Il Caffè con il lettore
Dopo tanto tribolare la giustizia a Bari avrà una sede consona ed estremamente efficiente che non trascura l’ambiente,
Gianvito Pugliese
Ha suscitato tempo addietro la mia curiosità una delle mille e più iniziative di Donato Cippone, calzaturiere con la passione della politica. Chiamava “alle armi” i cittadini contro il parco della giustizia a Bari che è in fase di realizzazione alle cosiddette casermette, che si sviluppano su Via Borsellino e Falcone e Via Alberotanza. Nell’appello all’adunata dell’amico Cippone mi ha colpito una palese incongruenza. Il condottiero gridava allo scandalo che le casermette non fossero destinate esclusivamente a verde pubblico e aggiungeva “in una zona priva di verde”. Pardon, a 200/250 metri dove inizia Via Borsellino … c’è parco Due giugno, che forse è secondo per verde pubblico solo alla Pineta di San Francesco e non sono certo che non la superi.
Capita, quando si vuol sostenere la propria idea a tutti i costi, di incappare in grossissime gaffes: “Caro Donato, stavolta è toccato a te!”. Comunque la scintilla della curiosità mi si era accesa. Come placarla?
Di pompiere adatto a spegnere quella fiammella, prima che diventassero fiamme alte, ne conosco solo uno (mio limite). Mi rivolgo, quindi, all’amico ing. Giuseppe Galasso, assessore ai lavori pubblici del Comune di Bari. Per intenderci l’uomo che, complice il sindaco-ingegnere Antonio Decaro, ha dato una svolta epocale alla viabilità della nostra città. Il progetto non è ancora del tutto realizzato. ma già il traffico scorre come mai successo prima. Ed il traffico cittadino era certamente uno dei principali, se non il primo problema della nostra Città.
Ignorando tutto della vicenda, ritengo di parlare al responsabile del progetto. Con la consueta gentilezza e pazienza Galasso mi spiega che in forza di una legge, voluta da Matteo Renzi “premier”, la competenza a curare e realizzare le sedi giudiziarie è stata trasferita dai Comuni (come ricordavo) allo Stato. Aggiunge che nella prima consigliatura Decaro lui, infatti, era anche assessore competente per le sedi giudiziarie baresi, nella seconda non più. Il progetto e la realizzazione sono a cura dello Stato ergo del Demanio.
Ma Galasso, ovviamente, sa tutto di tutto quando si parla di urbanistica a Bari e mi da la dritta: basta andare sul sito del progettista Alfonso Femia e si trova il progetto disegnato, fotografato nei plastici realizzati, il tutto sin nei minimi particolari.
Mi aggiunge che trova l’allocazione stupenda. Il Tribunale di Bari, come il Tar Puglia, la Procura ordinaria e minorile. cioè tutti gli uffici giudiziari, estendono la loro competenza quantomeno sull’Area Metropolitana e alcuni sull’intera Puglia. Ragion per cui trova giusto che l’onere ricada sullo Stato e non sul comune ospitante. Ma ciò che conta, avvisa Galasso, e che i cittadini baresi che vi confluiscono giornalmente sono in larga minoranza rispetto ai non residenti a Bari. E quella zona è magnificamente servita e grazie a parcheggi smisurati può ampliare i servizi di trasporto pubblico a dismisura. Comunque, rispetto al progetto che voleva la cittadella della giustizia limitrofa allo stadio San Nicola, quest’ultimo si integra nella città e non risulta qualcosa di avulso come il primo.
Confesso che Galasso per me è il verbo. Scherzo. E’ un essere umano e potrebbe sbagliare anche lui. La prima volta che ci siamo visti mi ha spiegato il perché del divieto mezzi pesanti sul ponte Adriatico. Avevo creduto alla fiaba metropolitana del ponte che per calcoli sbagliati non reggeva il peso. Mi ha mostrato le prove di carico e mi ha chiarito che il problema non era il ponte ma la circolazione di mezzi pesanti nel tratto compreso tra la fine del ponte e via Napoli. Un tappo micidiale che avrebbe imbottigliato il traffico dell’intero popoloso quartiere.
Tornando al tema di oggi, vi do qui le indicazioni per accedere al sito del progettista e potrete constatare in prima persona che il verde c’è, che gli uffici giudiziari vi sono concentrati, ma non ammassati. Ciliegina sulla torta, che dal sito non rilevate, il parco della giustizia diventa uno dei terminali della pista ciclabile cittadina, la cui completa realizzazione è il sogno segreto, ma non troppo, di Antonio Decaro. Ovvio che l’abbia appreso da Galasso e ve lo trasmetto. Un’altra chicca che snellisce ulteriormente il traffico.
Unica carenza che trovo: il mancato inglobamento del carcere. Continueremo, dunque, a vedere i cellulari della polizia penitenziaria andare avanti ed indietro. Non è una buona cosa anche perché, ove fosse stato previsto, si sarebbe liberato ed acquisito alla fruizione cittadina quel bene, architettonicamente eccezionale, dell’attuale struttura carceraria, con annesso carcere dei minorenni. Pretendo troppo? Forse, ma mi sarebbe piaciuto.
Buona Domenica, cari concittadini e corregionali. Ho letto che i lavori procedono velocemente. Ho letto anche di una protesta, del medesimo autore, per le polveri della demolizione. In conclusione una buona cosa, finalmente la giustizia a Bari ha trovato una soluzione E la Giustizia barese, ai problemi generali nel Paese (carenza di personale -giudici ed ausiliari- di fondi, di infrastrutture etc), aggiungeva quello di essere ospitata in vare allocazioni random e soprattutto la fatiscenza dei locali adibiti.
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