Il Caffè con il lettore
Nell’immagine di copertina Elon Reeve Musk, un imprenditore sudafricano, con cittadinanza canadese, naturalizzato statunitense. E’ considerato l’uomo più ricco del mondo.
Gianvito Pugliese
Per una volta sembra che il caffè lo potrò condividere con le mie affezionate lettrici e lettori all’orario giusto. Dita incrociate che qualcosa non m’interrompa.
E’ bello, ma solo fino ad un certo punto, scoprire che anche “gli infallibili” tali non sono, se non nell’immaginario collettivo, complici loro oggettive capacità di apparire tali ma, anche e soprattutto, perché dispongono di una macchina pubblicitaria, talvolta finanche h24.
Mi riferisco al “mitico” re Mida del terzo millennio, quell’Elon Musk, che ciò che tocca, narra una leggenda metropolitana, diventa oro.
Intanto, ci ha fatto assistere ad un’ennesima puntata de “la storia infinita” a proposito dell’acquisto della piattaforma social Twitter, con “l’acquisto, non l’acquisto più“, che sbaglierò, ma potrebbe essere stato utilissimo a far salire e scendere -a comando- il relativo titolo in borsa, permettendo, al magnate sud africano, speculazioni non proprio correttissime.
Ora dopo aver licenziato all’arrivo oltre la metà dei dipendenti, ha poi aggiunto ai residui tremila/tremilacinquecento “che era meglio per chi non volesse lavorare ad oltranza, fare i bagagli”.
Non aveva messo in conto che il mercato americano, a cominciare dalla Silicon Valley, era pronto ad assorbire come la carta asciugante ingegneri informatici con così tanta esperienza. Oltre la metà dei dipendenti sopravvissuti alla prima purga, sentendosi offesi ed insultati, ha fatto i bagagli e Twitter, secondo esperti del settore, rischia seriamente la chiusura ed il fallimento.
Interi reparti chiave sono rimasti del tutto sguarniti, tanto che sono stati chiusi. Twitter è attualmente senza moderazione, cosa impensabile per un social di quel livello, fino a ieri qualitativamente il migliore sul mercato. In stand by anche la protezione informatica contro gli attacchi hacker, una tragedia per un social, dal momento che quei tecnici non solo proteggevano la piattaforma in se, ma impedivano che attraverso la stessa gli hacker potessero insidiare gli utenti.
Elon Musk, che ha sborsato 44milioni di dollari per l’acquisto del social, con la solita “simpatica arroganza” ha dichiarato “di non essere preoccupato”, ma in realtà ha programmato incontri a catena per convincere i dimissionari a restare. Secondo Reuters la maggior parte degli stessi gli ha opposto un secco no. Rimanevano per affezione all’azienda, col nuovo lavoro, quasi tutti guadagnano di più e crescono di mansioni e livello.
Tesla non va tanto bene, anche lì enormi tagli al personale; Twitter, appena acquistata, rischia la bancarotta ed esclusivamente per le decisione aziendali dell’imprenditore-manager che “non sbaglia mai”.
Ora mi spiego la sviscerata ammirazione di Musk nei confronti di Donald Trump. Non mi resta che augurarVi buon fine settimana, sperando che il caffè di oggi Vi sia piaciuto.
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