Il caffè con il lettore
Un carabiniere ad una manifestazione: “Matterella non è il mio Presidente, io non l’ho votato e non mi rappresenta”
Gianvito Pugliese
Rimaniamo sulla nostra attualità, ieri in fondo care/i ospiti del caffè… abbiamo trattato di fatti che accadevano in Ungheria, ma che oltre a colpire duramente ed iniquamente una nostra connazionale, coinvolgeva il nostro governo, che dimostra sempre più evidentemente la sua natura di corte dei miracoli, che Victor Ugo descrisse con estrema precisione nella sua Notre Dame de Paris.
Oggi vi propongo di occuparci di quel carabiniere che ha avuto l’infelice idea di affermare che “Mattarella non è il mio presidente, non l’ho votato e non mi rappresenta“, ma ancor più di una seconda corte dei miracoli, che è rappresentata dai suoi non pochi sostenitori, affetti dalla medesima ignoranza e totale mancanza del più elementare buon senso.
Scusate se ho anticipato il giudizio ai fatti, ma il fatto lo abbiamo detto e francamente è mortificante riferire i dettagli delle successive precisazioni insulse di un indegno servitore della patria.
Premetto che, a prescindere dalle barzellette sulla Benemerita, che devo ammettere hanno un fondo di verità, ho un debole per l’Arma. Mio zio, il marito della sorella di mia madre, era un generale dei carabinieri ed il figlio, mio cugino di un paio d’anni più grande di me, era un fratello. Eravamo cresciuti insieme a casa dei nonni materni, dove passavamo gran parte della nostra giornata. Bei tempi. Contento di averli vissuti e non ne rimpiango un solo attimo.
E ciò mi rende ancor più severo, al limite della ferocia, su chi inzozza la gloriosissima bandiera dell’Arma e getta fango sui tanti carabinieri che hanno dato la vita nel compimento del loro dovere.
Ma vi è di più. Ho amato molto i piccoli centri, a cominciare da quelli della Puglia e della limitrofa Lucania. Quelli dove la popolazione invecchia e diminuisce dolorosamente a vista d’occhio. Ebbene, in quei luoghi lo Stato era ed è rappresentato solo dalla stazione dei carabinieri e dal suo comandante, che è per tutti i cittadini, l’unico punto di riferimento, l’uomo al quale chiedere aiuto e dal quale sempre e comunque lo ricevono.
Quel carabiniere, che intanto è stato trasferito dal Comando e credo debba affrontare conseguenze ben più gravi e dolorose, di un semplice trasferimento, getta un tale discredito sulla bandiera dell’Arma e sui suoi commilitoni, che gli auguro di subire i provvedimenti più radicali e dolorosi.
Primo, “io non l’ho votato”. Lui era ad una manifestazione pro Palestina in tenuta anti sommossa. Un’anziana signora manifestante, probabilmente una docente, ha tentato inutilmente di spiegargli che la nostra Italia è una repubblica parlamentare e che è il Parlamento, allargato a rappresentanti regionali, ad eleggere il Presidente della Repubblica. Ma l’interlocutore non capiva o non voleva capire.
E’ appena il caso di dire a quel “signore” che il Presidente della Repubblica è il capo supremo delle forze armate. Lui certamente del suo superiore in caserma non oserebbe parlare. Probabilmente ignora che Mattarella sia anche il suo comandante in capo.
Ora, come è possibile che donne e uomini a cui deleghiamo parte importante dell’amministrazione della giustizia, quanto meno per la prevenzione, il controllo del territorio e l’assistenza ai cittadini, possa permettersi il lusso di ignorare le più elementari regole della democrazia e del funzionamento della macchina dello stato, a cui appartiene e di cui è parte integrante? E’ inaccettabile.
Ma ciò che francamente desta maggiore preoccupazione e che le sue idiozie. riportate dai social, hanno raccolto molti più consensi e condivisioni, che dissensi e biasimo. Certo. va considerato che i decerebrati che inneggiavano a quella emerita capra sono tutti piovuti come le gocce di un’acquazzone sul post di riferimento, mentre milioni di dissenzienti non si sono presi la briga di rispondere inutilmente a chi non ha i neuroni necessari a capire. Resta il problema enorme che, questi soggetti non solo hanno diritto al voto, ma votano certamente e non è difficile immaginare come.
E questo mi induce a chiedere a quei milioni di astenuti dall’intervenire sul post di non astenersi anche dal votare. Diversamente il voto dei sostenitori del militare, indegno della divisa che indossa, moltiplicano il loro valore e poi non lamentiamoci se ci sta guidando un governo da corte dei miracoli, ad essere generoso nei loro confronti.
Un ultimo appunto. Questa volta rivolto all’Arma ed alla sua catena di comando. Evidentemente, quanto insegnato alla scuola di formazione, soprattutto dei militari di truppa, è insufficiente e vanno tenuti corsi di aggiornamento, anche per rinfrescare le idee. Non è poi solo colpa dei militari di truppa se sanno poco e costituiscono, pertanto, un pericolo pubblico. Sono preposti alla tutela dell’ordine non lo dimentichiamo.
Le nostre considerazioni, care/i amiche/ci le abbiamo fatte, le proposte avanzate, non ci rimane che darci appuntamento a domani.
Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it.