Continuo il viaggio…la masseria Brusca
Il giardino del tempo sospeso.
Nunzia Zampino
La Masseria Brusca sorge nel territorio di Nardo, in direzione di Torre Inserraglio, Sant’Isidoro e Porto Cesareo. Potrebbe sfuggire allo sguardo distratto del visitatore di passaggio, protetta dall’anonimato di una piccola rientranza sul ciglio della strada.
La si raggiunge percorrendo un’ampia strada, immersa in un paesaggio rude e selvatico di terra rossa, punteggiato di orticelli, muretti a secco e pale di fichi d’ india.
I panorami salentini evocano nell’immaginario collettivo una peculiare tipologia architettonica, quella della masseria.
Alcune di un bianco abbacinante spiccano tra le zolle rosse di terra salentina comprendendo al loro interno ampi cortili, fecondi terreni coltivabili, aree destinate al pascolo, che sono in armonia con sobrie dimore private.
Contornata da erba spontanea, nota anche come erba cavallina, anticamente utilizzata per striare il manto dei cavalli.
La struttura fu costruita nel ‘500 come abitazione rurale, costituita da una grande torre, utile anche per l’avvistamento degli invasori turchi, da stalle, fienili e aie, circondate da un alto recinto di pietre.
A quel tempo la masseria era di proprietà della famiglia Carignani, nel 1721 passo alla famiglia Dell’Abate.
Si assistette in quel periodo ad un mutare della destinazione d’uso delle masserie, acquisiva rilievo la volontà dei proprietari di rendere la costruzione più graziosa e confortevole.
Le masserie diventarono così luoghi di villeggiatura, in cui i proprietari potevano ripararsi dal frastuono della quotidianità.
Lontani da doveri si ritornava alle origini di una genuina vita campestre, vi trascorrevano le loro giornate soprattutto nei mesi della vendemmia o della mietitura.
La struttura fu costruita nel ‘500 come abitazione rurale, costituita da una grande torre, utile anche per l’avvistamento degli invasori turchi, da stalle, fienili e aie, circondate da un alto recinto di
Fu quindi coi Dell’Abate che la masseria acquisì note signorili.
Nuovi ambienti vennero accorpati alla torre originaria ed il prospetto si arricchì di sette imponenti archi.
Restauri ed interventi di manutenzione sono sempre stati condotti del rispetto delle caratteristiche originarie della masseria, che conservandosi intatta si presta ad essere utilizzata anche come set cinematografico.
Il luogo che si schiude oltrepassata l’inferriata e un’anticamera incantata, un recinto circolare che funge da atrio al mandorleto, al frutteto ed al Giardino delle Statue.
Appare come una corte lussureggiante, fitta di vegetazione e rigata da qualche spiraglio di luce.
Una selva lussureggiante trabocca dalle aiuole, piante sempreverdi ed esotiche, canne d’India con fiori scarlatti, rigogliosi cespugli di acanto crescono nella penombra di palme tondeggianti. Con la famiglia Zuccaro, attuale proprietaria della masseria, sul finire dell’ottocento sostituì le piante da frutto con piante ornamentali.
Nella masseria troviamo nicchie con lo stemma dei Gorgoni e quella degli Orlandi, un pozzo seicentesco. In una delle nicchie anche se logorato dal tempo e dall’umidità una pittura della Madonna del Bambino.
Intorno al pozzo, sono posizionate, le statue dei quattro continenti affiancate ciascuna da una divinità mitologica femminile ed una maschile.
Sono le figure leggendarie scolpite ad irretire il visitatore, che viene meravigliato davanti alle minuziose rifiniture con cui sono stati realizzati con gli attributi che li contraddistinguono.
Ed infine vi è una cappella, che nel 1830 riscosse la lode del detto Lettieri, ed officiata tutt’ora nei mesi estivi.
Una villa-masseria, agriturismo in agro di Nardo’: Masseria Brusca…
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