Allarme lanciato dall’Oms: “Usare le mascherine al chiuso e nei luoghi affollati”
Ultimo aggiornamento delle linee guida sull’uso delle mascherine da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Sono ancora uno strumento chiave contro il Covid”
Lidia Petrescu
Gianvito Pugliese
LP – Dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è stato appena diramato un secco: “No ad abbassare la guardia, le mascherine continuano ad essere uno strumento chiave contro il Covid “.
Questo il contenuto fondamentale dell’aggiornamento delle sue linee guida sull’uso delle mascherine. Più specificatamente: “Si raccomanda l’uso delle mascherine da parte del pubblico in situazioni specifiche che sono consigliate a seguito di una recente esposizione al Covid, quando qualcuno ha o sospetta di averlo, quando qualcuno è ad alto rischio e per chiunque si trovi in uno spazio affollato, chiuso o scarsamente ventilato“.
Inoltre, l’Oms aggiunge altri suggerimenti specifici sull’uso delle mascherine, che vanno necessariamente utilizzate “sulla base di una valutazione del rischio. I fattori da considerare includono le tendenze epidemiologiche locali o l’aumento dei livelli di ospedalizzazione, i livelli di copertura vaccinale e di immunità nella comunità e il contesto in cui si trovano le persone”.
GP – Questo quotidiano, presentato e con il suo primo numero due settimane prima che si scoprisse “un paziente zero”, in realtà “il paziente uno”, si è occupato da subito della pandemia. Fino a quel giorno eravamo tutti convinti, o forse solo speranzosi, che il Coronavirus (poi scoprimmo che sarebbe stato più opportuno chiamarlo col nome scientifico di Covid-19 o Cov-Sars-2), fosse solo “un affare cinese”.
Passò solo un mese e esplosero Bergamo e Brescia (che a me fino a quel giorno ricordavano solo l’omonima orchestra fondata e diretta da Agostino Orizio, forse il miglior amico del sommo Arturo Benedetti Michelangeli, fra i due o tre più grandi pianisti mai esistiti). Indimenticabili le scene delle lunghissime fila di camion militari che portavano tantissimi morti ad essere cremati e sepolti in fosse comuni. Povere donne e uomini, non tutti molto anziani, che erano spirati senza una parola di conforto dei congiunti, essendo necessariamente isolati, per ridurre la diffusone del contagio, e non avevano diritto neanche ad una dignitosa sepoltura.
Dal primo giorno abbiamo pubblicato il Bollettino nazionale quotidiano e poi, a seguire, quello della Regione Puglia uscito qualche mese dopo. Non abbiamo mai mancato una sola giornata. Raramente, quando le notizie ritardavano, si pubblicava il giorno dopo appena ricevute.
Abbiamo sostenuto con forza la campagna vaccinale, unico vero presidio alla riduzione dei rischi da Covid-19. Ovviamente non siamo stati e non siamo certo amati dai no-vax, ai quali ultimamente diverse forze politiche lisciano il pelo, pur di raccattare -come accattoni senza dignità- qualche voto o consenso.
Oggi, mentre in Italia si è diffuso, a ragione o a torto, “il liberi tutti” ed il governo si sforza di farci credere che tutto va bene, che il Cov-Sars-2 è stato domato, e quando invita alla vaccinazione ed all’uso dei presidi individuali (mascherine in primis) lo fa molto timidamente, temendo che gli si ricordi le incostituzionalità farlocche urlate ed iscritte a colpa di chi faceva il suo dovere costituzionale di tutelare la salute e l’incolumità pubblica.
Permettetemi di ricordare che l’art. 32 della Costituzione così recita:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Due commi che dicono tutto ed ai quali va aggiunto l’art 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo approvata dalle Nazioni Unite (Onu) il 10 Dicembre 1948, nella parte in cui recita: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. Superfluo ricordare che detta dichiarazione è stata recepita dal nostro legislatore e nella gerarchia delle fonti normative occupa il primo posto unitamente alla Carta Costituzionale.
Tanto, per motivare quel “farlocco” attribuito a certe dichiarazioni che definire “imprudenti” è decisamente un’eufemismo.
Intendiamoci, comprendo le difficoltà a dire le cose come stanno veramente, da parte di chi per troppo tempo ha urlato all’incostituzionalità degli obblighi vaccinali, limitati peraltro sempre a particolari categorie, perché, o era all’opposizione o al governo ma praticando una strana (sporca) politica di governo e di opposizione ad un tempo.
Assisto anche a due atteggiamenti bipolari nell’attuale governo. Il Ministero della Salute spinge sulle vaccinazioni, ma solo con raccomandazioni che alternano il freddino al tiepido, mentre la propaganda di regime parla di commissione d’inchiesta sulla gestione della sanità del Conte II e del Draghi (nrd. governi), accarezza il pelo ai no vax -arrivando all’aberrante abolizione delle sanzioni ai sanitari che hanno rifiutato la vaccinazione: non si è mai visto che un illecito venga depenalizzato con effetto retroattivo a sanzione irrogata-. Certo che Nordio, ultimamente, appare molto distratto. Non si è accorto neanche di questo?
Propaganda di regime? Voi, care lettrici e gentili lettori, come definireste diversamente una comunicazione in cui, quando uno slogan (magari pessimo) viene lanciato da uno del clan (o partito, se preferite, tanto ormai sono sinonimi, e vale per tutti), viene acquisito come verità biblica da tutti gli altri componenti dello stesso branco, che lo ripetono all’ossesso, anche dove non c’entra assolutamente, Ma la meritocrazia segna, evidentemente, ormai punti positivi solo dalla reiterazione dello slogan virale.
L’impressione e che ci si renda conto dei pericoli, almeno da parte delle poche menti pensanti -ne conto tre o quattro, non una di più- ma che su tutto prevale l’incapacità di dire onestamente: “Cittadini, sapere una bella cosa, ci siamo sbagliati ed ora, da buoni padri (e madri) di famiglia, proviamo a rimediare”.
Certo per quanti non vedono oltre il proprio naso sarebbe un’ammissione di incapacità, ma a quella maggioranza di persone per bene, purtroppo silenziose, quelli che non votano più, perché disgustati, quelli che hanno votato turandosi il naso, si offrirebbe “la speranza” che qualcosa possa davvero cambiare e, per una volta tanto, in meglio e non sempre e solo in peggio, come la politica con la p minuscola ci ha abituati ad assistere.
P.S. Questa sera entrambi gli Autori si sono recati ad uno dei più grandi ipermercati di Bari. Non farò il nome per non dare pubblicità gratuita. Ebbene, se non unici ad indossare la mascherina, eravamo le mosche bianche e non è mancata la risatina di commiserazione delle tribù familiari, non aduse certo al bon ton, che si erano riversate per la “gita familiare” del sabato sera. Questa è la realtà. Non stiamo affatto esagerando né la Collega, nè il sottoscritto.
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