Il grido di dolore di una città, Gravina in Puglia (BA)
Ancora un presunto suicidio. ed un corpo recuperato tardi e faticosamente. anche per mancanza di assistenza e controlli sul territorio.
Rocco Michele Renna
… Ancora una volta Gravina sale agli onori della cronaca per motivi funesti. Questo il nostro articolo in proposito: “Suicidio o tragica fatalità? Ottantenne cade dal ponte acquedotto orsiniano”. Non ci soffermiamo sul perché la signora ottantenne abbia deciso di compiere il probabile insano gesto. Non vogliamo soffermarci nemmeno sul dolore dei familiari straziati da questa brutta notizia, non lo facciamo non perché siamo freddi e insensibili, tutt’altro… Lo facciamo proprio per non turbare ulteriormente questa famiglia che oggi piange una madre, e soprattutto per non sentirci dire che la strumentalizziamo.
Di voci sul perché abbia fatto l’insano gesto, se lo ha fatto e non sia caduta per una tragica fatalità, un mancamento improvviso…, ne girano tante ma noi non vogliamo raccogliere e pubblicare “le voci”, a meno che qualcuno non si faccia avanti e abbia il coraggio di dire apertamente cosa ritiene sia successo e cosa potrebbe avere indotto una madre di famiglia a terminare in quel modo la sua vita.
E sì, perché a Gravina lo sport che va per la maggiore è la critica passiva. Non leggono il perché è successo, gli basta leggere il titolo e vedere la foto di copertina e già si sono costruiti la notizia a loro uso e consumo, come un abito fatto su misura per loro.
Questa gente che critica non si è mai spiegata il perché sia accaduto, magari la signora aveva bisogno di aiuto e non aveva la faccia tosta per chiederlo.
Per scoprirlo, abbiamo dovuto, purtroppo, aspettare che il cadavere venisse scoperto ai piedi dell’antico ponte acquedotto Orsiniano.
Abbiamo avuto bisogno di una associazione alpinistica speleologa? Si perché a Gravina abbiamo la protezione civile comunale non esperta nel settore. Voi penserete che stia scherzando, vero? Purtroppo no, confermo: “Abbiano una sezione di protezione civile comunale formata da ingegneri e professionisti vari oltre che da volontari comuni, che probabilmente non hanno cognizione di speleologia, alpinismo o ricerche subacquee”.
Abbiamo un torrente in alcuni punti molto profondo, quasi inaccessibile per la protezione civile, poiché senza esperienza. Eppure quella zona è molto pericolosa! E se invece di un adulto ci fosse stato un bambino?
Allora ben venga il “Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)”, nei giorni scorsi, il 22 gennaio, hanno effettuato una “Esercitazione di Soccorso alpino e speleologico nei pressi del torrente Gravina e in particolare nella zona del Ponte Acquedotto. L’esercitazione è realizzata proprio per affinare alcune procedure di recupero.
Un grido di Dolore e una preghiera per questa donna e per la sua città, fatelo anche per Ciccio e Tore, i ragazzi scomparsi diverso tempo fa e per tanto tempo, prima di essere ritrovati, deceduti in una cisterna di una casa signorile abbandonata.
Furono ritrovati a seguito di una ulteriore disgrazia, altrimenti non li avrebbero individuati ma questa è un altra storia di cui vi parlerò… Tanti altri malcapitati potrebbero incappare in giornate sventurate .
Ci vuole un posto attrezzato per i Vigili del Fuoco a Gravina data la vicinanza con il bosco Difesa Grande, specializzazione speleologica per gli operatori di protezione civile, un corpo di vigilanti del territorio attivi anche nel bosco Difesa Grande… Ci vogliono le GAC (Guardie Ambientali Comunali), guardie decretate, volontarie ma adeguatamente rimborsate.
GAC che per un periodo molto breve hanno funzionato, poi i decreti comunali furono frettolosamente ritirati e non se ne è saputo più niente. Perché, ci si chiede, fu programmato e realizzato un corso di sei mesi, sponsorizzato proprio dal comune di Gravina, per poi far cadere tutto nel dimenticatoio (amministrazione Valente)?
Ci auguriamo che le future GAC vengano create, il Corpo interventi Umanitari, in collaborazione con AK Kronos hanno dichiarato la loro disponibilità. Forse sarebbe utile un incontro per creare finalmente un corpo comunale che supporti soprattutto la Polizia Locale con il pattugliamento sia a piedi che con qualsiasi mezzo di locomozione.
Speriamo che si sia voltato pagina nella casa comunale non pensando più esclusivamente ad “accontentare gli amici”, come è accaduto nelle amministrazioni passate.
Si tratta in realtà di rendere la Città un posto civile dove vivere e creare utili occasioni di lavoro utile alla collettività.
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