Il caffè con il lettore

Troppa attenzione riservata alla telefonata dei due comici russi alla Meloni, fa nascere qualche sospetto.

Gianvito Pugliese

Buondì e buon inizio di settimana. Nel mio e nostro (della redazione) piccolo abbiamo avviato una minuscola campagna per contribuire a migliorare l’informazione. Scontato che l’avrei fatto. Aver avuto il privilegio di un grande Maestro di giornalismo, come Michele Campione, comporta qualche dovere in più.

Sono convinto che “le parole stiano a zero” cioè non contano nulla “mentre fatti ed esempi siano utili”. Informarsi correttamente significa, contrariamente alle brutte abitudini di tanti, diciamolo della stragrande maggioranza, leggere e vedere anche quanti la pensano diversamente da noi. In altri termini “ascoltare le due campane” prima di formulare anche solo dentro di se, un giudizio. Infatti, il caffè di oggi nasce dalla lettura di un articolo de Il Giornale a firma Lorenzo Grossi dal titolo “La rivelazione Mantovano:Meloni è un target per Putin” I collegamenti ipertestuali sono quelli originari della testata della famiglia Berlusconi.

Chi volesse giustamente leggerlo, prima di passare alle mie argomentazioni e considerazioni in merito. può farlo cliccando sul titolo appena riportato.

Mi desta una grossa perplessità l’occhiello dell’articolo: Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio mette in guardia da future altre “minacce cyber e ibride, come questa della finta telefonata” da qua alle prossime elezioni europee. Intendiamoci non è che non sia accaduto nulla. La figura di chi cade in trappolette banali di due comici russi non è che lasci indifferente la protagonista. Tant’è, che il consigliere diplomatico Talò ha sentito di dover dare le dimissioni, se sua sponte o costretto, non lo so. E Mantovano ” considera chiusa la questione dello scherzo telefonico” afferma Grossi, salvo aggiungere, il Collega mi scuserà ma ritengo contraddittoriamente: “Lo stesso Segretario del Consiglio dei ministri con delega anche alla cybersicurezzaaveva già espresso la propria opinione riguardo questa finta telefonata con il presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani” e “ritorna sull’argomento, ospite in radio del “Caffè della domenica” condotto da Maria Latella su Radio 24. Telefonata fake alla premier. Si dimette il consigliere Talò“… “… “Siamo in un contesto in cui, a partire dal invasione dell’Ucraina, le minacce cyber e ibride come questa della finta telefonata si sono moltiplicate, ma il nostro sistema è certamente attrezzato a fronteggiare questo tipo di minacce“, spiega Mantovano “le intromissioni russe nei nostri sistemi sono all’ordine del giorno, ne aspettiamo altre da qui alle elezioni europee perché questa è la nuova frontiera della guerra“… “Meloni è un target per Putin” 

Tutta questo ambaradan intorno ad una telefonata di comici, che se a destra fossero dotati d’ironia, sarebbe stata colta per quello che vale e chiusa con una risata, fa il paio con la vicenda ormai nota come “la storia di Giamcoso”.

Voglio dire è un consiglio dei ministri in cui si da il via libera al Premierato, che sconvolge tutta l’impalcatura della nostra Costituzione, l’affronteremo a breve, il Piano Mattei per l’Africa, la riforma del Fisco e l’attenzione è tutta su una bazzecola di questa portata. Si discute del nulla assoluto?

Mi trattengo a stento dal concludere che ciascuno da importanza alle cose che è in grado di affrontare. C’è sempre una correlazione diretta tra la qualità delle nostre affermazioni ed argomentazioni e la qualità della nostra cultura e del nostro intelletto. Lascio perdere, tanto i lettori sanno benissimo giudicare da se senza bisogno del suggeritore o dell’ “aiutino da casa”. Quest’ultimo un classico delle trasmissioni apologia della subcultura.

Si ma il giornalista degno di quel nome non risparmia e perdona proprio nulla al potente. In realtà i mastini della democrazia, secondo la definizione inglese, data dei Colleghi, si sono in larghissima maggioranza adattati al ruolo di cagnolini da salotto, all’insegna dell’italianissimo detto “tengo famiglia”.

Allora, ricordarsi di chi sono allievo e dire alle mie lettrici e lettori, come sempre, la verità fino in fondo di ciò che penso.

Dal momento che è una scelta del Governo e di nessun altro, negare la figura barbina fatta dalla premier “che aveva intuito” dice Mantovano (ma quando?) ma puntare ad indirizzare l’opinione pubblica a concentrarsi sulla telefonata, facendo passare in secondo e terzo piano i contenuti divisivi, come non mai, dei tre temi affrontati dal Cdm, ripeto, Premierato, Piano Mattei e Fisco, non è che come Giambruno (o Giamcoso che sia) la telefonatina è un magnifico strumento di distrazione di massa?

Non ho la certezza e le prove di quanto affermo, ma sono fermamente convinto che sia utile allo scopo descritto. Ci scommetterei ed è assai difficile che in questo campo io perda una scommessa. Me ne occupo, come i lettori sanno bene, da quasi mezzo secolo e l’esperienza insegna se la si sa ascoltare.

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