Giorno 369

Essenziali le forniture occidentali d’armi all’Ucraina e le sue capacità di adoperarle al meglio. In copertina il Leopard 2

Orio Giorgio Stirpe

Concluso il primo anno di guerra su un fronte assolutamente stabilizzato dopo il disastroso fallimento dell’offensiva d’inverno russa, che al costo di oltre 20 mila morti non ha portato nemmeno alla tanto annunciata presa di Bakhmut, forse è il momento di provare a guardare avanti per chiedersi COME (se non QUANDO) questo conflitto potrà alla fine concludersi davvero.

Non ho la pretesa di impegnarmi in un dibattito sulle prospettive diplomatiche: innanzitutto, non mi compete in quanto militare, ma soprattutto le possibilità sono così numerose ed articolate – e tutte di per sé poco probabili – che, provare a definire quella che alla fine si materializzerà, equivale a indicare quale spermatozoo riuscirà a precedere gli altri.

Indipendentemente dalle modalità con cui si giungerà ad un’effettiva cessazione delle ostilità, mi interessa invece provare a prefigurare i possibili esiti militari del conflitto: cioè sostanzialmente quali saranno i risultati sul terreno al momento del “cessate il fuoco”.

Vediamo dunque quali sono i possibili scenari che potrebbero configurarsi nell’ultimo giorno di guerra, a partire dal caso più favorevole per la Russia, per finire con quello più favorevole all’Ucraina, e come vi si potrebbe pervenire.

  1. Massimo possibile successo militare russo.

Allo stato attuale l’esercito russo manca praticamente di tutte quelle capacità richieste da una guerra di manovra: l’esercizio della superiorità aerea, la disponibilità di ingenti forze meccanizzate bene addestrate e quella di artiglierie semoventi associate ad un Targeting avanzato. Le capacità disponibili di cui la Russia ha abbondante disponibilità sono invece il numero di soldati e quello del munizionamento d’artiglieria. Queste capacità si prestano soprattutto ad una guerra difensiva, ma se impiegate offensivamente consentono un elevato impiego dell’attrito quale metodo di erosione delle posizioni avversarie e una propensione all’avanzata lenta e sistematica.

Se gli ucraini dovessero evidenziare problemi di personale e non ricevessero ulteriore materiale moderno occidentale in misura adeguata, lo sfruttamento oculato delle capacità a disposizione dei russi potrebbe consentire loro di riprendere l’avanzata nel Donbass, al termine delle precipitazioni invernali, logorando così le riserve mobili ucraine e quindi di contenere la prevista controffensiva d’estate chiaramente in preparazione a Kyiv.

Ove queste condizioni si verificassero, una volta respinto lo sforzo offensivo avversario i russi potrebbero riprendere la loro avanzata lenta e sistematica nel Donbass fino a raggiungere l’obiettivo operativo di Kramatorsk. In questo caso si completerebbe militarmente la conquista del Donbass, che rappresenta lo scopo minimo della campagna, e il Regime avrebbe modo di dichiarare “vittoria” passando su una posizione di difensiva strategica.

L’occupazione del nodo ferroviario di Kramatorsk renderebbe facile il rifornimento logistico dell’intero settore e quindi l’impiego a massa dell’artiglieria per stornare ulteriori contrattacchi. Il fallimento della controffensiva d’estate, la perdita del Donbass e l’insuccesso occidentale nel fornire gli armamenti promessi abbatterebbero il morale ucraino e condurrebbero ad un “congelamento” del conflitto sulle posizioni raggiunte: presumibilmente quelle attuali più l’intero oblast di Donetsk in mano russa. L’Ucraina difficilmente accetterà tale situazione firmando un trattato di pace, ma si avrebbe uno scenario da molti definito “coreano”, e che io vedo più simile alla situazione sul Golan.

  • Possibile successo militare limitato russo.

Ferme restando le capacità russe, e in caso di forniture occidentali limitate all’Ucraina, per esempio con un numero di carri moderni consegnati in misura inferiore a quanto promesso, oppure in caso di scarsa capacità ucraina di impiegare le forniture ricevute, avremo una situazione statica sul fronte attuale, con i russi incapaci di avanzare su Kramatorsk e gli ucraini incapaci di mettere in atto una controffensiva d’estate efficace contro posizioni fortificate russe presidiate da forze russe numericamente ingenti e capaci di ricevere un flusso continuo di rincalzi e di munizionamento.

