Grazie Albania! Grazie Fratelli!

Una fratellanza tra paesi che va oltre la gratitudine

Cinzia Montedoro

Un abbraccio simbolico, una stretta che scalda l’animo e le coscienze, le parole dettate personalmente dal premier albanese, Edi Rama, sono lo specchio riflesso di un sentimento che va oltre la condivisione e la fratellanza, un grande esempio direi di come ci si comporta tra Uomini .
Il mondo intero si mobilita in una sfrenata corsa nel prevenire nuovi contagi; infermieri, medici sempre in prima linea seguiti a pari passo da tutti coloro che si espongono al pericolo lavorando, ed è in questa maledetta pandemia che sboccia quel senso di dovere e di forza illuminata dalla speranza che mai deve abbandonarci.
Il saluto alla piccola “armata in tenuta bianca”, trenta tra medici e infermieri inviati dall’Albania in Italia per far fronte all’emergenza sanitaria legata Coronavirus , credo che abbia scosso le nostre coscienze non solo in termini di aiuto ma soprattutto in termini umani, una stoccata che dovrebbe toccare chi, in uno dei momenti più tragici della storia, sta facendo spallucce.
Ed è dalle parole del primo ministro albanese, che a mio avviso, dobbiamo rilanciare un nuovo spiraglio di luce per il nostro futuro, per quello dei nostri figli e per quello che sarà dei nostri nipoti.
Le parole di Edi Rama: “A qualcuno qui in Albania sembrerà strano, ma so che anche laggiù è ormai casa nostra. Da quando l’Italia e i fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l’Albania bruciava di dolori immensi,noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile. Le risorse umane e logistiche della nostra guerra non sono illimitate. Ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate mentre in Italia, dove si stanno curando negli ospedali anche albanesi, hanno un enorme bisogno di aiuto”. “E’ vero che tutti sono rinchiusi dentro le proprie frontiere e anche paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse esattamente perché noi non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai un amico in difficoltà. Questa è una guerra che nessuno può vincere da solo”.

Permettetemi, dopo aver ricordato che ieri questa testata si è occupata dell’argomento,  di aggiungere che non desta poi tanta meraviglia: sappiamo tutti che un piatto di minestra è facile te lo offra col cuore un povero, un ricco alla sua tavola non ti farà sedere di certo.

Grazie Albania! Grazie Fratelli!