Il caffè con il lettore
Un proposta di emendamento alla legge di bilancio tra l’assurdo ed il pericolosissimo. Così si lavora a Montecitorio.
Gianvito Pugliese
Per una volta l’orario è quello giusto e vi garantisco un ottimo caffè: insuperabile la miscela, ancor meglio l’apparecchio per l’espresso, il cappuccino o ciò che preferite.
Dunque, gentili lettrici e lettori, oggi è venerdì, giorno di passione e ci tocca. Mi riferisco ad “Un emendamento alla legge di bilancio a firma FdI– che- apre alla possibilità di cacciare la fauna selvatica anche nelle aree urbane“… come recita l’occhiello -per i non addetti ai lavori: il riassunto o sottotitolo di un articolo- di una nota dell’agenzia di stampa Agi. In apertura del testo leggo: “Fa discutere un emendamento, a prima firma del capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, che apre alla possibilità di cacciare la fauna selvatica anche “nelle aree urbane”. Vi risparmio il resto, ma chi fosse interessato clicchi qui.
In pratica per “combattere” la presenza, sempre più numerosa, di cinghiali, non solo nelle periferie urbane, ma ormai spesso anche in centro, la proposta è di dichiarare la “caccia aperta” anche in centri abitati. Il problema c’è ed è innegabile, anche se è alimentato quasi esclusivamente da una pessima gestione dei rifiuti (abbandono, mancata raccolta…), che costituiscono un’esca irresistibile per i quadrupedi ungulati. Ma la soluzione proposta rasenta (?) la follia e motivo subito. Un cosa sarebbe autorizzare i carabinieri forestali ad abbattere alcuni esemplari. Loro lo farebbero con tutte le precauzioni del caso. Ma autorizzare sic e simpliciter la caccia in città per allontanare un disagio urbano, potrebbe provocare con estrema facilità strage di cittadini, in particolare di bambini che, giustamente curiosi della novità, li trovereste appostati ovunque e sarebbero impallinati come tordi all’apertura della stagione di caccia.
Basta vedere le modalità più comuni d’incidenti di caccia in cui, purtroppo non sono rare le vittime “ree” di trovarsi dietro una siepe o altro che li occultava parzialmente alla vista del cacciatore, colpiti e talvolta ammazzati, al pari dei poveri cani o gatti randagi, in quanto confusi per cacciagione mimetizzata. E li parliamo, comunque, di cacciatori abilitati, presuntivamente esperti, che sanno in quali situazioni si dovrebbe o meno aprire il fuoco.
Chi fermerebbe gli imbecilli armati di carabine ad aria compressa, scopertisi emuli di Michael Douglas e Val Kilmer, i due cacciatori di leoni dell’indimenticabile film “Spiriti nelle tenebre” diretto da Stephen Hopkins. Provocherebbero solo la reazione dei cinghiali e non scommetterei, un solo euro, sulla vita loro e di eventuali accompagnatori. Il cinghiale ferito è una beva feroce e di una prestanza fisica inimmaginabile.
Per farla breve una proposta che ci da il senso del livello scarso dell’odierna classe politica. Al prossimo caffè!
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