La geopolitica, che passione!
La vittoria elettorale di Orban ci dice che nazionalismo e sovranismo non sono affatto morti, come ci piaceva credere. La lotta continua.
Mimmo Loperfido
Le tragiche vicende belliche in Ucraina, stanno avvicinando molti italiani ad una appassionante disciplina: la geopolitica. Come spesso avviene quando improvvisamente divampa una nuova passione, viene voglia di bruciare le tappe. Non basta la lezione seguita in classe, dopo la scuola si ha voglia di approfondire, saperne di più.
Ecco che oggi, per gli appassionati dei compiti a casa, c’è un capitolo assai appetitoso, una leccornia da divorare con gli occhi: le elezioni in Ungheria e la schiacciante vittoria (la quarta) di Viktor Orban.
Praticamente ha vinto da solo contro tutti, umiliando gli avversari che si erano coalizzati per batterlo. Come possiamo noi, neofiti della materia, interpretare questa clamorosa affermazione elettorale?
Sarebbe un errore pensare: “Come spesso avviene in Ungheria hanno vinto Dio, la Famiglia e la Patria!“ Andiamo a fondo. I nemici giurati (e dichiarati) di Orban sono: George Soros, Wlodomyr Zelensky e Bruxelles. Evidentemente e’ riuscito a trasferire alla maggioranza degli elettori, le sue malcelate antipatie.
Ma forse non basta. Non può sfuggire una eclatante decisione sparata dal leader ungherese nelle scorse settimane: “Non daremo il nostro grano a nessuno, né all’Europa ne’ ad altri. Serve al mio popolo, non possiamo rischiare la fame!“.
Aggiungiamo: può essere che il 55% di quanti sono andati a votare, non sappia che in Ungheria non si applicano le sanzioni alla Russia?
Di questi tempi, chi è avanti con gli studi forse ha già capito tutto: dire che nazionalismo e sovranismo sono morti e sepolti è un’autentica fake!
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