Giovanni Falcone
Aspettando il 23 maggio
Nunzia Zampino
Noi non dimentichiamo; che oltre ad essere un Magistrato, era un uomo con dei sentimenti.
Roma, martedì 19 maggio 1992. Giovanni Falcone è con Francesca Morvillo, il giorno prima insieme hanno festeggiato i 53 anni di lui. Rilegge le poche righe del rapporto ricevuto: “La cupola si è riunita, si prepara un attentato forse dinamitardo, l’obiettivo, come sempre dal 1983, Giovanni Falcone”. Riflette un attimo.
“D’ora in poi a Palermo scendiamo separati”, le dice lui.
“Non ci provare Giovanni, scendiamo insieme“. “È pericoloso e non posso più garantire la tua sicurezza, Francesca, come non posso più garantire la mia.Mi faranno saltare in aria” le replica, quasi a chiudere il discorso. Dicendolo, mima l’effetto con la mano.
Francesca lo guarda negli occhi, una pausa, poi una domanda: “Giovanni, mi garantisci che mi ami?” “Si Francesca. Io ti amo”.
“Questo mi basta, Giovanni. Sabato a Palermo scendiamo insieme, io non ti lascio”.
Tornarono insieme – in nome del loro amore – a farsi ammazzare, per difendere noi. Mancano 2 giorni al 23 maggio, trentesimo anniversario della strage di Capaci. Raccontare la loro storia è un privilegio ed un dovere.
E uno tra i più grandi regali che si possa fare a chi nacque dopo, e a chi, in quegli anni, non seppe capire, chi era nel giusto.
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