata dei coniugi dei militari
Nunzia Zampino
Oggi 8 maggio si festeggia anche la giornata in onore dei coniugi dei militari… Una ricorrenza che nasce negli Stati Uniti, dove verrà celebrata la Giornata in onore dei Coniugi dei militari (Military Spouse Day).
Istituita e fissata nella giornata odierna dal Presidente Reagan nel 1983 in concomitanza con la Festa della Mamma, riconosce i contributi significativi, il supporto e i sacrifici dei consorti delle forze armate statunitensi. Erroneamente, in Italia la ricorrenza viene tradotta con “Giornata delle Mogli dei militari”, commettendo un’ingenuità figlia del secolo scorso: nell’esercito Usa le donne sono oggi 214.098, il 14,6% del totale, molte delle quali sposate. Oggi è la festa anche di quei mariti.
Come ogni anno, il presidente americano, oggi Joe Biden, terrà un discorso celebrativo. Verrà più volte ricordata la difficoltà e la sofferenza con le quali devono convivere uomini e donne che aspettano, a casa, il ritorno della persona amata.
E’ prevedibile che non ci sarà alcun riferimento da parte di Biden, alla possibilità di ridurre il numero di componenti l’esercito, nonché il numero di missioni all’estero. E’ il motivo che accompagna ogni riflessione populista di matrice liberal-conservatrice: se si vuole fare qualcosa in aiuto di chi soffre per la guerra, si fanno donazioni, si celebrano giornate (c’è un sito internet governativo apposito per “supportare i nostri eroi”); ma l’eventualità di eliminare la causa di tali sofferenze, intervenendo, non viene neppure sfiorata.
Allo stesso modo, lo sponsor del Military Spouse Day non ha nulla a che fare con organizzazioni che ripudiano la guerra, bensì è un costruttore e fornitore di abitazioni nei pressi di basi militari.
In altre parole, anche se si celebra principalmente il sacrificio della lontananza di un coniuge, peraltro in situazioni di pericolo, dai conservatori repubblicani non si fa nulla per impedire il proliferare di guerre, e dal pacifismo estremo di parte dei democratici c’è il ripudio a priori dei militari, salvo ricorrer loro quando il pericolo incombe e si avvicina.
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