Aumenti per gli invalidi?

Immagine della Giustizia, opera di Filippo Calendario, 1350, Sulla facciata del Palazzo Ducale di Vanezia.

Maria Catalano Fiore

Da ieri una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che la bellezza di 285,66 euro mensili, previsti dalla legge per le persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità, non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita. Alleluia! Ha stabilito, inoltre, che tale trattamento economico è incostituzionale perché viola il diritto al mantenimento che la Carta (art. 38) garantisce agli inabili. Finalmente, il caso è stato preso in esame dalla Corte di Appello di Torino. Il fatto riguarda una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita e di comunicare con l’esterno. La Corte ha ritenuto che un assegno mensile pari a 285,66 euro sia inadeguato a garantire agli inabili i mezzi necessari per vivere. E’ stato quindi affermato che il cosiddetto “incremento al milione” (pari a 516,46 euro) da tempo riconosciuto per vari trattamenti pensionistici, debba essere assicurato agli invalidi civili totali, senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età, attualmente previsto. Il primo effetto è che tale trattamento economico dovrà d’ora in poi essere erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto 18 anni e che non godano in particolare, di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro. La Corte ha stabilito che la propria pronuncia non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi, quindi, solo per il futuro.

Una sentenza storica, che ripaga anni ed anni di battaglie da parte delle associazioni per i diritti dei disabili. Il verdetto, però, offre anche occasione per un regolamento di conti tra i grillini, peraltro già in atto per altri motivi, dal momento che il loro ex-leader politico, Luigi Di Maio –secondo un quotidiano, che afferma di averlo appreso da due parlamentari d’opposizione- avrebbe sostenuto di non avere tempo per leggersi tutte quelle scartoffie e di avere altre priorità. E tale atteggiamento non sarebbe stato mandato giù da altri pentastellati, interessati alle sorti degli invalidi. Oggi ci ha pensato la Corte Costituzionale a rimettere un po’ a posto le cose stabilendo che 285,66 euro sono una cifra inadeguata a garantire una sopravvivenza. Ora sta al governo trovare le necessarie risorse per aumentare l’importo almeno a 516 euro. Ora le Camere sono chiamate a colmare un grave ritardo. Ma speriamo non facciano come al solito, il cane che si morde la coda, una ulteriore beffa per tanta povera gente che soffre.