Giornata mondiale degli oceani
Ricordiamo annualmente l’impatto negativo dell’ uomo sulla natura.
Ogni anno vengono gettate negli oceani grosse quantità di rifiuti e inquinanti.
L’inquinamento degli oceani, in particolare delle acque costiere, è dovuto sia alle attività terrestri, sia a quelle marine. I fertilizzanti e i pesticidi utilizzati nelle aziende agricole, gli scarichi industriali e le scorie nucleari, i gas di scarico emessi lungo le strade, le acque usate e i rifiuti si riversano nei corsi d’acqua e finiscono nell’oceano. Le emissioni in atmosfera dovute a industrie e trasporti sono un’altra fonte rilevante dell’inquinamento che proviene dalla terra. Una volta emessi, molti composti chimici (rame, nichel, mercurio, cadmio, piombo, zinco e composti organici sintetici) rimangono nell’aria per settimane, se non di più. Con i venti li spostano e ricadono negli oceani. Tutti questi inquinanti e rifiuti sono poi ridistribuiti sulla superficie del globo dalle correnti dei mari.
Le attività marine come l’estrazione di combustibili fossili, i trasporti (compresi i viaggi effettuati dalle navi da crociera) e la pesca scaricano grosse quantità di sostanze tossiche nell’oceano. L’inquinamento acustico, che turba profondamente il comportamento di alcune specie animali come i grandi mammiferi marini, è un’altra questione che sta diventando sempre più grave. L’inquinamento petrolifero causato da collisioni navali o navi incagliate è da parecchio un problema internazionale rilevante, cui si sono recentemente aggiunti quelli delle sostanze a rischio e nocive.
Nelle acque dell’Oceano Pacifico tra la California e le Hawaii galleggia una gigantesca isola di plastica. È grande tre volte la Francia ed è formata da oggetti risalenti anche agli anni ’70.
Nel Atlantico sulle coste dell’Honduras, c’è un’isola di plastica di dimensioni spaventose, la seconda più grande del pianeta. Nel mar dei Caraibi, un’area di 8km quadrati che si è formata negli anni ’80, continua a crescere ancora oggi. I video girati dalla fotografa attivista Caroline Power, nell’ottobre 2017 hanno indignato il mondo intero. Un paradiso terrestre si sta trasformando in uno scempio che somiglia sempre di più al più grande crimine di tutti tempi.
Per fortuna qualcuno non si arrende. Ocean Cleanup funziona! Il sistema ideato dal giovane olandese Boyan Slat ha raccolto con successo una grande quantità di plastica dall’oceano, direttamente dall’isola di plastica del Pacifico, la più grande isola di plastica del mondo. Il progetto, nato ormai da più di 7 anni, cerca di contrastare le grandi isole di plastica, prima che il tempo le usuri e le trasformi in micro-plastiche letali per la fauna. Sfruttando le stesse correnti dell’oceano, Boyan Slat ha sviluppato così un’idea: un grosso tubo galleggiante, a forma di U, in grado di catturare la plastica e permetterne la raccolta e il riciclo.
Ora tocca a noi tutti essere più attenti alla plastica, gettata un po’ dappertutto, alle sostanze per lavare nocive all’ambiente, dobbiamo stare attenti a quello che compriamo e utilizziamo oggi, per vivere ancora domani.