“False, deliranti e pericolose”

Il tsunami creato dalle falsità delle parole di Lavrov

Lidia Petrescu

Così Dani Dayan, presidente di Yad Vashem, il Museo della Memoria di Gerusalemme (in copertina), si è espresso sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che ieri in una intervista a “Zona Bianca” su Mediaset dichiarava che Hitler “aveva origini ebraiche“. Sono affermazioni, ha aggiunto Dayan, citato dai media “degne di ogni condanna“.

Lo stesso Dayan in una intervista alla radio pubblica israeliana ha denunciato che su un elemento rimasto oscuro relativo alle origini del nonno di Hitler da parte paterna “si siano poi costruite teorie cospiratorie del tutto infondate secondo le quali lo stesso Hitler sarebbe stato ebreo. Di conseguenza, viene sostenuto, ‘ebrei sono coloro i quali hanno sterminato ebrei nella Shoah’. C’è davvero da rammaricarsi che il ministro degli esteri della Russia partecipi a questo happening antisemita”.

Dayan ha anche duramente attaccato la affermazione secondo cui il presidente ucraino Volodymir Zelensky sarebbe lui stesso nazista. “Si tratta di una affermazione non meno grave. Se quello è l’aspetto del nazismo – ha aggiunto – allora perché noi ne facciamo un tale clamore? Quella affermazione – secondo Dayan – è un insulto e un duro colpo inferto alle vittime del nazismo vero“. Il senso delle parole di Lavrov, secondo Dayan, “capovolge la Shoah. Si prendono le vittime, e le si trasformano in carnefici“.

E la condanna pubblica delle dichiarazioni di Lavrov ha creato un onda molto pericolosa per Cremlino, visto che anche il ministro degli esteri israeliano non ha tardato ad invitare l’ambasciatore russo a fornire a Tel Aviv spiegazioni. Israele si aspetta di ricevere della scuse per l’uscita di Lavrov. “Le sue parole sono imperdonabili, l’ambasciatore sarà convocato per una consultazione” lo dice Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid.

Per ora nulla. Dal Cremlino solo silenzio tombale.

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