Divampa sempre più ed ovunque la protesta per Floyd
Decine di migliaia hanno sfilato a Washington, cortei anche il altre città americane. Migliaia anche in Francia, Germania ed Italia.
BLACK-LIVES-MATTER -la vita dei neri importa- è il cartello più diffuso, che si vede alle manifestazioni contro il razzismo e la violenza, che l’assassinio brutale di George Floyd, per mano di poliziotti, ha provocato. E di cartelli così, insieme a quelli con l’immagine della prima vittima se ne sono visti tanti al corteo di Washington, al quale fanno partecipato diverse decine di migliaia di persone. In molte altre città americane cortei numerosi e partecipati. Altri due afroamericani in questi giorni hanno perso la vita, il primo vittima di un proiettile di gomma, il secondo sempre durante un arresto, sembra altrettanto brutale, secondo le testimonianze di civili. Ed è in gravissime condizioni l’anziano bianco settantacinquenne buttato a terra da due poliziotti a Buffalo.
Nel frattempo il tycoon, che “non si era rifugiato nel buncker”, ha minimizzato la partecipazione -evidentemente, pensa che i suoi elettori non guardino tv, non leggano giornali,- e lodato guardia nazionale, servizi segreti e polizia per aver contenuto i disordini. Piccolo, non insignificante dettaglio: l’ha fatto da una casa bianca circondata da una rete metallica di protezione altra tre metri e lunga tre chilometri, un muro di protezione rinforzato da barriere di cemento. Un presidente, dunque, che ama talmente il suo popolo e ne è talmente ricambiato, da chiudersi da solo in prigione per non entrarne in contatto, nonostante le infinite protezioni di cui dispone.
Naturalmente, non una parola sugli altri due afroamericani assassinati e sul settantacinquenne in fin di vita. Danni collaterali, le vite che contano sono la sua e quelle dei miliardari suoi sodali e soci d’affari. Quelli del carbone, delle armi, dei soldi sporchi, ma comunque ben accetti. Pecunia non olet. Saprà almeno che significa?
Ovviamente, poco gli importa di quello che avviene a Parigi, dove la manifestazione imponente di protesta, con oltre 23mila partecipanti, potrebbe indurre un Emanuel Macron, alla ricerca della riconquista del consenso popolare, a rivedere la decisione di partecipare al G7 a Washington ed allinearsi all’alleata di sempre, Angela Merkel, che non parteciperà. Ancor meno gli preme di quelle in Germania, anche se a Berlino si contavano oltre 10mila presenze ed ad Amburgo 9mila. Solo a Londra, tensione e lievi scontri tra manifestanti e polizia. Ma con un Boris Johnson al governo è andata pure troppo bene. Meno in Australia, dove si manifestava anche per i diritti degli aborigeni, e The Guardian riferisce dell’uso di spray al peperoncino da parte della polizia, di decine di fermati ed almeno un arresto.
In Italia, manifestazioni composte, un poco dovunque, ma le più suggestive a Firenze, dove oltre un migliaio di giovani, di fronte al Consolato Usa sul Lungarno fiorentino, hanno messo un ginocchio a terra alle 20,08 rimanendo inginocchiati per quegli otto minuti che sono costati la vita a Floyd, ed a Milano e tutta la Lombardia, pur ancora flagellata dal Covid, dove gli studenti hanno iscenato il medesimo flashmob sotto il consolato USA ed altri luoghi simbolici. Il cartello delle manifestazioni lombarde “No justice no peace”.
Ma se Trump le ignora, non così più di uno, tra i più autorevoli e noti repubblicani. che si dichiarano disgustati e pronti a votale Joe Biden.
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