Guerra in Ucraina
Nel braccio di ferro Russia .- Occidente chi sono gli stati africani amici di Putin
Giovanna Sellaroli
Giorno 27 della guerra in Ucraina, non cessano i bombardamenti. Pioggia di bombe russe su Kiev, dove è scattato il coprifuoco, e bombardamenti a tappeto sulle altre città.
“Mariupol è stata ridotta in cenere”, ha affermato Zelensky che continua a incitare il popolo a resistere ai terribili attacchi dell’invasore, e ha prospettato un accordo di pace solo se i Paesi Nato garantiscono sicurezza.
Intanto Makariv, la città a 60 km a ovest di Kiev, torna ucraina, lo stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina ha riferito di aver alzato la bandiera ucraina sulla città e di aver respinto le forze russe.
Sul fronte diplomatico purtroppo, appare sempre più difficile una risoluzione in tempi brevi. Per Zelensky l’Ucraina non può “accettare ultimatum dalla Russia” e aggiunge che un eventuale accordo sarebbe sottoposto a un referendum.
E sempre più tesi si fanno i rapporti tra Stati Uniti e Russia, il Ministero degli esteri russo ha convocato l’ambasciatore americano Sullivan, stigmatizzando le parole di Biden che ha definito Putin un criminale di guerra.
Atteso per oggi l’intervento in video chiamata del Presidente Zelensky ai deputati e ai senatori riuniti a Montecitorio; un gruppo di parlamentari tra Lega ed ex M5S, oggi in Alternativa, diserterà l’aula: ogni commento sulla matrice politica di questa assenza si commenta da sé.
Intanto ieri, in preparazione del vertice NATO di giovedì e della partecipazione del presidente Biden al prossimo Consiglio europeo, nel colloquio telefonico tra i leader europei, si è riaffermata l’importanza dell’unità di intenti e di azione di fronte alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni. In particolare, i leader si sono impegnati a coordinare gli sforzi per fronteggiare la grave emergenza umanitaria.
E mentre gli Stati Uniti, i maggiori Paesi Europei e tutta la comunità internazionale, sono ancora alle prese con possibili, altre sanzioni per isolare ulteriormente la Russia, c’è un Continente che rema in direzione contraria, l’Africa, dove molti Paesi sono rimasti neutrali sull’invasione russa in Ucraina.
Durante la seduta plenaria dell’ONU del 2 marzo 2022, quasi la metà di tutti i paesi che si sono astenuti dal condannare l’invasione russa dell’Ucraina, si trovano in Africa e molti si sono mostrati persino contrari ad aderire alle sanzioni contro la Russia.
Secondo quanto riferisce Africa exPress, in diversi video che mostrano uomini armati in divisa, che si dicono di appartenere a FACA, le Forze armate centrafricane, compaiono frasi di questo tenore: “Siamo pronti a andare in Ucraina e combattere accanto ai nostri fratelli russi”. Alcuni filmati, postati sui canali telegram russi, sono stati ripresi nel campo di addestramento militare di Berengo alla periferia di Bangui, la capitale del Centrafrica.
Inoltre, sempre in uno di questi video, si riconosce anche la statua dell’ex imperatore Bokassa, che si trova proprio al centro della base di Barengo, dove gli ufficiali di Mosca sono impiegati per addestrare i soldati di FACA. Secondo l’ONU si tratta dei famigerati mercenari di Wagner, accusati, tra l’altro, di gravi violenze contro i civili.
Perché la guerra che la Russia sta facendo ai danni dell’Ucraina riguarderebbe anche l’Africa? Quali sarebbero gli interessi in cui è coinvolta la Russia?
Matteo Giusti, giornalista e analista, esperto di geopolitica ci aiuta a capire perché, oltre al campo di battaglia in Ucraina, il braccio di ferro tra Russia e Occidente, coinvolge anche l’Africa.
Matteo Giusti, dopo il voto alle Nazioni Unite qual è la posizione dei paesi Africani sulla guerra in Ucraina?
“Il voto di condanna all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa ha avuto un ampio consenso, ma ad una analisi più approfondita, il continente più diviso è apparso proprio quello africano. A parte l’Eritrea schierata con Mosca, 28 paesi africani hanno votato sì e altri 25 si sono astenuti o non hanno votato. L’Africa non ha inteso farsi trascinare nella questione tra Russia e Occidente.
Paesi importanti come il Sud Africa o l’Egitto hanno evitato di contrariare la Russia per non guastare i forti legami economico-militari che la capitale russa vanta in Africa. Una presa di posizione fortissima che nasconde affari colossali: materie prime, mercato delle armi e voti nei consessi internazionali”
In alcuni video, di cui riferisce anche Africa exPress, si vedono militari africani pronti a partire per il fronte.
Cosa c’è di vero?
“Il video che ritrae una decina di militari centrafricani pesantemente armati che inneggiano alla Russia è stato propagandato dal governo di Putin. Questi militari chiamano i russi fratelli e si dicono pronti ad arrivare in prima linea per portare pace e ordine. Fonti americane smentiscono però che militari africani siano realmente pronti a partire per l’Ucraina e questa sembra solo un’astuta operazione mediatica per far credere che la Russia abbia ancora appoggi internazionali e alleati”
La Russia, oltre alla guerra cruenta sul campo, sta portando avanti anche una guerra mediatica. Bandito dall’Unione Europea in seguito all’invasione dell’Ucraina, il canale televisivo russo Russia Today sta aumentando il numero di contatti nel continente africano nella speranza di stabilirvi attività. Cosa spera di ottenere?
“La strategia di Putin è a tutto campo, compreso l’utilizzo dei media a lui più fedeli. L’Europa ha bandito Sputnik e Russia Today che ora cercano un nuovo pubblico. L’Africa è il perfetto terreno di espansione perché la giovane popolazione è un target molto interessante per Mosca. Questo fa parte di una strategia espansionistica della Russia che vuole veicolare messaggi controllati in più Paesi possibili.
Tutto ciò a discapito di altri media internazionali, soprattutto francesi, presenti nell’Africa occidentale. Il Mali, ex colonia francese passata sotto l’influenza sovietica durante la Guerra Fredda, nel maggio del 2021 quando un colpo di Stato ha portato al potere i militari vicini alla Russia, con la sua nuova giunta militare spalleggiata da Mosca, ha già espulso France 24 e Radio France Internazional, due media storici della regione”
Com’è possibile una simile espansione in quella che una volta era la Françafrique?
“La prima a cadere in questo domino geopolitico è stata la Repubblica Centrafricana dove i mercenari russi del Wagner Group sono diventati la guardia personale del presidente e hanno preso il controllo di alcune miniere d’oro. Poi è stata la volta del Mali dove il nuovo presidente il colonnello Assimi Goita è stato addestrato a Mosca e vuole i mercenari russi per sostenere il suo governo. La Russia ha orchestrato i colpi di stato anche in Guinea e in Burkina Faso e ora minaccia anche il Benin e la Costa d’Avorio. Tutto a discapito di una Francia che pezzo per pezzo, ha visto crollare il suo dominio in Africa occidentale con pesantissime conseguenze economiche per Parigi”
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