Ove si verificassero queste condizioni, al termine di una serie di assalti sanguinosi ed inutili da parte di entrambi i contendenti il fronte si stabilizzerebbe su una linea simile all’attuale, creando una situazione simile a quella precedente, ma che lascerebbe Kramatorsk in mano ucraina e quindi negherebbe anche l’obiettivo minimo dell’invasione russa, ma impedirebbe anche quello della resistenza ucraina in quanto lascerebbe comunque in mano russa il “corridoio” della Crimea. Si tratterebbe della realizzazione sostanziale del “Piano di Pace” cinese e salverebbe in qualche modo la faccia tanto al Regime russo che al Governo ucraino, ma consegnerebbe al mondo un “conflitto bloccato”, destinato a riesplodere appena una delle due parti si sentisse pronta a ricominciare.

  • Possibile successo militare limitato ucraino.

Ferme restando le capacità russe e in caso di forniture occidentali del tipo di quelle indicate al punto 2., oppure in caso di forniture occidentali più abbondanti ma di scarsa capacità ucraina di farne uso, una volta contenuta l’estrema offensiva russa di primavera, la controffensiva d’estate ucraina riuscirà a recuperare parte del territorio occupato, ma in misura inferiore a quanto sperato dal Governo di Kyiv e dai suoi sostenitori in Occidente.

La linea raggiunta dagli ucraini potrebbe corrispondere o meno alle posizioni precedenti al conflitto (la linea dal 2015 al 2022), oppure vedere un’avanzata ulteriore nel Donbass e una minore nel sud, oppure viceversa: in ogni caso non comporterebbe un ristabilimento della legalità internazionale e pur rappresentando una sconfitta militare per la Russia (che vedrebbe annullati gli effetti dell’”Operazione Militare Speciale”) non darebbe soddisfazione alle ambizioni politiche ucraine di ristabilire la propria integrità territoriale.

Anche in questo caso dunque si andrebbe ad un “conflitto bloccato”; trattative diplomatiche sarebbero sicuramente avviate, ma il loro esito rimarrebbe quantomeno dubbio. Il Regime russo sarebbe seriamente indebolito, le sanzioni occidentali rimarrebbero in effetto almeno per un certo tempo, e l’instabilità rimarrebbe elevata.

  • Massimo possibile successo militare ucraino.

Ferme restando le capacità russe ed in caso di forniture militari occidentali congrue alle dichiarazioni politiche e diplomatiche degli ultimi mesi, con gli ucraini messi in condizione di fare l’uso migliore del materiale ricevuto, è altamente probabile che la controffensiva d’estate ucraina possa avere il successo auspicato tanto da Kyiv che da Washington e Bruxelles.

In questo caso probabilmente si assisterebbe ad un crollo del morale delle milizie russe e/o ad un’iniziativa unilaterale da parte dello Stato Maggiore russo per ripiegare fino ai confini internazionalmente riconosciuti allo scopo di preservare le Forze Armate in vista dei possibili torbidi che farebbero seguito alla caduta del Regime: caduta molto probabile di fronte ad un evidente sconfitta sul campo delle ambizioni nazionalistiche.

A questo punto l’avanzata ucraina si arresterebbe solo al completo ripristino dell’integrità territoriale, con l’Occidente che imporrebbe un arresto volontario sulle frontiere internazionali. Considerato lo sfaldamento delle forze russe in questo scenario, è altamente probabile che anche la Crimea rientrerebbe nell’ambito dei territori liberati, e in questo caso le pressioni occidentali (e soprattutto europee) imporrebbero una presenza internazionale (OSCE?) per garantire i diritti delle popolazioni filo-russe in loco.

Una situazione di questo genere, che comporterebbe la quasi sicura caduta dell’orso Vladimiro, porterebbe molto probabilmente ad un trattato di pace dove tutte le colpe verrebbero fatte ricadere su di lui, e si potrebbe ripristinare una situazione di pace effettiva.

Come si vede, quattro scenari che dipendono sostanzialmente dalla variabile rappresentata dalle forniture occidentali e dalla capacità ucraina di farne uso.

Gli scenari hanno secondo il mio giudizio una probabilità crescente; personalmente ritengo quindi che date le dichiarazioni ufficiali dei Governi donatori, le forniture saranno congrue con lo scopo dichiarato di pervenire al completo ripristino dell’integrità territoriale ucraina, e quindi la quarta ipotesi sia la più probabile.

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