Il podio dei media oggi
Le principali notizie della giornata.
GP
La giornata non è finita, ma salvo eventi eccezionali con modifiche impreviste, il podio immaginario delle notizie sui media vede in prima posizione i vaccini e le recenti polemiche suscitate da quello dell’AstraZeneca, al secondo posto l’incoronazione di Enrico Letta, ed al terzo la stretta da domani con un’Italia in rosso ed arancione.
Della nomina Letta ho appena finito di scrivere diffusamente, è il turno della vaccinazione. Partiamo da una dichiarazione positiva e che ha il raro dono della credibilità, in giro sempre più rara. Per il nuovo “Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19” -il titolo lungo tre righe non me lo sono inventato io in una botta di ironia-, generale Francesco Paolo Figliuolo, mantenendo una possibile buona media di vaccinazioni (i centri stanno effettivamente aumentando di numero e capienza) e contando su un approvvigionamento regolare, senza battute d’arresto, a settembre l’80% degli italiani potrebbero essere vaccinati. Si tratta di riuscire a praticare mezzo milione di somministrazioni al giorno, cifra non certo irraggiungibile, se messa in atto come assoluta priorità nella lotta al virus.
In un paio di casi, in concomitanza con la somministrazione del vaccino di AstraZeneca si sono verificati episodi gravi. In due casi ci sono stati morti. L’Ema, Agenzia europea per i medicinali, ha cercato di rassicurare tutti ed ha affermato di che è trattato di mere coincidenze e che le morti non possono essere messe in relazione alla vaccinazione. Ma i no vax ovviamente, ci sono andati a nozze e per spegnere le polemiche alcune regioni hanno adottato alcuni provvedimenti cautelativi. La Regione Piemonte ha regolarmente ripreso le vaccinazioni, ma a titolo cautelativo, in attesa delle decisioni dell’Autorità Giudiziaria e della Commissione di Vigilanza del Farmaco, ha sospeso le vaccinazioni utilizzando il lotto ABV5811, del quale faceva parte il vaccino somministrato al docente deceduto nelle scorse ore a Biella.
Una parola di buon senso credo vada spesa. L’unica seria risposta alla diffusione del virus è la vaccinazione di massa. I morti per il Coronavirus non si contano più con numeri apocalittici sia in Italia che nel resto del Mondo. Nel frattempo, distanziamento, uso della mascherina e altri mezzi di protezione, igiene costante delle mani aiutano a prevenire e limitare la diffusione, ma il virus potrà essere sconfitto solo con la vaccinazione.
Diffondere il panico sui vaccini e peggio sminuire i rischi di contagio, come certe dichiarazioni e comportamenti mostrano chiaramente è solo un atto da incoscienti e da criminali. Da domani una nuova stretta. Non mi fa piacere essere insieme a Voi vittima di arresti domiciliari sanitari, a cui mi sottopongo e mi sono sottoposto dall’inizio, pur avendo un tesserino professionale di giornalista che mi autorizza a circolare. Finalmente, non essendo più seduto a Palazzo Chigi l’ottimo Giuseppe Conte, qualcuno la smetterà di blaterare sulle privazioni delle libertà individuali dei cittadini, come se il Covid-19 fosse una barzelletta ed i morti che quotidianamente registriamo (con i 264 di oggi arriviamo ad un totale di 102.145) un divertente esercizio di contabilità. Sono esseri umani, con le loro vite, le loro storie, i loro affetti a cui vengono strappati.
Per quanto poco possa contare il mio esempio, il 6 aprile, data in cui potrò finalmente prenotarmi per il vaccino, farò la prenotazione ed andrò a farmi vaccinare nella data che mi sarà fissata. E’ un dovere verso me stesso, i miei cari e la società intera, che devo contribuire a difendere non diffondendo il virus.
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